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Storie di impresa e case history

  • Il welfare nelle imprese è una priorità

    Il welfare nelle imprese è una priorità

    Dal Rapporto Eudaimon Censis “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova”

    Dallo Studio emerge quanto il supporto per la salute mentale e le opzioni di lavoro flessibile siano centrali nelle aspettative della forza lavoro, e non più valori secondari

    Il welfare nelle imprese è una priorità, cambia la scelta dei lavoratori, rivoluziona la politica delle imprese a beneficio dell’occupazione. Stiamo vivendo in un periodo storico sempre più esigente e competitivo e i dati delineano una chiara situazione sociale ed economica: «Più dell’80% degli italiani intervistati ritiene che lo Stato e le istituzioni dovrebbero impegnarsi maggiormente per promuovere il benessere psico-fisico delle persone», secondo quanto si legge nel Rapporto Eudaimon Censis 2025. Da questa consapevolezza nasce il Richmond Welfare & wellbeing forum, il primo evento in Italia dedicato al benessere aziendale. Uno spazio di confronto tra imprese, esperti e professionisti del settore, dove condividere esperienze, buone pratiche e tracciare nuove direzioni che si svolge dal 25 al 27 giugno 2025 a Gubbio, in provincia di Perugia.

    Professionisti HR

    Stiamo parlando di uno specifico evento pensato per professionisti HR e figure impegnate in ambito welfare, salute e inclusione, protagonisti nell’elaborazione e nell’attuazione di politiche orientate al benessere aziendale. Un’occasione speciale che vedrà la partecipazione di una speaker d’eccezione: la celebre atleta Bebe Vio, che nelle sue recenti interviste ha più volte sottolineato il valore del benessere anche nel contesto lavorativo; un ambito che, nel suo caso, coincide con quello sportivo.

    Rapporto Eudaimon Censis “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova”

    Nuove direzioni anche per il mercato italiano del lavoro emergono dall’ultimo Rapporto Eudaimon Censis intitolato “Lavoro, aziende e benessere dei lavoratori: un’epoca nuova”. Dallo Studio emerge quanto il supporto per la salute mentale e le opzioni di lavoro flessibile siano centrali nelle aspettative della forza lavoro, e non più valori secondari. Anche lo scenario italiano fa misurare le stesse priorità mentre i dati emersi dai lavoratori intervistati si allineano perfettamente al trend globale. «Otto dipendenti su dieci chiedono ai propri datori di lavoro maggiori soluzioni in ambito welfare. Più dell’80% degli italiani intervistati ritiene che lo Stato e le istituzioni dovrebbero impegnarsi maggiormente per promuovere il benessere psico-fisico delle persone. Parallelamente, cresce la richiesta di un supporto concreto anche da parte delle aziende, segno che il tema del welfare aziendale sta assumendo un ruolo sempre più centrale nel miglioramento della qualità della vita lavorativa. A confermarlo sono i numeri.

    Analisi del settore

    «Mentre l’88,9% dei lavoratori italiani conosce il concetto di welfare aziendale, l’85,7% esprime il desiderio di vederlo introdotto nella propria realtà professionale o potenziato nei contesti in cui è già presente. Non è un caso allora che tra i benefit più richiesti spicchi l’attenzione alla salute fisica e mentale: se la prima è fondamentale per il 79,5% dei dipendenti, quella mentale preoccupa invece il 70%, mentre il 41,8% degli intervistati manifesta la necessità di un welfare coach, un consulente esperto, che possa fungere da guida per orientarsi nella scelta dei servizi aziendali all’insegna di suggerimenti e indicazioni su sanità, assistenza a non autosufficienti, previdenza sociale e assicurazioni».

    Francesco Fravolini

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  • Best Workplaces italiani premiati dalle donne  

    Best Workplaces italiani premiati dalle donne  

    «Sono più di 8 su 10 (85%) le donne nei Best Workplaces italiani che dichiarano di avere un elevato livello di fiducia nei confronti dell’organizzazione per cui lavorano. Ciò ha degli effetti diretti e positivi sia sulla retention aziendale, con l’87% delle collaboratrici che esprime l’intenzione di rimanere a lungo a lavorare nella propria azienda, sia sull’orgoglio, con l’86% delle impiegate che raccomanderebbe il proprio ambiente di lavoro a terzi». 

    Best Workplaces italiani premiati dalle donne per l’organizzazione del lavoro e per il benessere in azienda. È la fotografia scattata dai dipendenti e contenuta nell’edizione 2025 del ranking Best Workplaces for Women, la classifica delle 20 migliori aziende italiane dove si lavora meglio. Il Rapporto è stato scritto da Great Place to Work Italia, ascoltando i pareri e le opinioni espresse da quasi 40mila donne (37.567) appartenenti alle aziende italiane, suddivise sulla base del numero di dipendenti (oltre 1.000, 500-999, 150-499, 50-149). Entriamo nel dettaglio «Sono più di 8 su 10 (85%) le donne nei Best Workplaces italiani che dichiarano di avere un elevato livello di fiducia nei confronti dell’organizzazione per cui lavorano. Ciò ha degli effetti diretti e positivi sia sulla retention aziendale, con l’87% delle collaboratrici che esprime l’intenzione di rimanere a lungo a lavorare nella propria azienda, sia sull’orgoglio, con l’86% delle impiegate che raccomanderebbe il proprio ambiente di lavoro a terzi».  

    Il benessere in azienda

    «Tra gli indicatori principali – si legge nel Rapporto – esaminati c’è il Trust Index, l’indice che misura la fiducia e il grado di engagement dei collaboratori e delle collaboratrici nei confronti dell’organizzazione, il quale risulta pari all’85% tra le donne impiegate in uno dei 20 “best workplaces”, con una differenza del +8% (77%) nel confronto con il dato fatto registrare tra le aziende certificate Great Place to Work ma non presenti in classifica e addirittura del +34% (51%) rispetto alle organizzazioni non certificate. Quando ci sono elevati livelli di fiducia nei confronti del proprio luogo di lavoro, la volontà di continuare a proseguire la propria esperienza professionale è maggiore: nei 20 Best Workplaces for Women l’87% delle donne dichiara di avere intenzione di continuare a lavorare all’interno dell’organizzazione, un dato che scende all’82% nelle aziende certificate e al 66% nelle realtà non certificate. Forte è anche tra i Best Workplaces for Women 2025 il senso di appartenenza dei collaboratori con l’86% della popolazione femminile che raccomanderebbe la propria azienda a terzi, con una differenza di ben 46 punti percentuali (40%) nel confronto con le aziende non certificate. L’87% delle donne delle aziende Best Workplaces for Women 2025 ritiene eccellente il proprio luogo di lavoro con una differenza del 43% nel confronto con le realtà non certificate (44%)».

    Le aziende virtuose

    Se prendiamo in esame il parere delle donne possiamo leggere una classifica di aziende virtuose. «Secondo i dati troviamo al primo posto TP, realtà del settore telecomunicazioni e leader mondiale nell’offerta dei servizi di supporto alla clientela, che precede S.C. Johnson, organizzazione nella produzione di prodotti per la pulizia e la conservazione della casa, per la cura dell’aria, per il controllo dei parassiti e per la cura delle scarpe, oltre che di prodotti professionali, e Biogen nel settore delle biotecnologie. Sulla base del numero di collaboratori, sono 4 (20%) le realtà virtuose presenti in classifica che hanno più di 1.000 dipendenti, soltanto 3 (15%) con un numero di collaboratori compreso tra 500 e 999, altre 5 realtà (25%) del ranking hanno tra 150 e 499 dipendenti e infine in classifica si piazzano ben 8 organizzazioni (40%) con un numero di collaboratori compreso tra 50 e 149. Questo dato è particolarmente rilevante perché evidenzia come le buone politiche a favore della parità di genere stiano progressivamente permeando la cultura aziendale anche delle realtà organizzative più piccole, le quali tradizionalmente faticavano maggiormente a competere con le multinazionali. Tra i settori più rappresentati in classifica spiccano biotecnologie e prodotti farmaceutici (30%), servizi finanziari, assicurazioni e servizi professionali (15%), healthcare, assistenza sanitaria e manifattura, produzione (10%)».

    Worklife balance

    Non poteva mancare un’attenta analisi sulla condizione femminile in azienda come l’incoraggiamento a trovare un equilibrio fra lavoro e vita privata, comparandoli con il parere espresso dai colleghi uomini. E anche in questo caso i dati sono chiari. «L’82% delle donne impiegate nei Best Workplaces for Women 2025 dichiara che la propria organizzazione è in grado d’incoraggiare la ricerca di un corretto worklife balance, la stessa percentuale vale per gli uomini con una differenza del +43% nel confronto con le realtà non certificate come Great Place to Work. Tra le aziende più virtuose per cui lavorare in Italia secondo le donne il 48% del management (CEO, c-level, second level management) è al femminile, percentuale che scende al 25% nelle aziende certificate e addirittura al 17% tra quelle senza certificazione. Un altro aspetto importante, secondo le donne, riguarda l’importanza di avere degli ambienti sani da un punto di vista psicologico e qui le aziende “best” (80%) hanno un vantaggio di ben 45 punti percentuali nel confronto con le organizzazioni non certificate. Un divario ancora più ampio tra i Best Workplaces for Women (87%) e le realtà non certificate (39%), pari a ben 48 punti percentuali, riguarda l’attenzione delle persone nei confronti dei colleghi di lavoro». 

    Francesco Fravolini

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  • «Siamo il primo gruppo cartario in Italia»

    «Siamo il primo gruppo cartario in Italia»

    Valentina Zago, capocomunicazione di Pro-Gest spa con sede a Opedaletto d’Istrana (TV)


    Pro-Gest è stata fondata nel 1973 da Bruno Zago a Ospedaletto d’Istrana (TV). Il primo stabilimento è stato quello di Trevikart, nato con l’obiettivo di produrre imballaggi in cartone ondulato per il tessuto manifatturiero del Nord- est, molto attivo in quegli anni. Partita come una piccola azienda con soli 20 dipendenti e un fatturato di 1 miliardo di lire, Pro-Gest si è subito contraddistinta per la sua ambizione di crescita.

    Grazie a una visione chiara e a una forte determinazione, l’azienda ha acquisito realtà produttive rilanciandole e fondato nuovi stabilimenti, ampliando così l’offerta sul mercato e la propria presenza sul territorio nazionale.

    Ne abbiamo parlato con Valentina Zago (nella foto), Capo Comunicazione del Gruppo Pro-Gest, che chiarisce: “L’integrazione della filiera produttiva – dalla raccolta del macero alla produzione del packaging – ha portato Pro-Gest a diventare il primo gruppo cartario in Italia: un risultato che è stato possibile grazie a continui investimenti in innovazione, avanzate tecnologie e sostenibilità.

    Come ha fatto a resistere in questi anni sul mercato?

    Pro-Gest è il gruppo leader in Italia nella produzione integrata di carta Tissue, carta per ondulatori, cartone e packaging. L’azienda ha investito costantemente in nuove tecnologie per  migliorare l’efficienza produttiva e ridurre l’impatto ambientale. L’adozione di impianti fotovoltaici e sistemi di cogenerazione ha consentito di abbattere i costi energetici, rispondendo così alle crescenti richieste di soluzioni eco-sostenibili, sempre più centrali nel settore industriale. Inoltre, la forte integrazione verticale della filiera ha garantito un controllo totale sulla qualità del prodotto e sulla gestione dei costi. Un approccio che ha permesso di mantenere alti standard di produzione e dirispondere in modo tempestivo alle necessità del mercato. Il successo aziendale deriva dalla creazione di prodotti con cartone ondulato e componenti eco- compatibili 100% riciclabili e totalmente personalizzabili, sia da un punto di vista grafico che di prodotto, con stampa digitale o flessografica e colori a base d’acqua. Le cartiere, gli ondulatori e gli scatolifici del Gruppo PRO-GEST sono certificati per la catena di custodia FSC® e PEFC.

    L’esterno della sede del Gruppo Pro-Gest a Opedaletto d’Istrana (Tv)

    I numeri di Pro- Gest?

    Nel 2023 il Gruppo ha fatturato 460 milioni di euro. L’azienda conta circa 1.150 dipendenti e dispone di 24 impianti produttivi distribuiti in 7 regioni italiane, con una solida presenza nel mercato europeo grazie alla produzione di packaging in cartone ondulato per il settore ortofrutticolo, alimentare e take away, con una forte componente di export.Ogni anno, l’azienda ricicla circa 1.500.000 tonnellate di carta da macero, con una capacitàproduttiva di 1.300.000 tonnellate di carta riciclata. In termini di imballaggi, vengono realizzati oltre due miliardi di pezzi l’anno, con una produzione annuale di un miliardo di metri quadrati di cartone ondulato. Inoltre, l’azienda ha una capacità produttiva di 120.000 tonnellate di carta tissuee produce circa 85.000 tonnellate di prodotti tissue ogni anno.

    Chi sono i clienti di Pro-Gest?

    Il Gruppo serve una clientela diversificata, suddivisa in base alle specifiche Business Unit. Le cartiere, ad esempio, distribuiscono bobine di carta sia a livello nazionale che internazionale per soddisfare le esigenze di una vasta gamma di settori. La carta tissue, invece, viene distribuita principalmente attraverso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e i grossisti del settore igienico-sanitario, con spedizioni che raggiungono ben quattro continenti, ad eccezione dell’Oceania. Gli scatolifici del Gruppo si concentrano sulla creazione di soluzioni di packaging personalizzate, offrendo un’ampia gamma di confezioni in cartone destinate a vari settori. Tra questi figurano l’industria alimentare, l’e-commerce, il settore beverage, la moda e la cosmetica, l’ortofrutta, la GDO, i prodotti heavy duty, la farmaceutica e l’automotive. I clienti si rivolgono a Pro-Gest per l’affidabilità dei suoi prodotti e il suo impegno nella sostenibilità, un valore sempre più cruciale nel mercato odierno. Pro-Gest si distingue per la produzione di soluzioni in cartone ondulato tripla onda, un prodotto di alta qualità che garantisce maggiore resistenza, sicurezza e versatilità. Questo packaging è ideale per il trasporto e lo stoccaggio di articoli pesanti, offrendo un impatto positivo sull’ambiente grazie all’utilizzo di materiali eco-sostenibili al posto della plastica. L’ultima novità del Gruppo è la linea Pro-Tect by Pro-Gest Group, che realizza imballaggi in polpa di cellulosa termoformata, utilizzando fibra riciclata e vergine. Disponibile in due varianti – Linea Industria e Linea Premium – questa fibra modellata è un materiale moderno, personalizzabile e ideale per numerosi settori, tra cui industria, elettronica, automotive, cosmetica e food &beverage. Riciclabile e altamente protettiva, rappresenta una valida alternativa agli imballaggi in plastica e polistirolo.

    Quanto investe in innovazione, transizione green e digitale?

    Pro-Gest investe costantemente in innovazione per ottimizzare i processi produttivi e ridurre l’impatto ambientale. Ha adottato soluzioni avanzate come impianti fotovoltaici e sistemi di cogenerazione, e ha puntato sulla digitalizzazione, automatizzando vari aspetti della produzione per migliorarne l’efficienza. Tra le novità, l’introduzione della stampa digitale HP per il packaging segna un passo verso una produzione più flessibile e sostenibile. Il Gruppo ha abbracciato la transizione green e digitale come parte del suo sviluppo. Le sue cartiere sono tra le prime a utilizzare impianti di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e vapore. Negli ultimi dieci anni, molti stabilimenti sono diventati energeticamente autonomi grazie agli impianti fotovoltaici. Sul fronte digitale, Pro-Gest continua a investire in digitalizzazione e automazione per migliorare l’efficienza e la qualità del prodotto.

    Chi guida oggi l’azienda?

    La governance di Pro-Gest si distingue per l’inclusione di esperti indipendenti e membri della famiglia Zago. Ad affiancare l’amministratore delegato Francesco Zago, nel 2024 è stato nominato Angelo Rodolfi come Chief Restructuring Officer (CRO), con pieni poteri operativi per la ristrutturazione e il rilancio del gruppo. Il Consiglio di Amministrazione è stato ampliato per includere professionisti con comprovata esperienza e membri della famiglia Zago, garantendo così una leadership condivisa tra la proprietà familiare e competenze esterne. Bruno Zago, fondatore dell’azienda nel 1973, ricopre ora la carica di Presidente Onorario.

    Quanta ricchezza ha prodotto Pro-Gest per il territorio su cui opera?

    Pro-Gest contribuisce in modo concreto allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali in cui opera. L’azienda investe in progetti che migliorano la qualità della vita e promuovono la sostenibilità.​ Gli stabilimenti Pro-Gest collaborano con enti e scuole affinché il riciclo della carta sia una prassi virtuosa comune e supportata. Grazie a queste iniziative, non solo si abbassa l’impatto ambientale, ma si crea anche un valore tangibile per le comunità, attraverso l’educazione ambientale e l’attivazione di progetti che rafforzano il legame tra l’azienda e il territorio.

    Progetti o iniziative per il personale dell’azienda, di cui Pro-Gest è particolarmente fiero?

    Pro-Gest è molto attenta al benessere e ai percorsi di formazione continua dei suoi dipendenti. L’azienda ha sempre investito nelle persone, con iniziative volte a migliorare la loro crescita professionale e a garantire un ambiente di lavoro positivo.

    Come fronteggia la concorrenza e qual è il valore aggiunto di Pro-Gest?

    Pro-Gest si distingue dalla concorrenza grazie alla sua integrazione verticale della produzione, che le permette di controllare ogni fase del processo produttivo, dal recupero del macero alla realizzazione del packaging. Un approccio che permette all’azienda di avere un controllo totale sulla qualità, sui tempi di produzione e sui costi. Inoltre, l’adozione di tecnologie avanzate, come la stampa digitale e l’automazione dei processi produttivi, consente a Pro-Gest di offrire soluzioni personalizzate e rispondere rapidamente alle esigenze dei clienti, anche in contesti di mercato dinamici e competitivi.

    Progetti?

    Nei prossimi quattro-cinque anni, Pro-Gest mira a consolidare la sua posizione sia sul mercato europeo che su quello nazionale. In un contesto caratterizzato dall’aumento dei costi, l’azienda si concentrerà sull’ottimizzazione delle risorse produttive e sul miglioramento dell’efficienza operativa per affrontare le sfide economiche e rimanere competitiva nel lungo periodo.

    Cinzia Ficco

  • Loacker: nasce la Società Benefit con un Centro Tecnologico da 30 milioni

    Loacker: nasce la Società Benefit con un Centro Tecnologico da 30 milioni

    L’azienda altoatesina, famosa per i suoi wafer, ha compiuto cento anni


    A cento anni dalla sua fondazione, Loacker centra un obiettivo simbolico.

    L’azienda altoatesina, diventata sinonimo di wafer in tutto il mondo, annuncia la sua trasformazione in Società Benefit, accompagnata da un investimento di 30 milioni di euro in un Centro di Ricerca e Sviluppo all’avanguardia che sorgerà ad Auna di Sotto, nel cuore dell’Alto Adige.

    Fondata nel 1925 da Alfons Loacker, pasticcere visionario che intuì il potenziale di un dolce allora poco conosciuto, l’azienda ha saputo evolversi attraverso tre generazioni fino a diventare un brand internazionale, oggi presente in oltre 100 Paesi.

    La scelta di diventare Società Benefit segna un passaggio culturale: non si tratta solo di business, ma di un impegno concreto verso l’ambiente, le persone e il territorio.

    «Diventare Società Benefit significa inserire nel nostro statuto obiettivi di impatto positivo – spiega Ulrich Zuenelli, presidente esecutivo e nipote del fondatore – Puntiamo alla certificazione B Corp entro il 2027. È una scelta di responsabilità, coerente con i valori che da sempre ci guidano».

    Questa trasformazione arriva in un momento di grande fermento: nel 2024 l’azienda ha registrato una crescita del 6% raggiungendo 460 milioni di euro di ricavi consolidati, con oltre 1 miliardo di confezioni singole vendute nel mondo. Solo il brand Loacker contribuisce con 344 milioni di euro, segnando un incremento del 7%.

    Il nuovo Centro Tecnologico, che sarà operativo entro la fine del 2027, rappresenta il cuore della strategia di innovazione del gruppo. Ospiterà laboratori di ricerca, spazi per lo sviluppo di nuovi prodotti e una sala polifunzionale dove testare le linee produttive del futuro. Non solo innovazione di prodotto, ma anche innovazione nei processi e nei materiali, con un’attenzione particolare alla sostenibilità delle filiere e alla riduzione dell’impatto ambientale.

    Il contesto in cui Loacker si muove, però, non è semplice. I rincari delle materie prime – dalla nocciola all’olio di cocco, fino al cacao – hanno imposto un adeguamento dei prezzi. «È stata una vera tempesta perfetta – ammette Zuenelli – ma nonostante le sfide, il 2025 è iniziato con segnali positivi e lanci importanti, come i co-branding con Mila e Sammontana».

    Sul fronte strategico, l’azienda punta ora ad aumentare la propria quota di mercato al 7% entro il 2030, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) dell’8%. In parallelo continua l’investimento nella brand equity, con un budget pari all’8-10% dei ricavi, supportato da una comunicazione dal tono emozionale e dal nuovo posizionamento riassunto nel claim:
    “La bontà è una scelta ribelle”.

    Un messaggio forte, che mette al centro la qualità, l’etica e la volontà di distinguersi in un mercato affollato, rimanendo fedeli alla propria identità.

    Loacker è un simbolo di come tradizione e innovazione possano coesistere, e di come sia possibile, anche dopo un secolo di storia, rimettersi in gioco scegliendo con coraggio la strada della responsabilità.

    Matteo Cerri

    Immagine tratta dal sito loacker.it/i-nostri-prodotti/wafer/

  • A Bari i custodi di 150 chilometri di patrimonio documentale

    A Bari i custodi di 150 chilometri di patrimonio documentale

    Si tratta della Prodeo, azienda nata nel 1985. Parla l’ad, Marina Marzocca


    Prodeo è nata a Bari nel 1985 dall’intuizione di due soci, tra cui l’attuale presidente e socio unico, Domenico Marzocca. Muove i primi passi nell’intermediazione finanziaria ed immobiliare, perché sin dall’inizio interagisce  con importanti enti pubblici e privati, in particolare con i rispettivi Uffici Legali e Contratti-Appalti. “La visibilità dei processi operativi ed amministrativi e la produzione importante di documenti cartacei, relativi a tali processi e nel contempo la formulazione delle prime normative a livello nazionale sulla produzione di documenti in formato elettronico suggerisce ai soci di ideare e formulare un progetto pilota, per un importante ente regionale pugliese di archiviazione e ricerca documentaria elettronica dell’ufficio legale e divisione contratti – E’ un progetto pioneristico ci spiega Marina Marzocca, figlia del fondatore e amministratore delegato dell’azienda- datato 1989, che vede integrati nel team di lavoro conoscenze archivistiche, informatiche e l’utilizzo di tecnologie di archiviazione ottica allora innovative come microfilm e dischi ottici basati su tecnologie laser. Il progetto consente la radicale trasformazione della società e la sua focalizzazione, tra le primissime realtà a livello italiano, su tali temi con investimenti importanti in acquisizione di competenze specialistiche e risorse strumentali”.

    Come ha fatto a resistere per 40 anni e come fronteggia la concorrenza?

    Merito della sua organizzazione e del suo personale qualificato, la Prodeo cresce negli anni diventando punto di riferimento della Pubblica Amministrazione e degli Enti Privati. Il core business e valore aggiunto di Pròdeo S.p.A. è la gestione dell’intero ciclo di vita della gestione archivi nei suoi step principali: e cioè Presa in carico, trasferimento e custodia del materiale archivistico in propri depositi archivistici dedicati esclusivamente alla conservazione archivistica, adeguatamente attrezzati, in assoluta sicurezza e rispettando la normativa vigente in materia di privacy, Riordinamento e catalogazione informatica, Ricerca e consegna del documento in originale/digitale, secondo le tempistiche ed esigenze dettate dal cliente, Scarto, distruzione ed eliminazione della documentazione sia analogica che digitale non più soggetta ad obbligo di conservazione offrendo un servizio di gestione documentale completo, integrato, innovativo e personalizzabile sulla base delle aspettative dei  clienti.

    I numeri di Prodeo?

    Il fatturato nel 2024 è di 3milioni e 200 mila euro, ha 34 dipendenti.  I suoi clienti principali clienti sono: Piano Nazionale Di Ripresa E Resilienza (PNRR), Ministero della Giustizia, Aziende Sanitarie Locali, Regione e Comuni.

    Quante digitalizzazioni di materiale cartaceo riuscite a realizzare ogni anno?

    L’unità di misura è il metro lineare di documentazione. Circa 500metri lineari su base annua di serie documentali diverse dalle cartelle cliniche, dai fascicoli del personale alle pratiche di edilizia privata.

    Quanto è grande il deposito di materiale cartaceo?

    Nel corso degli anni, Pròdeo S.p.A. ha ampliato la struttura logistica in modo strategico sul territorio, dotandosi di un grande centro di archiviazione nella città di Bari oltre ad altri centri dislocati in altre località italiane. La sede principale, che si trova a Bari, si estende su 8312 metri quadrati con 150km di patrimonio documentale messo in  custodia e risponde ai più elevati standard di sicurezza e privacy organizzativi, necessari ad assicurare un servizio adeguato alle esigenze del cliente: Impianti antincendio con rivelatori di fumo connessi alla centrale elettronica del sistema automatico di spegnimento; Rispondenza all’azione sismica, Impianti di videosorveglianza per vigilare sugli ingressi e sull’intero perimetro esterno, Sistemi di controllo degli accessi utenti all’archivio, Sistemi di monitoraggio ambientale: temperatura, umidità e antiallagamento, Scaffalature industriali per la messa a dimora della documentazione, Sistemi di tracciabilità della documentazione archiviata, Aree di consultazione. Nei depositi archivistici è collocata tutta la documentazione e vengono effettuate le attività di handling e digitalizzazione sia della parte storica, sia della parte di deposito e corrente derivante dalla normale attività del cliente.

    Trasformazione green e digitale: come le sta gestendo la Prodeo?

    La recente evoluzione normativa sulla dematerializzazione documentale, conclusasi con l’entrata in vigore delle nuove linee guida AGID, definisce un quadro di riferimento tecnico-normativo chiaro ed esaustivo sulla possibilità di attuare la conservazione sostitutiva di documenti cartacei tramite digitalizzazione massiva e certificazione di processo per conferire valore legale alle copie digitali di documenti cartacei. Prodeo utilizza le migliori tecnologie disponibili di documents scanning, per convertire con estrema precisione documenti cartacei in digitali, utilizzando le più moderne tecnologie disponibili sul mercato. L’organizzazione e la digitalizzazione dei documenti infatti sono passaggi essenziali per assicurare un accesso rapido e sicuro alle informazioni. Questa fase richiede un’infrastruttura tecnologica adeguata per garantire che i documenti siano facilmente reperibili e consultabili quando necessario, in maniera rapida ed efficiente. Prodeo ha adottato una piattaforma cloud-based che integra, in un’unica soluzione, la gestione dell’archivio documentale, il back-office e le richieste degli utenti.

    Siete alla seconda generazione.

    La società è in pieno passaggio generazionale. Sono l’ad di Prodeo. Tale passaggio è stato gestito come un processo di affiancamento generazionale graduale legato al governo e all’ evoluzione strategica della società. In questo processo la proprietà ha affiancato all’ad, in qualità di direttore operativo, un manager di lungo corso, Pietro Cosoli, soprattutto per la definizione e l’adozione di tecnologie innovative e gestione della transizione digitale dei processi aziendali. La guida femminile della società ha valorizzato alcuni aspetti e principi su cui la società ha particolare attenzione, quali: la parità di genere soprattutto in tema di equità salariale, la genitorialità, la cura e la prevenzione di abusi e molestie sui luoghi di lavoro.

    Di cosa avrebbe bisogno un’azienda come Prodeo per andare avanti e in un territorio come quello pugliese?

    La società Prodeo vanta un posizionamento nazionale, collaborando da anni con realtà importanti nella gestione di archivi documentali di Enti a livello di pubblica amministrazione centrale e locale. La localizzazione in Puglia ci consente di accedere a strumenti di sostegno della competitività e innovazione delle PMI, previsti dai bandi regionali. Il focus dell’Agenda Digitale pugliese sulla promozione della trasformazione digitale e della transizione ecologica, incentiva l’adozione di nuove tecnologie e soluzioni innovative, migliorando così i processi produttivi e organizzativi delle imprese. Diventa importante, in questo contesto dinamico, la collaborazione tra grandi aziende, PMI e start-up, con premialità ai progetti che includono donne, giovani e persone con disabilità, temi su cui l’azienda è particolarmente sensibile.

    Quali sono i progetti del futuro?

    Guardando al futuro, Prodeo non si limita alla semplice conservazione. L’obiettivo è rendere i dati del patrimonio informativo non solo accessibili, ma anche al servizio dell’analisi avanzata e della ricerca. Vorremmo lavorare con l’intelligenza artificiale per estrarre informazioni, di concerto con i titolari del trattamento, del vasto patrimonio documentale che custodiamo. L’efficace utilizzo delle tecniche di IA prevede la gestione di un’enorme quantità di dati che sia però consistente e validata. Immaginiamo, ad esempio, le cartelle cliniche distribuite su diverse annualità e relative a diverse patologie che possono contribuire alla ricerca epidemiologica e non solo. L’azienda, grazie alle sue tecnologie e tecniche di gestione e trattamento dati, vuole porsi dunque come partner strategico per la Pubblica Amministrazione, i System Integrator e le realtà IT, per concorrere a progetti di ricerca. Il patrimonio documentale digitalizzato, dunque, diventa così una risorsa dinamica, utilizzabile non solo per la ricerca, ma anche per migliorare i servizi ai cittadini e integrare le informazioni con altre tecnologie, come nel caso dell’analisi territoriale. Concludo con uno slogan In un mondo sempre più orientato ai dati, noi vogliamo essere i partner giusti per valorizzarli.

    Cinzia Ficco

  • Canon Medical System: premio per Innovazione & Leadership

    Canon Medical System: premio per Innovazione & Leadership

    L’azienda riceve il riconoscimento ‘Le Fonti Awards 2025’


    Canon Medical Systems, con sede a Roma, è stata premiata per Innovazione & Leadership. L’azienda riceve il prestigioso riconoscimento ‘Le Fonti Awards 2025’, uno dei principali premi dedicati all’eccellenza nel panorama economico e aziendale italiano. Canon Medical Systems conferma il suo ruolo pionieristico nel settore dell’Imaging Diagnostico e la sua costante attenzione alla crescita e allo sviluppo delle competenze professionali. Il premio ottenuto rappresenta un percorso di crescita nel quale l’azienda è orientata verso modelli di business sostenibili, senza tralasciare quelli ad alto valore aggiunto. Con Leonardo Forzoni (in foto), Amministratore Delegato di Canon Medical Systems Italia, vogliamo conoscere il ruolo dell’innovazione nell’azienda.

    Innovazione e formazione che ruolo svolgono nell’azienda?

    «Canon Medical Systems Italia è una realtà leader nello sviluppo di soluzioni di diagnostica per immagini, tra cui tomografia computerizzata, risonanza magnetica, ecografia, radiologia convenzionale, angiografia ed informatica sanitaria. Siamo impegnati a fornire tecnologie all’avanguardia e servizi di eccellenza a supporto dei professionisti della sanità. Da un lato, ci impegniamo quotidianamente nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate, che rispondano alle esigenze di un sistema sanitario sempre più complesso. Dall’altro, sappiamo che la tecnologia da sola non basta: occorre valorizzare il capitale umano, rendendo le competenze delle persone il vero acceleratore del cambiamento. Il nostro impegno è volto a sviluppare tecnologie significative e creare valore per la vita delle persone, secondo la filosofia Made for Life che ci guida ogni giorno. È facile comprendere quanto innovazione e formazione rappresentino due assi portanti della nostra strategia di sviluppo. Per questo, abbiamo lanciato la Business Academy, un programma strutturato di formazione continua dedicato a tutto il nostro organico e ai nostri partner esterni, sviluppato con una primaria realtà accademica italiana. La Business Academy nasce con l’obiettivo di potenziare le competenze di tutto il team attraverso percorsi formativi che integrano sessioni ibride ed attività di training. Un ambiente di apprendimento dinamico e aperto, dove la condivisione della conoscenza è il primo motore dell’innovazione».

    Quali sono le frontiere della tecnologia?

    «Le nuove frontiere tecnologiche si giocano su tre dimensioni chiave: intelligenza artificiale, automazione dei processi e integrazione dei dati. Oggi, le nostre soluzioni di AI applicata all’imaging diagnostico consentono di migliorare la qualità delle immagini, supportare il processo decisionale clinico e ottimizzare i tempi operativi. Guardiamo alle interfacce utente intelligenti e alle piattaforme di automazione che semplificano e standardizzano i flussi di lavoro, efficientando non solo il processo diagnostico, ma anche la gestione del paziente lungo tutto il percorso di cura. È questo l’obiettivo di alcune nostre tecnologie chiave, che consentono di ridurre la variabilità operativa, migliorare l’efficienza e garantire un approccio personalizzato e centrato sul paziente. Inoltre, stiamo esplorando l’uso di strumenti di realtà virtuale e aumentata, che stanno rivoluzionando la formazione e l’apprendimento, offrendo esperienze immersive e interattive per i professionisti sanitari. I nostri progetti dimostrano come questo approccio possa trasformare la didattica tradizionale in un’esperienza coinvolgente e interattiva, con impatti positivi sulla curva di apprendimento, riducendo il gap tra teoria e pratica. Queste tecnologie rappresentano non solo un’evoluzione nella formazione medica, ma anche un ponte verso un sistema sanitario più inclusivo, innovativo. La vera frontiera, però, è coniugare la tecnologia con un approccio etico e sostenibile, garantendo la sicurezza dei dati, il rispetto della privacy e l’integrazione delle soluzioni nel percorso di cura, senza mai dimenticare la centralità della persona».

    Come coniugare sviluppo digitale e formazione?

    «Crediamo che la digitalizzazione non possa prescindere da un forte investimento in formazione. La tecnologia evolve in modo esponenziale, ma il fattore umano resta decisivo: ogni nuova soluzione deve essere compresa, integrata e gestita da persone che abbiano le competenze per farlo in modo consapevole. Per questo, in Canon Medical affianchiamo allo sviluppo delle nostre piattaforme digitali un percorso formativo strutturato. Siamo consapevoli che l’efficacia dell’innovazione si misura anche nella capacità di ridurre la learning curve, affinché l’adozione delle nuove tecnologie non richieda tempi più lunghi del processo stesso di implementazione. È una questione di efficienza e di sostenibilità operativa, che diventa cruciale in contesti sanitari ad alta complessità. Supportiamo sia i partner sia i professionisti della sanità per accelerare la curva di apprendimento e valorizzare al massimo il potenziale delle nuove tecnologie. Non è solo una questione tecnica, ma di mentalità: formare significa costruire una cultura, capace di cogliere le opportunità e affrontare le sfide del cambiamento. Allo stesso tempo, introduciamo e ci avvaliamo di soluzioni tecnologiche progettate per ridurre drasticamente la complessità e rendere immediato l’utilizzo dei nostri sistemi. In Canon Medical la chiamiamo Meaningful Innovation: un’innovazione che semplifica l’esperienza d’uso, mette al centro le persone e rende la tecnologia un alleato concreto nella pratica clinica quotidiana».

    Il mercato delle imprese in che modo cambierà grazie alla tecnologia?

    «Le imprese sono chiamate a rivedere i propri modelli di business in un contesto che richiede agilità, congruenza e responsabilità. Ciò vale specialmente in ambiti B2B complessi, come quello della diagnostica per immagini, dove i processi decisionali coinvolgono un numero elevato di stakeholder e richiedono una gestione articolata delle relazioni tra partner tecnologici, clinici e istituzionali. La tecnologia offre straordinarie opportunità: automazione dei processi, analisi predittiva, maggiore personalizzazione dei servizi. Tuttavia, la trasformazione digitale deve essere guidata da una strategia chiara, che metta al centro le persone e il valore generato per i clienti e per la società. Nel nostro settore, ad esempio, la tecnologia ci consente di offrire diagnosi più rapide e accurate, migliorando l’esperienza dei pazienti e ottimizzando i flussi di lavoro dei professionisti della salute. Più in generale, la tecnologia può aiutare le imprese a diventare più sostenibili e resilienti, ma richiede investimenti di lungo periodo e un approccio etico, che tenga conto anche delle possibili implicazioni sul piano umano, sociale e ambientale».

    Il digitale come rivoluzionerà i modelli di business aziendali?

    «Più che una rivoluzione, il digitale rappresenta un’evoluzione – o meglio, una ri-evoluzione – dei modelli di business aziendali. Non si tratta solo di adottare nuove tecnologie, ma di ripensare in modo profondo e consapevole i processi operativi e organizzativi. La tecnologia è un mezzo, non la soluzione in sé: il suo valore si realizza quando abilita un cambiamento concreto e logico. Canon Medical è un esempio di questa trasformazione: integriamo AI e sistemi di automazione, non per sostituire il lavoro umano, ma per potenziarne l’efficacia, ridurre i margini di errore e liberare tempo e risorse per attività a maggior valore aggiunto. Il digitale abilita modelli predittivi, che consentono alle aziende di anticipare i bisogni, personalizzare soluzioni e migliorare l’efficienza dei processi. Ma la vera innovazione si misura nell’impatto positivo che produce sulla vita delle persone e nella capacità di costruire un futuro di benessere, più inclusivo, etico e sostenibile».

    Francesco Fravolini

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  • Umbria, Monni S.r.l: 91 anni di eccellenza nella rigenerazione di motori

    Umbria, Monni S.r.l: 91 anni di eccellenza nella rigenerazione di motori

    Azienda familiare, giunta alla terza generazione


    La Monni Srl è un’impresa familiare fondata nel 1934. L’azienda di Perugia ha iniziato la sua attività con la riparazione di macchine agricole per poi evolversi nel settore delle macchine industriali grazie all’impegno e alla visione della famiglia Monni.

    Fondata da Carlo e Aldo Monni, l’azienda ha mantenuto la stessa proprietà ed è arrivata alla terza generazione .

    “Nel 2010, in un periodo di crisi economica – ci racconta Daniela Monni (in foto), responsabile commerciale l’azienda ha saputo reinventarsi, specializzandosi nella revisione e rigenerazione di motori e affermandosi come un punto di riferimento nel mercato nazionale e internazionale puntando sempre all’innovazione”.

    “La fortuna di questa azienda – afferma Samuele, il papà di Daniela – è legata ad una serie di circostanze. Nel nostro comune viveva un proprietario terriero fanatico della meccanizzazione. Come mio padre aveva una passione innata per questa disciplina e aveva trovato il posto in cui potersi esercitare. Come? Riparando le prime trattrici presenti sul mercato italiano: quando queste si rompevano non ci si poteva fermare e bisognava andare avanti. Nell’immediato dopoguerra la simbiosi dei fratelli Carlo e Aldo ha contribuito alla creazione di una macchina artigianale che, partendo da un coil artigianale assemblato in casa, permetteva di sfornare centinaia di tubi in acciaio per l’irrigazione. Dagli scarti di queste lavorazioni, un altro artigiano diventato poi un grande industriale meccanico mosse i primi passi, costruendo le mezzelune in lamiera che ferravano gli zoccoli di legno. Da allora ad oggi è cambiato il contesto economico e culturale ma è rimasta immutata l’attenzione alla soluzione di problemi e alle persone”.

    Motori Rigenerati: Una Scelta Sostenibile

    La specializzazione di Monni S.r.l. è nella produzione e nell’esportazione di motori rigenerati. “Questo processo  – ci dice ancora Daniela – prevede la revisione completa di motori usati, che vengono riportati alle condizioni operative originali. La rigenerazione non solo prolunga la vita utile dei motori ma rappresenta anche una scelta ecologica, riducendo la necessità di nuove produzioni e contribuendo alla sostenibilità ambientale”.

    Dati aziendali

    Attualmente, la Monni Srl è un’azienda artigianale, ma nota a livello internazionale. Conta 14 dipendenti e collabora con importanti realtà del settore, come Bonatti di Parma e aziende di tutto il mondo attive su scala globale. Il fatturato annuale si attesta su 1.2 milioni di euro con una produzione che si rivolge sia al mercato nazionale che a quello internazionale. Dal 2010 ad oggi il fatturato estero è passato dall’ 1% al 15% toccando negli anni del Covid la percentuale del 30%.

    L’azienda ha esteso la propria presenza oltre i confini italiani, intervenendo per alcuni clienti presso cantieri all’estero e ampliando la propria clientela attraverso la vendita di motori revisionati e gruppi in programma scambio sul web. I motori della Monni S.r.l. operano oggi su macchine presenti in ogni parte del mondo. ​

    Resilienza e Competitività

    “Nonostante le sfide logistiche legate alla posizione geografica dell’Umbria – afferma la responsabile commerciale – Monni S.r.l. ha saputo distinguersi grazie a una combinazione di esperienza, qualità del servizio e adattabilità alle esigenze del mercato. L’azienda ha affrontato con successo la concorrenza nazionale puntando sulla disponibilità di uno stock di oltre 150 motori. Restano le difficoltà legate alla logistica, sia per le merci che per le visite di clienti internazionali. In Italia la concorrenza è rappresentata da officine colleghe che operano su scala locale. Non sono presenti dealer che hanno uno stock simile di motori diversificato per marca e tipologia e che consente una immediata reperibilità in caso di difficoltà e fermo macchina dei clienti finali”.

    Innovazione e Sostenibilità

    Monni S.r.l. ha intrapreso un percorso di transizione verso pratiche più sostenibili e digitalizzate. L’azienda è partner JCB per il servizio di assistenza e ricambi, dimostrando così un impegno costante nell’aggiornamento tecnologico e nella formazione del personale. “Attraverso il digitale – chiarisce Daniela –  la nostra piccola impresa, prima non conosciuta nel mondo, dal 2010 si è resa immediatamente visibile sul mercato online ricevendo ordini da tutto il mondo grazie a strategie di comunicazione efficaci. Dalla Polinesia alle Rock Mountains.  Sono ormai 1000 i motori rigenerati da noi che lavorano in diverse parti del mondo. Un aspetto distintivo è l’adozione di principi di economia circolare: ogni motore venduto viene sostituito da uno vecchio, che viene rigenerato e reimmesso nel mercato contribuendo alla riduzione degli sprechi e all’ottimizzazione delle risorse. Durante la pandemia questa strategia si è rivelata vincente, permettendo alla Monni Srl di crescere del 15% grazie alla disponibilità di componenti di difficile reperimento sul mercato. Nel 2024 ci siamo dotati di un impianto fotovoltaico per una migliore efficienza energetica, grazie a fondi europei”.

    Impatto Economico Locale

    Oltre a garantire occupazione stabile, l’azienda ha generato un indotto piccolo, ma significativo, collaborando con fornitori locali ed evitando la desertificazione industriale di una piccola comunità che ha perso in questi anni numerose attività commerciali, artigianali e industriali.

    Prospettive Future

    “Guardando al futuro – dichiara – Monni S.r.l. intende espandere ulteriormente la propria presenza nei mercati esteri, investendo in nuove tecnologie e formando continuamente il proprio personale. Per supportare questa crescita, l’azienda conta su politiche nazionali utili a favorire l’innovazione, garantire infrastrutture più efficienti e incentivi per le imprese che investono in sostenibilità e digitalizzazione”.

    La storia di Monni S.r.l. è un esempio tangibile di come tradizione e innovazione possano integrarsi, contribuendo allo sviluppo economico e sociale del territorio e rappresentando un modello di eccellenza nel settore della rigenerazione dei motori. “Rigenerare un motore – conclude Daniela – significa far tornare in vita il cuore di una macchina che sarebbe altrimenti destinato alla rottamazione. Servono competenze tecniche, tramandate di generazione in generazione, e la capacità di reperire con celerità ricambi nuovi e usati nel mercato nazionale e estero. Ogni giorno riceviamo oltre 20 richieste di motori e ricambi, da Italia, Europa e anche dal resto del mondo. Altra caratteristica della nostra azienda è il servizio clienti appartenenti a segmenti molto diversi tra loro: si va dal piccolo allevatore italiano al grande dealer francese, dalla società Contractor di progetti transnazionali al piccolo agricoltore francese. Per tutti cerchiamo di risolvere con il minor tempo possibile i problemi legati al fermo macchina. Lavoriamo come aI Box di Formula 1 e a volte in condizioni di particolare difficoltà tecnica. Ci è capitato un motore Tier 5, di cui neppure il fabbricante aveva rilasciato il manuale di assistenza. Abbiamo risolto il problema grazie ad un approccio proattivo che considera la meccanica una sfida da superare ogni giorno”.

    Cinzia Ficco

  • Doppio Malto:  10 aperture in programma nei prossimi 12 mesi.

    Doppio Malto: 10 aperture in programma nei prossimi 12 mesi.

    Il marchio guidato da Giovanni Porcu accelera sullo sviluppo soprattutto con il franchising


    Nel 2024 cresce Doppio Malto.

    Il marchio guidato da Giovanni Porcu, che comprende sia il birrificio sia la catena di ristoranti in Italia e in Francia, ha realizzato un fatturato totale di oltre 80 milioni di euro, centrando un +15% sul 2023.

    Ottimi risultati dal birrificio di Iglesias, che l’anno scorso ha raggiunto una produzione di 1,8 milioni di litri, destinata a soddisfare il bisogno della catena retail nonché l’inserimento delle bottiglie Doppio Malto nel mercato della grande distribuzione.

    Una chiave del business retail di Doppio Malto è la crescita del franchising. Il prossimo obiettivo è arrivare a quota 100 locali nei prossimi tre anni. Nel corso del 2025 il network si rafforzerà su diversi settori, partendo da quello travel: dopo l’apertura nel giugno 2023 a Fiumicino il leader internazionale Gruppo Lagardère Travel Retail ha deciso di continuare a sostenere il progetto Doppio Malto con l’inaugurazione, avvenuta il 24 marzo scorso, di un nuovo locale presso l’Aeroporto di Venezia. Presso lo scalo aeroportuale lagunare è arrivato un Doppio Malto che conta 80 posti a sedere interni e 50 all’esterno.

    Giovanni Porcu, ceo di Doppio Malto afferma: “Il nostro format esperienziale ed estremamente flessibile continua a conquistare imprenditori italiani e internazionali, presentandosi come la soluzione ideale per chi vuole aprire un locale o riconvertire la propria attività. Questo successo si deve alla forza del marchio e all’efficienza del progetto, che costituiscono sia un importante sostegno per le imprese sia le fondamenta per una strategia di business vincente, orientate alla soddisfazione del consumatore”.

    Oltre a Venezia, nei prossimi 12 mesi sono previste nuove aperture anche a Monza, Pavia, Rende, Lucca e Roma, ma anche a Pescara, Alessandria, Brennero Outlet e Cagliari. Il brand debutterà nel 2025 anche in Toscana, a Lucca, inaugurando un Doppio Malto negli spazi precedentemente occupati da Löwengrube. Cinque, invece, le aperture previste in Francia, sia a gestione diretta che in franchising: Nizza, nel prestigioso centro commerciale Cap300, Marseille Plan de Campagne, Montpellier Odysseum, Toulouse Blagnac e Laval.

    La Redazione

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  • Semiconduttori:  Microtest presenta negli USA il nuovo tester per automotive, 5G, data center ed energy storage

    Semiconduttori: Microtest presenta negli USA il nuovo tester per automotive, 5G, data center ed energy storage

    Azienda toscana, fondata Giuseppe Amelio, Moreno Lupi, Francesco Cantini


    Novità dal Gruppo Microtest di Altopascio, in provincia di Lucca: si tratta del nuovo tester VIP ULTRA che il leader europeo nella realizzazione di sistemi di test e nel testing di chip su package e su wafer di silicio sta presentando dal 16 marzo scorso – e lo farà fino al 20 marzo prossimo – alla Applied Power Electronics Conference (APEC) 2025, evento rappresentativo dell’elettronica di potenza, presso il Georgia World Congress Center di Atlanta (Georgia, USA).

    VIP ULTRA, nuova generazione dello storico prodotto di Microtest VIP Extended, è l’ATE (Automatic Test Equipment) destinato al test di dispositivi Wide Band Gap (WBG), realizzati utilizzando semiconduttori composti come il Carburo di Silicio (SiC) e il Nitruro di Gallio (GaN), che hanno dimostrato prestazioni decisamente migliori nell’elettronica di potenza dove è richiesta una efficace capacità di gestione di correnti e tensioni di valore elevato.

    Grazie alla maggiore efficienza energetica ottenuta nel loro utilizzo, i dispositivi realizzati con materiali WGB stanno trovando un largo impiego nel settore automobilistico e industriale rivolto soprattutto allo sviluppo di tecnologia per veicoli elettrici e ibridi, gli inverter solari, le infrastrutture 5G e i data center, sempre più richiesti per supportare le richieste di calcolo delle emergenti applicazioni AI (Artificial Intelligence) e ML (Machine Learning).

    Dato l’impiego sempre più esteso dell’elettronica di potenza nel mondo industriale, Microtest ha progettato e sviluppato il VIP ULTRA, un tester di maggiore flessibilità operativa che offre diverse configurazioni con risorse che raggiungono tensioni 1.7KV (VIP ULTRA HV 1.7KV) o 4KV (VIP ULTRA HV 4KV) e correnti fino a 250A.

    Il VIP ULTRA si pone così come l’unica piattaforma di test sul mercato in grado di garantire un completo set di strumenti per l’esecuzione di test DC (Direct Current, a corrente continua) e di stress energetico con un parallelismo estremamente elevato (32 nella configurazione 1.7KV e 16 con la 4KV).

    Queste innovative caratteristiche lo rendono particolarmente adatto al test di chip smart e high power eseguiti a livello di wafer di silicio per verificare la corretta funzionalità dei dispositivi integrati prima dell’operazione di taglio (chip dicing), necessaria per isolare e successivamente assemblare il componente integrato stesso.

    “Con VIP ULTRA – dichiara Emiliano Consani (in foto), Head of ATE Business Unit del Gruppo Microtest – stiamo portando innovazione nel settore del testing di dispositivi high power con una piattaforma di test più efficiente e vantaggiosa per il mercato. Sempre più applicazioni, dal settore Automotive a quello dei data center, richiedono dispositivi elettronici che possano gestire efficacemente elevate quantità di energia. Questo impone anche alle piattaforme di test di evolversi, per supportare tensioni maggiori massimizzando la capacità produttiva. Numerosi attori, privati e governativi, stanno investendo in nuove fabbriche, strutture e centri di ricerca per sviluppare nuovi materiali e nuove tecnologie in grado di rispondere alle nuove applicazioni industriali. Se fino a dieci anni fa il semiconduttore per eccellenza era il silicio, oggi è noto che la sua combinazione col carbonio lo rende più adatto alle nuove richieste di mercato. Microtest, con la sua lunga e solida competenza nel settore, si propone di rispondere con il nuovo tester VIP ULTRA alle esigenze di un mercato in continua evoluzione”.

    Ad APEC 2025, oltre a presentare il VIP ULTRA, Microtest esporrà altre soluzioni per il collaudo dell’elettronica di potenza, realizzate dalle due controllate del gruppo: il MOSTRAK 2 della britannica ipTEST e l’FTI-1000 della statunitense Focused Test, presso il Booth 1142.

    Microtest

    Fondata nel 1999 ad Altopascio (Lucca) dall’intuizione dei tre soci fondatori (Giuseppe Amelio, Moreno Lupi, Francesco Cantini), Microtest è nel tempo diventata partner tecnologico dei principali leader mondiali di design e produzione di microchip, ed è stata capace di sviluppare soluzioni innovative, grazie a un solido team di ingegneri e a una buona flessibilità produttiva. Alla originale attività di servizi e Test House, nel 2004 Microtest ha raggiunto una tappa fondamentale e ampliato la propria offerta anche agli equipments con l’avvio della produzione delle ATE, (Automatic Test Equipment), ovvero sistemi utilizzati nel settore della produzione di dispositivi microelettronici in settori strategici ed ad alto contenuto tecnologico come automotive, difesa, medical, industrial, consumer, AI, e degli handler, sistemi per la movimentazione dei dispositivi microelettronici. Nel 2018 l’attività di Test House viene ulteriormente rafforzata da una presenza diretta in Far East, con una nuova sede in Malesia. Nell’aprile 2022, Xenon Private Equity ha rilevato la maggioranza di Microtest, dando impulso alla strategia di espansione internazionale. Negli anni, Microtest è cresciuta fino a superare i 58 milioni di fatturato nel 2023, con un margine ebitda superiore al 34%. Nel 2023 Microtest acquisisce prima Test Inspire, azienda olandese innovativa nella progettazione e commercializzazione di sistemi per la misurazione elettronica dei test sui semiconduttori, e poi Gedec, realtà italiana specializzata nella progettazione di sistemi elettronici e circuiti integrati. Sempre nel 2023, completa con successo l’OPA totalitaria nei confronti dell’olandese RoodMicrotec, quotata alla Borsa di Amsterdam, molto presente nel mercato tedesco. Nel 2024 acquisisce l’azienda britannica ipTEST e la statunitense FocusedTest. microtest.net/. In tutto 407 dipendenti e investimenti in innovazione che nei prossimi 3-5 anni ammonteranno a circa 25 milioni di euro.

    La Redazione.

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  • Sicily by Car si espande a Bologna

    Sicily by Car si espande a Bologna

    Si apre un ufficio multifunzionale


    Sicily by Car cresce.

    Ancora un’altra apertura in Italia per la società italiana indipendente quotata su Euronext Growth Milan, tra i principali operatori del settore autonoleggio, che questa volta triplica la sua presenza a Bologna, snodo nevralgico tanto per il traffico turistico che per le attività industriali.

    La nuova sede – dopo le aperture in aeroporto ed in centro città – precisamente a Calderara di Reno, in via Ungheri 2, dista appena 3,5 km dall’aeroporto Guglielmo Marconi e vanta un’area di 11mila metri quadrati, dedicati a più servizi utili a garantire un’offerta sempre più completa e qualitativamente ineccepibile. aziendatop.it/2023/09/28/tommaso

    Infatti, in un’unica soluzione il cliente non solo potrà noleggiare furgoni e auto, ma anche visionare l’ampia selezione di usato garantito, veicoli tutti provenienti dalla flotta Sicily by Car, in un ampio spazio espositivo coperto, circa mille  metri quadrati, con la consulenza di esperti del settore.

    L’area è inoltre adibita a facility dell’ufficio Sicily by Car del vicino scalo aeroportuale con uno spazio car wash per i mezzi a noleggio.

    L’orario di apertura al pubblico sarà dal lunedì al venerdì 8/13 e 15/18, mentre il sabato e la domenica dalle 9 alle 13.

    Tommaso Dragotto, fondatore e presidente Sicily by Car ha dichiarato: “Con la nuova apertura a Bologna consolidiamo il nostro presidio in città, diversificando l’offerta e agevolando coloro i quali desiderano valutare l’acquisto di un usato garantito. L’ufficio a Calderara di Reno, il 57° in Italia, testimonia la nostra volontà di continuare ad investire anche sul territorio nazionale, parallelamente ai nostri piani di espansione strategica in tutta Europa.”

    SICILY BY CAR

    Fondata nel 1963 da Tommaso Dragotto, Sicily by Car è tra i principali operatori nell’autonoleggio leisure a breve e medio termine, brand di eccellenza in grado di competere con i principali player globali per qualità del servizio, dimensionamento della flotta e presenza geografica. Vanta una rete in Italia di oltre 55 uffici di noleggio, con presidio negli aeroporti nazionali e internazionali e presenza capillare nelle città a maggiore vocazione turistica. Il parco vetture si compone di una flotta di circa 13 mila veicoli. Per garantire una gestione efficace ed efficiente del flusso di prenotazioni, SbC ha sviluppato una piattaforma in house, che convoglia tutte le informazioni commerciali e del parco auto, adeguando le diverse tariffe in tempo reale in base a località, tipologia di mezzi, disponibilità e periodo.

    E’ crescente attenzione alle tematiche ESG che hanno determinato la graduale conversione della flotta con veicoli green (oggi circa il 40% dell’intera flotta e il 64% del recente inflottato sono low emission) e la totale autonomia energetica del fabbisogno dell’headquarter attraverso l’istallazione di un impianto fotovoltaico capace di generare 187 KW.

    La Società intende consolidare la propria presenza in Italia e accelerare l’espansione sui mercati esteri. Il progetto strategico si basa sulle seguenti linee guida: crescita della linea B2C all’estero tramite operazioni di M&A e il lancio del marchio “SBC Europe”; rafforzamento del segmento B2B (car replacement e corporate) finalizzato alla diversificazione del business.

    La Società è presente in Albania, Malta, Francia, Austria, Polonia e Montenegro grazie ad accordi con partner strategici. Il modello società italiana indipendente quotata su Euronext Growth Milan di business prevede una capillare diffusione del brand “SBC Europe” grazie a una rete di agenzie e insegne locali pronte ad aprirsi a collaborazioni continuative basate sulla reciprocità del servizio tramite partnership commerciali in co-brand. SbC ha stretto accordi di partnership B2B con i più grandi broker internazionali in grado di garantire una copertura a livello mondiale del servizio car rental, raggiungendo una posizione di leadership (Booking.com, AutoEurope, Expedia, Cartrawler, Zuzuche/Qeeq, Carmore Korea, Rentcars Brasil, FTI Touristik, Ofran).

    La Redazione

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