E’ quella della Dammann Frères, che ne conta 33
Nel 1692 Luigi XIV concesse ai suoi sudditi la possibilità di vendere il tè in Francia e a Sieur Dammann il diritto di importare la materia prima per produrne una tisana. Se ne conserva il documento. La creazione giuridica dell’attuale società risale al 1825. In quell’anno i fratelli Dammann comprarono una azienda che commerciava con le Indie orientali.
Da quell’anno. la Dammann resiste con il suo tè e la sua storia. dammann.it
“All’inizio – ci racconta Erika Le Noan (in foto), Presidente di Dammann Frères– è la scarsità di tè a garantire il successo. Parliamo di un prodotto ricercato, bevuto dall’alta società e che diventa gradualmente popolare grazie allo sviluppo dei caffè. Dammann sa distinguersi e lo fa con le sue innovazioni. Tra queste le prime miscele di tè aromatizzate con oli essenziali. Nasce nel 1950 Russian Taste Douchka. Dammann Frères innova ancora grazie alla bustina Crystal, trasparente e rispettosa del prodotto. Oggi il marchio si distingue per la sua autenticità, la sua offerta qualitativa e originale, i suoi grandi vini, la sua etica e i suoi valori. Siamo alla terza famiglia proprietaria dell’ azienda. Ora è Riccardo Illy, attraverso la sua Holding Polo Del Gusto, ad essere l’azionista di maggioranza”.
La Dammann Frères è un’azienda società Benefit con governance francese. dammann.it/content/6-storia
Ha una presidente, appunto, Erika Le Noan, e un direttore generale, Jean Luc Devos responsabili nei confronti degli azionisti che interpellano in occasione delle Assemblee Generali. Consultano il Comitato Consultivo che si riunisce ogni trimestre quando si tratta di prendere decisioni importanti e strategiche.
“Abbiamo la fortuna di sperimentare una crescita costante – afferma la presidente – questo è ciò che ci entusiasma. Ogni apertura di un nuovo punto vendita, ogni nuovo Paese conquistato, ogni nuova partnership è motivo di grande soddisfazione. L’11 aprile scorso si è aperta la boutique Damman Frerès in Piazza San Carlo 177 a Torino. Il periodo più difficile? Quello del Covid. Però le sfide sono state tutte superate con successo. Abbiamo supportato tutti i nostri dipendenti, i nostri clienti e, in definitiva, l’azienda ha avuto anni buoni grazie alla sua flessibilità, alla sua reattività, ai suoi dipendenti, ai suoi partner”.
Oggi Damman Frères conta 200 dipendenti, fattura 45milioni di euro, è presente in 70 Paesi, ha 33 boutique Dammann Frères nel mondo e punta ai 50 entro il 2027.
Quali sono i punti di forza dell’azienda? A sentire la presidente “la qualità dei suoi prodotti, la sua affidabilità come partner, i suoi valori che permetteranno a Dammann Frères di richiedere presto la certificazione B Corp”.
Il suo tè proviene principalmente dall’Asia (Giappone, Taiwan, eccetera. e dagli stabilimenti di infusione in Europa.
“L’azienda – aggiunge – sta investendo molto in un nuovo stabilimento e in una nuova sede. Avremo nuove linee di produzione per supportare la nostra crescita e soprattutto il nostro nuovo sito sarà certificato Breeam per tenere conto dei nostri obiettivi di sviluppo sostenibile. La nostra energia sarà rinnovabile, i nostri dipendenti lavoreranno in un ambiente qualitativamente migliore e rispettoso della biodiversità. Facciamo tutto da soli e controlliamo tutto, dalla foglia alla tazza. Di conseguenza il packaging è progettato internamente dal nostro reparto Marketing in collaborazione con il nostro direttore artistico. In realtà vogliamo prodotti buoni e belli. Oggi la più grande sfida è convertire i packaging in modo che siano completamente eco-responsabili. Lavoriamo ogni giorno per trovare soluzioni innovative che rispettino il pianeta garantendo al contempo la massima tutela ai nostri prodotti, perché l’imballaggio serve soprattutto a questo”.
I clienti in Italia? Cross channel (Horeca e Retail). La Damman è partner della scuola Paul Bocuse e della Scuola Ferrandi.
In futuro? Aprire l’azienda a nuovi mercati e, come si è già detto, avviare una ventina di boutique.
Perché bere tè? “Per me il motivo principale è il piacere di assaggiare e condividere con gli amici. È un momento sociale e rilassante”.
C.F.