Autore: Cinzia Ficco

  • Mercati, boom dell’asset globale dell’eCommerce

    Mercati, boom dell’asset globale dell’eCommerce

    Previsioni per il 2025 (The Times)


    Un’evoluzione guidata da connessioni mobile più rapide, sistemi di pagamento digitali sicuri e una customer experience sempre più fluida e personalizzata.

    Questi i fattori che secondo The Times porteranno il mercato globale dell’eCommerce a raggiungere i 6,56 trilioni di dollari nel 2025, con una crescita che sfiorerà il +8% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, per competere in un settore in continua trasformazione, non basta essere presenti online: è fondamentale privilegiare innovazione, efficienza operativa e customer experience.

    Proprio per rispondere a quest’esigenza, More Value, società del Gruppo Franceschelli, ha creato un servizio per gli eCommerce: «Supportiamo le aziende nello sviluppo e nella gestione del loro eCommerce o marketplace afferma Andrea Franceschelli, CEO e founder di More Value- occupandoci direttamente del processo come Merchant of Record (MoR) – Offriamo soluzioni efficaci a chi desidera investire nel canale online e affidarsi a partner specializzati».

    Se da un lato il commercio mobile sta diventando centrale, grazie alla disponibilità di connessioni più veloci e stabili da smartphone, dall’altro l’adozione di sistemi di pagamento digitali sempre più sicuri, rapidi e intuitivi sta contribuendo a semplificare il processo d’acquisto, aumentando la fiducia dei consumatori e incentivando le transazioni online.

    Secondo il quotidiano The Times, infatti, nel 2025 il mercato globale dell’e-commerce sarà protagonista di un’espansione significativa, con un valore stimato di circa 6,56 trilioni di dollari e una crescita che sfiorerà il +8% rispetto all’anno precedente. Dall’aumento degli acquisti via mobile all’omnicanalità, fino ad arrivare alla sostenibilità: sono diversi i fattori che stanno ridefinendo il modo in cui le persone acquistano e interagiscono con i brand online. Tuttavia, per cogliere a pieno queste opportunità, non basta soltanto essere presenti in rete: occorre investire nell’innovazione, garantire un’elevata qualità del servizio e costruire relazioni solide con i clienti, che oggi più che mai si aspettano customer experience personalizzate, immediate e trasparenti. Il 2025 si profila dunque come un anno cruciale per l’eCommerce, in cui la capacità di adattarsi e innovare farà la differenza tra chi riuscirà a crescere e chi rischierà di perdere terreno in un mercato sempre più competitivo e globalizzato.

    Ne è convinto anche Franceschelli,  che afferma: “La nostra esperienza ci ha portato a individuare i valori a cui i clienti sono più attenti, per esempio la fluidità e la semplificazione della customer experience. Per questo supportiamo le aziende nello sviluppo del loro eCommerce o marketplace, occupandoci direttamente del processo come Merchant of Record (MoR): dalla creazione della piattaforma fino alla gestione operativa quotidiana. Ciò significa seguirenon solo la logistica, ma anche: la gestione degli ordini, l’amministrazione, la fatturazione el’assistenza clienti. Il tutto con l’obiettivo di rendere il processo di vendita online il più fluido edefficiente possibile, integrando tecnologie avanzate e soluzioni su misura per ogni modello dibusiness, alleggerendolo dalle complessità operative”.

    Nell’esplorazione delle sfide future, il valore dell’esperienza omnicanale emerge come un elemento chiave per il successo dell’eCommerce. Dal sito web all’app mobile, fino al negozio fisico, i brand dovrebbero garantire una transizione fluida tra le diverse piattaforme, offrendo ai consumatori una fruizione senza interruzioni. In questo contesto, la capacità di integrare e ottimizzare alcune fasi del processo diventa un vero e proprio plus per una realtà come More Value. Un progetto innovativo, peraltro premiato con il Premio Logistico dell’Anno 2024, che nasce proprio con questo obiettivo: semplificare la gestione operativa delle vendite online, permettendo alle aziende di mantenere un legame diretto con i propri clienti e concentrarsi sulla crescita del business. Insomma, il futuro dell’eCommerce sarà segnato da sfide e opportunità che le aziende dovranno saper cogliere per mantenere il proprio vantaggio competitivo. Ecco allora i prossimi trend di cui sarà necessario tener conto, secondo The Times, per continuare ad alimentare la crescita del settore anche in futuro:

    1. L’aumento degli acquisti via mobile. Si stima che entro l’anno corrente oltre il 72% degli acquisti eCommerce sarà effettuato tramite dispositivi mobili. Un risultato che sarà possibile raggiungere grazie allo sviluppo costante di app sempre più intuitive e dalla democraticità delle connessioni internet, che consentono ai consumatori di completare l’acquisto in qualsiasi momento e a prescindere da dove si trovino.

    2. I mercati emergenti. Le aziende devono fare ricerche approfondite per individuare le opportunità dei mercati ancora inesplorati, analizzando il traffico web e le preferenze locali. È importante adattare il sito web, le opzioni di pagamento e comprendere le normative doganali per favorire la crescita internazionale.

    3. Conoscenza del mercato d’azione. Guardando a quei mercati già consolidati, per avere successo le aziende dovranno essere strategiche nella selezione, concentrandosi sulle regioni in cui hanno una solida base di clienti o altri vantaggi operativi. Inoltre, investire in solide partnership logistiche e ottimizzare i sistemi di pagamento transfrontalieri può aiutare a mitigare le potenziali sfide.

    4. Sostenibilità e consumi responsabili. La sostenibilità è un valore fondamentale, soprattutto dal punto di vista dei consumatori: il 70% di loro infatti preferisce acquistare da brand eco-friendly.

    Per rimanere competitive e attrattive, le aziende eCommerce dovranno investire in pratiche sostenibili, come packaging riciclabile e prodotti eco-sostenibili.

    5. Espansione del metaverso e del social commerce. Social commerce, eCommerce e Metaverso saranno sempre più integrati. Dal sito web all’app mobile, fino al negozio fisico, i brand dovranno assicurare una transizione fluida tra le diverse piattaforme, al fine di soddisfare al meglio le aspettative dei consumatori.

    La Redazione

  • Unioncamere: 7 imprese su 10 combattono i dazi Usa

    Unioncamere: 7 imprese su 10 combattono i dazi Usa

    È il dato di un recente sondaggio che ha coinvolto anche il Centro studi Tagliacarne


    Sette imprese su 10 si stanno attrezzando per contrastare gli effetti negativi dei possibili dazi Usa. Emerge da un recente sondaggio di Unioncamere e Centro studi Tagliacarne che mostra anche che sebbene le vendite italiane negli USA rappresentino una quota significativa del nostro export, la capacità di diversificazione dei mercati (11 quelli mediamente raggiunti dalle aziende italiane) potrebbe contenere almeno in parte il peso delle nuove barriere economiche.

    Ne hanno discusso oggi i presidenti delle Camere di commercio, giunti a Roma per l’Assemblea di Unioncamere.

    “Il 43% delle imprese interpellate da una analisi di Ipsos resa nota oggi è convinto che la Camera di commercio possa offrire un valido supporto nell’accesso ai mercati esteri e quasi la metà pensa che le Camere di Commercio possano continuare ad essere un punto di riferimento per affrontare le sfide future – ha sottolineato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete – Soprattutto le imprese di piccola dimensione vanno aiutate visto che, secondo le nostre stime, oltre 7 miliardi di euro di export aggiuntivo potrebbero venire proprio da queste”.

    L’effetto dazi

    Il primo effetto che le barriere commerciali del governo Usa potrebbe determinare, dicono le imprese, è la riduzione dell’export (il 56% delle imprese che subiscono un impatto da queste politiche indica questa limitazione). Al secondo posto (26%) c’è l’aumento dei costi di approvvigionamento. Al terzo posto (22%) è segnalata la riduzione delle vendite di beni intermedi e semilavorati che sono incorporati in prodotti di altri paesi per il mercato USA. Circa un’impresa su cinque (19%), inoltre, si aspetta un aumento della concorrenza da parte di altre imprese che potrebbero spostare i mercati di vendita dagli Stati Uniti all’Ue.

    Imprese pronte a rispondere

    Sette imprese su 10, però, sono pronte a rispondere, aumentando i prezzi di vendita (ipotesi dichiarata dal 33% delle aziende), ricercando nuovi mercati nella Ue (25%) o extra-UE (18%), aumentando/spostando la produzione negli Usa (lo dichiara solo il 3%).

    I rapporti economici con gli Usa

    L’Italia è il paese con la più alta quota di imprese esportatrici verso gli Usa (22,3%) dopo la Francia (22,6%). Dopo Irlanda (26,7%) e Finlandia (11,1%), il nostro Paese è al terzo postoper valore dell’export delle imprese (circa 65 miliardi di euro nel 2024) verso gli Stati Unitisul totale dell’export italiano (10,8%). Complessivamente, il 2,9% del fatturato delleaziende Made in Italy è generato dall’export negli Usa, ma con dei picchi notevoli a livelloprovinciale. È il caso di Trieste, dove il 36,2% del fatturato delle imprese proviene propriodalle vendite negli Usa, seguita da L’Aquila (17,6%), Isernia (16%), Grosseto (12,1%),Massa Carrara (8,5%), Rieti (8,1%), Sassari (7,6%), Modena (6,9%), Latina (6,6%) e Ferrara(5,2%).

    11 mercati di sbocco a impresa

    Le imprese italiane nel tempo hanno imparato a diversificare i propri mercati di sbocco, proprio per essere meglio in grado di affrontare le turbolenze internazionali. Le aziende esportatrici manifatturiere, mediamente, esportano in 11 mercati diversi. E più si sale al Nord, più la diversificazione aumenta: nel Nord-Ovest in media ogni impresa manifatturiera vende in 13 Paesi, nel Nord-Est in 11, al Centro in 9 e nel Mezzogiorno in 6. Quattro le province da record (Reggio Emilia, Vercelli, Bologna e Ravenna), in cui la media di paesi di esportazione per ogni impresa manifatturiera è tra i 15 e i 17.

    La Redazione

  • L’evoluzione dell’AI agentica nelle imprese

    L’evoluzione dell’AI agentica nelle imprese


    Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha registrato progressi notevoli anche nel mondo aziendale. Si è passati dagli algoritmi iniziali, capaci di analizzare dati strutturati all’interno di contesti definiti, all’intelligenza artificiale predittiva, che ha dato alle imprese la possibilità di anticipare scenari futuri e prendere decisioni basate sui dati, mentre il recente sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, è stato accompagnato da un’ondata di entusiasmo — a volte eccessivo — per le possibili integrazioni di queste tecnologie nei processi aziendali.

    Attualmente le organizzazioni sono impegnate a trasformare l’interesse per l’intelligenza artificiale in valore concreto. Una fase che vede sullo sfondo una nuova frontiera: quella dell’Agentic AI. Infatti se l’AI generativa è una tecnologia potente ma tendenzialmente passiva – nel senso che fornisce output a

    partire da input – l’AI agentica aggiunge un ulteriore livello: autonomia e proattività dinamica. Un agente AI non si limita a generare contenuti o risposte, ma prende decisioni, pianifica azioni e apprende in modo continuo, interagendo con sistemi e persone.

    Azioni, non solo risposte Per le aziende, questo può rappresentare un salto evolutivo significativo. Le principali applicazioni dell’Agentic AI oggi si concentrano in grande parte sull’evoluzione dell’automazione dei processi aziendali.

    Se i modelli tradizionali operano su task rigidi e ben definiti, un agente AI consente di affrontare situazioni complesse, dinamiche e in parte impreviste.

    Ma l’AI agentica è anche in grado di gestire interi flussi di lavoro, orchestrare strumenti e repository diversi, monitorare obiettivi, agire e reagire agli imprevisti. Può, ad esempio, curare la relazione con il cliente in modo continuo, cogliendone intenzioni ed emozioni, oppure automatizzare processi di acquisto analizzando disponibilità dei fornitori, stock, trend di vendita e previsioni della domanda.

    I dati, risorsa strategica

    L’attenzione che questa tecnologia sta ricevendo in ambito aziendale testimoniata dal crescente numero di proof of concept, è legata non solo al bisogno di automazione, ma anche alla volontà delle imprese di utilizzare i dati come risorsa strategica per l’efficienza e la crescita.

    In quest’ottica, l’intelligenza artificiale agentica gioca un ruolo fondamentale, permettendo di sfruttare i dati in modo dinamico e autonomo. Nello specifico, grazie a essi può:

    Coordinare attività cross-funzionali, ad esempio integrando marketing, vendite e customer service senza necessità di interventi manuali;

    Orchestrare sistemi eterogenei, come CRM, ERP, piattaforme di analytics e tool di project management, fungendo da “collante intelligente” tra essi;

    Gestire attività in autonomia, pianificando, monitorando ed eseguendo azioni secondo obiettivi aziendali, aggiornando lo stato dei progetti o segnalando criticità in tempo reale;

    Apprendere dai dati, migliorando nel tempo l’esecuzione dei task, riducendo errori e ottimizzando le decisioni.

    I dati rappresentano la base di queste attività. Senza di essi, un agente AI non potrebbe prendere decisioni né agire.

    L’importanza dell’umano

    Nonostante il notevole potenziale dell’Agentic AI nel generare efficienza e crescita aziendale, non va sottovalutato che questa tecnologia è ancora in una fase relativamente iniziale. Inoltre, sebbene questi sistemi possiedano capacità avanzate di ragionamento ed esecuzione autonoma, non eliminano – anzi accentuano – le sfide legate a sicurezza, etica e conformità.

    La maggior parte degli esperti concorda infatti sul fatto che l’adozione degli agenti AI richieda da un lato un solido framework di governance, per allineare le decisioni dell’agente alla strategia aziendale e alle normative vigenti; dall’altro processi human in the loop, che prevedano supervisione, intervento e collaborazione umana al fine di garantire che le azioni dell’agente AI siano coerenti con obiettivi, valori e vincoli aziendali, oltre che le leggi vigenti, per esempio attraverso l’approvazione di decisioni critiche o la supervisione delle azioni correttive in determinati ambiti.

    Mirko Gubian, Global Demand Senior Manager & Partner di Axiante

  • Dalla crittografia quantistica all’AI, 16 imprese di cybersecurity a San Francisco

    Dalla crittografia quantistica all’AI, 16 imprese di cybersecurity a San Francisco

    Da oggi sino al primo maggio ci sarà Rsa Conference 2025, il più grande evento mondiale dell’informatica


    Dall’intelligenza artificiale che difende dispositivi fisici e infrastrutture digitali aziendali ai generatori di numeri quantistici che rendono inattaccabili le chiavi crittografiche: saranno 16 le imprese italiane che presenteranno le loro soluzioni tecnologiche alla RSA Conference 2025 ( RSAC ), il più grande evento mondiale dedicato alla sicurezza informatica, in programma al Moscone Center di San Francisco da oggi al 1° maggio.

    La collettiva nazionale – organizzata da ICE‑Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane in partnership con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) e in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – porta per la prima volta in modo unitario negli Stati Uniti le proposte più competitive sul mercato nazionale in un settore sempre più centrale per lo sviluppo tecnologico delle imprese così come delle pubbliche amministrazioni.

    La RSA Conference (RSAC) è l’evento globale più importante dedicato alla sicurezza informatica, luogo di incontro e aggiornamento per tutta la comunità internazionale della cybersecurity. Con oltre 40mila partecipanti e più di 600 espositori provenienti da quasi 150 paesi, la conferenza esplora i principali trend tecnologici, le sfide emergenti e conoscenze e strategie utili a fronteggiare le minacce cyber. L’evento è anche un’importante vetrina per le più avanzate soluzioni tecnologiche e un’occasione concreta per sviluppare collaborazioni strategiche e opportunità commerciali.

    Dichiara Matteo Zoppas, presidente dell’Agenzia ICE: «La cybersicurezza non è più soltanto un segmento verticale dell’ICT: è il vero tessuto connettivo dell’economia digitale e incide sulla competitività di ogni filiera, dell’aerospazio alla manifattura. In questo senso è notevole la capacità delle nostre imprese – molte delle quali nate come startup e ora pronte a scalare – di competere sui mercati più sofisticati. Alla RSA Conference mostriamo tecnologie come l’AI per la sicurezza, la biometria che rispetta la privacy e la crittografia post-quantistica: strumenti pensati per chi deve proteggere infrastrutture critiche e catene di fornitura in tutto il mondo. Il nostro obiettivo è creare partnership industriali e tecnologiche che mettono a fattore comune l’ingegnosità italiana con l’ampiezza di mercato e la potenza di investimento dei leader internazionali. ICE-Agenzia, con la sua rete di 87 uffici nel mondo, in stretto raccordo con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e in collaborazione con l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN), facilita questo incontro fra domanda globale e offerta di eccellenza nazionale, accompagnando le aziende italiane lungo il loro percorso di internazionalizzazione e nel posizionamento su una frontiera – quella della cybersicurezza – che oggi vale oltre 202 miliardi di dollari (fonte Statista) e continua ad espandersi in modo importante ogni anno».

    Dichiara il Console Generale d’Italia a San FranciscoSergio Strozzi: «Sono lieto, come Console Generale d’Italia a San Francisco, di aver contribuito, con i competenti Uffici del MAECI e con l’ICE, all’apertura del primo Padiglione Nazionale dell’Italia all’RSA Conference di San Francisco. È un risultato enorme in termini di visibilità internazionale del nostro ecosistema. Accogliere la delegazione dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e delle imprese italiane di questo settore nel cuore della Bay Area significa rafforzare le connessioni fra l’ecosistema dell’innovazione statunitense e il tessuto imprenditoriale del nostro Paese in un ambito così strategico. Il Consolato Generale, insieme al MAECI, all’Agenzia ICE e all’ACN e con l’ausilio dell’Italian Innovation and Culture Hub INNOVIT di San Francisco, lavora per creare le condizioni di fiducia e vantaggio reciproco che consentono alle nostre aziende di dialogare con i grandi player globali, condividere competenze e sviluppare soluzioni capaci di accrescere la sicurezza digitale di cittadini, istituzioni e imprese».

    Il Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del MAECI Mauro Battocchi dichiara: «La partecipazione alla RSA rientra nella diplomazia della crescita, azione lanciata dal Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani per il sostegno all’internazionalizzazione delle aziende italiane, in modo particolare di quelle attive nelle tecnologie abilitanti, e nel quadro di una rinnovata attenzione a settori chiave per la sicurezza del nostro paese come la cybersicurezza».

    Il Capo dell’Ufficio per l’Innovazione tecnologica e le Startup del MAECI Massimo Carnelos, che rappresenta la Farnesina alla missione imprenditoriale, aggiunge: «Il sostegno alla crescita internazionale delle società italiane impegnate nella realizzazione di nuovi prodotti e soluzioni di cybersecurity rappresenta un investimento fondamentale per il futuro tecnologico del nostro paese. E’ anche per questo motivo che si è deciso di partecipare alla RSA Conference, una delle prime azioni messe in campo con la creazione da parte del MAECI (in collaborazione con ACN, Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Agenzia ICE) del Tavolo di coordinamento per le aziende della cybersecurity, iniziativa che scaturisce dalla Strategia Nazionale per la Cybersicurezza».

    La missione italiana e i partner

    Nell’ambito della missione italiana alla RSAC 2025, l’Italian Innovation and Culture Hub Innovitdi San Francisco ospiterà domani un evento di networking dedicato all’eccellenza nazionale nella cybersicurezza. L’evento, organizzato oltre che da Agenzia ICE e ACN anche dal MAECI, in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia a San Francisco, riunirà le aziende italiane presenti a RSAC per creare sinergie con gli investitori e operatori internazionali presenti. Dopo i saluti del Console Generale Sergio Strozzi, del Trade Commissioner dell’Ufficio ICE di Los Angeles Giosafat Riganò , del rappresentante MAECI Massimo Carnelos e del responsabile del Fondo AI di CDP Venture Capital Vincenzo Di Nicola , sono in programma un keynote di Luca Nicoletti, Capo del Servizio Programmi Industriali, Tecnologici, di Ricerca e Formazione di ACN sul panorama cyber italiano, una chiacchierata al caminetto con Tim Maurer, Senior Director Cybersecurity Policy di Microsoft, e tavoli tematici con gli innovatori italiani.

    L’ Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) è l’autorità italiana competente per la protezione degli interessi nazionali in materia di cybersicurezza.A proposito di minacce cyber in Italia, il numero degli incidenti si mantiene nella media degli ultimi sei mesi. Il settore più colpito è stato quello della Pubblica amministrazione locale. Le tecniche più diffuse rimangono le campagne di email malevoli, l’uso di credenziali compromesse e lo sfruttamento di vulnerabilità note. Complessivamente, il CSIRT Italia (“Computer Security Incident Response Team”, organismo interno nazionale ad ACN incaricato di prevenire, monitorare e gestire gli incidenti di sicurezza informatica che coinvolgono infrastrutture critiche, pubbliche amministrazioni e operatori di servizi essenziali) ha inviato 3.877 segnalazioni di compromissioni o fattori di rischio ad amministrazioni e imprese italiane.

    Innovit è un’iniziativa strategica del Governo italiano per la promozione dell’innovazione del Sistema Paese negli Stati Uniti. Nato a San Francisco su iniziativa del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale insieme all’Agenzia ICE, in collaborazione con l’Ambasciata italiana a Washington e con la supervisione in loco del Consolato Generale a San Francisco. Dalla sua nascita il Centro Innovazione di INNOVIT ha sostenuto oltre 250 startup e PMI italiane di settori strategici come l’Intelligenza Artificiale, la Space Economy, il CleanTech, la Digital Health e il FinTech, con programmi di accelerazione dedicati e personalizzati. Oltre al Centro Innovazione, INNOVIT comprende i Desk dell’ICE e l’Istituto italiano di cultura di San Francisco. Le attività del Centro e di innovazione italiano sono state affidate con gara pubblica, nell’ottobre 2022, dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ICE alla Fondazione Giacomo Brodolini e a Entopan Innovation.

    Il supporto alle imprese italiane negli USA

    La partecipazione a RSAC per l’Italia si inserisce in un’ampia strategia di promozione delle imprese innovative italiane negli Stati Uniti coordinata dall’ufficio ICE di Los Angeles, che unisce il supporto diretto alle imprese, la partecipazione a eventi strategici e la creazione di reti internazionali. Nel 2025 l’ufficio ha già coordinato la partecipazione delle imprese italiane a diversi appuntamenti, a partire dal CES 2025 di Las Vegas, che ha visto 58 tra startup, scaleup e corporate italiane affacciarsi sul più importante palcoscenico dell’innovazione mondiale, e da “ Italy on the Move ”, il tradizionale appuntamento con l’industria italiana delle scienze della vita negli USA, tornato a San Francisco come evento collaterale “italiano” in concomitanza con la 43a edizione della JP Morgan Healthcare Conference, la principale manifestazione del settore a livello globale. Un evento che ha inoltre rappresentato la prima tappa del Montalcini Global Biotech Tour , iniziativa del MAECI e dell’Agenzia ICE per la promozione internazionale del settore delle biotecnologie italiane nel quadro del Tavolo di Lavoro per l’internazionalizzazione delle industrie del Biotech.

    A marzo sempre a San Francisco l’Italia è stata presente con una delegazione di imprese anche alla Game Developers Conference. L’Ufficio ICE di Los Angeles ha anche supportato WMF–We Make Future nell’organizzazione di “ AI for Future ”, evento tenutosi in Innovit–Italian Innovation and Culture Hub nel cuore della Silicon Valley, in cui professionisti dell’intelligenza artificiale provenienti da realtà come Google, LG Nova, Renault Group e Stanford University, oltre a investitori e startup sia americane che italiane, si sono confrontati sulle tendenze di settore e sulle opportunità di collaborazione.

    Tra le principali iniziative ICE a supporto delle startup c’è anche il Global Startup Program, arrivato nel 2024 alla sua quinta edizione. Si tratta di un percorso integrato di sviluppo all’estero riservato a 70 startup innovative italiane che si tiene in 6 località strategiche nel mondo – Londra, Parigi, Berlino, Singapore, New York e Los Angeles. La corte di Los Angeles è stata dedicata all’imprenditoria femminile, con il supporto US Mac e di Prospera Women, organizzazione che opera a livello mondiale su questo fronte.

    Il padiglione Italia a RSAC 2025

    Le aziende italiane a RSAC 2025 sono attive in tutti i fronti più di avanguardia del comparto: dall’ AI e automazione , con soluzioni per la protezione di modelli AI sui device, modelli di cybersicurezza personalizzati e automatizzati, test per sistemi cyber‑fisici e per lo sviluppo software e un browser per la navigazione in rete pensato per prevenire minacce cyber in azienda. E poi ancora la Network Security , con soluzioni plug-and-play che evitano eccessivi investimenti infrastrutturali, o che monitorano il traffico dati in azienda, mettendo al sicuro le informazioni derivate dal traffico web. Tante soluzioni per la tutela dell’identità digitale, dai sistemi per l’autenticazione sicura che non memorizzano i dati biometrici (impronte digitali, riconoscimento facciale…), fino alla gestione delle aziende digitali. E infine la crittografia che sfrutta anche tecnologie quantistiche, dallo studio di algoritmi per i computer del futuro ai generatori di chiavi di crittografia che sfruttano processi fisici microscopici casuali, fino ai sistemi di sicurezza hardware‑software per dispositivi connessi.


    La Redazione

  • «Siamo il primo gruppo cartario in Italia»

    «Siamo il primo gruppo cartario in Italia»

    Valentina Zago, capocomunicazione di Pro-Gest spa con sede a Opedaletto d’Istrana (TV)


    Pro-Gest è stata fondata nel 1973 da Bruno Zago a Ospedaletto d’Istrana (TV). Il primo stabilimento è stato quello di Trevikart, nato con l’obiettivo di produrre imballaggi in cartone ondulato per il tessuto manifatturiero del Nord- est, molto attivo in quegli anni. Partita come una piccola azienda con soli 20 dipendenti e un fatturato di 1 miliardo di lire, Pro-Gest si è subito contraddistinta per la sua ambizione di crescita.

    Grazie a una visione chiara e a una forte determinazione, l’azienda ha acquisito realtà produttive rilanciandole e fondato nuovi stabilimenti, ampliando così l’offerta sul mercato e la propria presenza sul territorio nazionale.

    Ne abbiamo parlato con Valentina Zago (nella foto), Capo Comunicazione del Gruppo Pro-Gest, che chiarisce: “L’integrazione della filiera produttiva – dalla raccolta del macero alla produzione del packaging – ha portato Pro-Gest a diventare il primo gruppo cartario in Italia: un risultato che è stato possibile grazie a continui investimenti in innovazione, avanzate tecnologie e sostenibilità.

    Come ha fatto a resistere in questi anni sul mercato?

    Pro-Gest è il gruppo leader in Italia nella produzione integrata di carta Tissue, carta per ondulatori, cartone e packaging. L’azienda ha investito costantemente in nuove tecnologie per  migliorare l’efficienza produttiva e ridurre l’impatto ambientale. L’adozione di impianti fotovoltaici e sistemi di cogenerazione ha consentito di abbattere i costi energetici, rispondendo così alle crescenti richieste di soluzioni eco-sostenibili, sempre più centrali nel settore industriale. Inoltre, la forte integrazione verticale della filiera ha garantito un controllo totale sulla qualità del prodotto e sulla gestione dei costi. Un approccio che ha permesso di mantenere alti standard di produzione e dirispondere in modo tempestivo alle necessità del mercato. Il successo aziendale deriva dalla creazione di prodotti con cartone ondulato e componenti eco- compatibili 100% riciclabili e totalmente personalizzabili, sia da un punto di vista grafico che di prodotto, con stampa digitale o flessografica e colori a base d’acqua. Le cartiere, gli ondulatori e gli scatolifici del Gruppo PRO-GEST sono certificati per la catena di custodia FSC® e PEFC.

    L’esterno della sede del Gruppo Pro-Gest a Opedaletto d’Istrana (Tv)

    I numeri di Pro- Gest?

    Nel 2023 il Gruppo ha fatturato 460 milioni di euro. L’azienda conta circa 1.150 dipendenti e dispone di 24 impianti produttivi distribuiti in 7 regioni italiane, con una solida presenza nel mercato europeo grazie alla produzione di packaging in cartone ondulato per il settore ortofrutticolo, alimentare e take away, con una forte componente di export.Ogni anno, l’azienda ricicla circa 1.500.000 tonnellate di carta da macero, con una capacitàproduttiva di 1.300.000 tonnellate di carta riciclata. In termini di imballaggi, vengono realizzati oltre due miliardi di pezzi l’anno, con una produzione annuale di un miliardo di metri quadrati di cartone ondulato. Inoltre, l’azienda ha una capacità produttiva di 120.000 tonnellate di carta tissuee produce circa 85.000 tonnellate di prodotti tissue ogni anno.

    Chi sono i clienti di Pro-Gest?

    Il Gruppo serve una clientela diversificata, suddivisa in base alle specifiche Business Unit. Le cartiere, ad esempio, distribuiscono bobine di carta sia a livello nazionale che internazionale per soddisfare le esigenze di una vasta gamma di settori. La carta tissue, invece, viene distribuita principalmente attraverso la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e i grossisti del settore igienico-sanitario, con spedizioni che raggiungono ben quattro continenti, ad eccezione dell’Oceania. Gli scatolifici del Gruppo si concentrano sulla creazione di soluzioni di packaging personalizzate, offrendo un’ampia gamma di confezioni in cartone destinate a vari settori. Tra questi figurano l’industria alimentare, l’e-commerce, il settore beverage, la moda e la cosmetica, l’ortofrutta, la GDO, i prodotti heavy duty, la farmaceutica e l’automotive. I clienti si rivolgono a Pro-Gest per l’affidabilità dei suoi prodotti e il suo impegno nella sostenibilità, un valore sempre più cruciale nel mercato odierno. Pro-Gest si distingue per la produzione di soluzioni in cartone ondulato tripla onda, un prodotto di alta qualità che garantisce maggiore resistenza, sicurezza e versatilità. Questo packaging è ideale per il trasporto e lo stoccaggio di articoli pesanti, offrendo un impatto positivo sull’ambiente grazie all’utilizzo di materiali eco-sostenibili al posto della plastica. L’ultima novità del Gruppo è la linea Pro-Tect by Pro-Gest Group, che realizza imballaggi in polpa di cellulosa termoformata, utilizzando fibra riciclata e vergine. Disponibile in due varianti – Linea Industria e Linea Premium – questa fibra modellata è un materiale moderno, personalizzabile e ideale per numerosi settori, tra cui industria, elettronica, automotive, cosmetica e food &beverage. Riciclabile e altamente protettiva, rappresenta una valida alternativa agli imballaggi in plastica e polistirolo.

    Quanto investe in innovazione, transizione green e digitale?

    Pro-Gest investe costantemente in innovazione per ottimizzare i processi produttivi e ridurre l’impatto ambientale. Ha adottato soluzioni avanzate come impianti fotovoltaici e sistemi di cogenerazione, e ha puntato sulla digitalizzazione, automatizzando vari aspetti della produzione per migliorarne l’efficienza. Tra le novità, l’introduzione della stampa digitale HP per il packaging segna un passo verso una produzione più flessibile e sostenibile. Il Gruppo ha abbracciato la transizione green e digitale come parte del suo sviluppo. Le sue cartiere sono tra le prime a utilizzare impianti di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e vapore. Negli ultimi dieci anni, molti stabilimenti sono diventati energeticamente autonomi grazie agli impianti fotovoltaici. Sul fronte digitale, Pro-Gest continua a investire in digitalizzazione e automazione per migliorare l’efficienza e la qualità del prodotto.

    Chi guida oggi l’azienda?

    La governance di Pro-Gest si distingue per l’inclusione di esperti indipendenti e membri della famiglia Zago. Ad affiancare l’amministratore delegato Francesco Zago, nel 2024 è stato nominato Angelo Rodolfi come Chief Restructuring Officer (CRO), con pieni poteri operativi per la ristrutturazione e il rilancio del gruppo. Il Consiglio di Amministrazione è stato ampliato per includere professionisti con comprovata esperienza e membri della famiglia Zago, garantendo così una leadership condivisa tra la proprietà familiare e competenze esterne. Bruno Zago, fondatore dell’azienda nel 1973, ricopre ora la carica di Presidente Onorario.

    Quanta ricchezza ha prodotto Pro-Gest per il territorio su cui opera?

    Pro-Gest contribuisce in modo concreto allo sviluppo economico e sociale delle comunità locali in cui opera. L’azienda investe in progetti che migliorano la qualità della vita e promuovono la sostenibilità.​ Gli stabilimenti Pro-Gest collaborano con enti e scuole affinché il riciclo della carta sia una prassi virtuosa comune e supportata. Grazie a queste iniziative, non solo si abbassa l’impatto ambientale, ma si crea anche un valore tangibile per le comunità, attraverso l’educazione ambientale e l’attivazione di progetti che rafforzano il legame tra l’azienda e il territorio.

    Progetti o iniziative per il personale dell’azienda, di cui Pro-Gest è particolarmente fiero?

    Pro-Gest è molto attenta al benessere e ai percorsi di formazione continua dei suoi dipendenti. L’azienda ha sempre investito nelle persone, con iniziative volte a migliorare la loro crescita professionale e a garantire un ambiente di lavoro positivo.

    Come fronteggia la concorrenza e qual è il valore aggiunto di Pro-Gest?

    Pro-Gest si distingue dalla concorrenza grazie alla sua integrazione verticale della produzione, che le permette di controllare ogni fase del processo produttivo, dal recupero del macero alla realizzazione del packaging. Un approccio che permette all’azienda di avere un controllo totale sulla qualità, sui tempi di produzione e sui costi. Inoltre, l’adozione di tecnologie avanzate, come la stampa digitale e l’automazione dei processi produttivi, consente a Pro-Gest di offrire soluzioni personalizzate e rispondere rapidamente alle esigenze dei clienti, anche in contesti di mercato dinamici e competitivi.

    Progetti?

    Nei prossimi quattro-cinque anni, Pro-Gest mira a consolidare la sua posizione sia sul mercato europeo che su quello nazionale. In un contesto caratterizzato dall’aumento dei costi, l’azienda si concentrerà sull’ottimizzazione delle risorse produttive e sul miglioramento dell’efficienza operativa per affrontare le sfide economiche e rimanere competitiva nel lungo periodo.

    Cinzia Ficco

  • Imprese: in aumento le società di capitale, in calo le imprese individuali

    Imprese: in aumento le società di capitale, in calo le imprese individuali

    Secondo l’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere


    Bilancio sostanzialmente stabile, nel trimestre gennaio-marzo, all’anagrafe delle imprese italiane. Secondo l’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere sulla base delle iscrizioni e cessazioni rilevate dal Registro delle Imprese delle Camere di commercio, il saldo complessivo tra aperture e chiusure si è attestato a -3.061 imprese, pari ad un tasso di variazione dello stock del -0,05%, il terzo dato meno negativo degli ultimi dieci anni.

    Rispetto allo stesso periodo del 2024, quando il saldo era stato di -10.951 unità, la dinamica della nati-mortalità segna dunque un miglioramento, tenuto conto che il primo trimestre è tradizionalmente caratterizzato da una stagionalità negativa, causata dal consolidarsi nei primi mesi del nuovo anno delle chiusure pervenute a fine dicembre.

    Questo apparente immobilismo è tuttavia il frutto di un sistema imprenditoriale che si conferma a doppia velocità. Le società di capitali continuano infatti a espandersi a ritmi molto elevati (+0,7%), segnalandosi come l’unica forma giuridica d’impresa a chiudere il trimestre con un saldo positivo (+13.358 unità).  Continuano invece a contrarsi le imprese individuali (-11.597), le società di persone (-4.316) e le altre forme (sostanzialmente cooperative, -506 unità).

    Dal punto di vista territoriale, è il Centro Italia l’unica macro-ripartizione con un saldo attivo alla fine del trimestre (+422 imprese), trainata in modo decisivo dal Lazio che, da solo, registra +1.657 imprese. Le altre aree geografiche rimangono in terreno negativo, ma con tassi di contrazione inferiori rispetto allo scorso anno.

    A livello settoriale, il dato più positivo arriva dai servizi professionali, scientifici e tecnici, che segnano un saldo di +2.795 imprese (+1,10% in termini relativi rispetto alla fine di dicembre), consolidando una tendenza di fondo che premia le attività ad alto contenuto intellettuale e consulenziale. Continua invece la flessione di comparti tradizionali come il commercio (7.627 imprese in meno, per una variazione dello stock di -0,56%), l’agricoltura (-5.809 imprese, -0,84%) e la manifattura (-2.747 imprese, -0,55%).

    Tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo infocamere.it/movimprese e navigabili dalla dashboard interattiva.

    La Redazione

  • Sicurezza sul lavoro, i dipendenti lanciano l’allarme

    Sicurezza sul lavoro, i dipendenti lanciano l’allarme

    Ecco i consigli degli esperti per invertire il trend


    Questo articolo contiene elementi di marketing

    “Ci vuole leadership per migliorare la sicurezza”: in vista dell’imminente Giornata Mondiale della Salute e della Sicurezza sul Lavoro, che ricorre lunedì 28 aprile, le parole pronunciate dall’ex pilota professionistico Jackie Stewart risultano tutt’altro che banali alla luce di dati allarmanti a livello globale. Espresso Communication ha condotto una serie di ricerche per conto di kone.itleader mondiale nel settore degli ascensori e delle scale mobili –, dalle quali emerge che è in crescita il numero dei lavoratori che vorrebbero maggiore attenzione nei confronti della loro sicurezza da parte delle aziende e dei loro manager. Secondo l’approfondimento a firma di Gallup, quasi un dipendente su 5 (18%) nel mondo afferma di aver subito personalmente gravi infortuni sul lavoro negli ultimi due anni. Ad aggravare il dato, risulta che la maggior parte della stessa forza lavoro (62%) non abbia mai ricevuto formazione in materia di sicurezza e salute sul lavoro. Sulla stessa lunghezza d’onda, si dimostra anche Yahoo Finance: stando a un sondaggio che ha coinvolto migliaia di lavoratori tra USA e Regno Unito, al giorno d’oggi circa 4 dipendenti su 10 sono convinti che la sicurezza non sia una priorità assoluta per i propri datori di lavoro. Ma non è tutto perché emerge anche un’indagine diportata europea effettuata da New Civil Engineer che focalizza l’attenzione sui professionistidell’industria edile. A questo proposito nel Vecchio Continente solo il 37% di chi opera in questosettore si sente completamente al sicuro all’interno dei cantieri. Per l’occasione la ricerca ha coinvolto oltre 3mila lavoratori edili presenti in 14 paesi, tra cui l’Italia. Se, invece, l’attenzione viene focalizzatasui decessi, stando alle stime ufficiali delle Nazioni Unite, più di 2,78 milioni di persone muoiono ogni anno a causa di infortuni o malattie legate al lavoro, pari a un decesso ogni 15 secondi.

    E per quantoriguarda il Bel Paese? Un riscontro, anche in questo caso negativo, giunge attraverso i dati INAIL: nel solo 2024 sono stati registrati 1077 incidenti mortali sul lavoro.

    A questo punto, una domanda sorge spontanea: esistono delle soluzioni per salvaguardare i singoli lavoratori a 360°? La risposta è sì e arriva da una serie di esperti del settore. Il primo è Luca Romano, Safety Manager di KONE Italy &Iberica, azienda che dal 2012 celebra la “Safety Week”. Questainiziativa, che quest’anno si terrà dal 12 al 16 maggio, ha l’obiettivo di sensibilizzare clienti edipendenti sul tema grazie a corsi, workshop ed eventi di varia natura: “Lo scenario attuale lasciaspazio a pochi dubbi, risulta essenziale invertire la rotta attuale, mettendo al primo posto la salute ela sicurezza dei professionisti. Ogni giorno, in ogni fase operativa, noi di KONE siamo chiamati aprestare sempre la massima attenzione per offrire soluzioni all’avanguardia. Questo è il nostro modusoperandi che, giorno dopo giorno, ci consente di creare la migliore esperienza di People Flow®,ovvero flussi di persone che si spostano da un piano all’altra all’interno e tra gli edifici in modosicuro, efficiente e senza attese. Per fare in modo che ciò accada, dobbiamo innanzitutto consentire ainostri collaboratori di operare in totale sicurezza. Il mio consiglio per i leader d’impresa globali? Investire in maniera efficace in corsi e sessioni utili per rendere i team operativi più consapevoli epreparati in ottica gestione imprevisti e situazioni delicate, senza però perdere contatto con lenuove tecnologie, che saranno estremamente importanti al fine di accrescere i livelli di sicurezza. InKONE puntiamo a combinare formazione e tecnologia per permettere ai nostri installatori emanutentori di avere le competenze e tutti gli strumenti necessari per operare nelle migliori condizionipossibili. Quindi, da una parte abbiamo programmi di formazione continua in aula e sul campo,dall’altra, per risolvere problemi particolarmente ostici, forniamo ai tecnici aiuto da remoto, tramiteteam di esperti e anche con il supporto di assistenti virtuali basati sull’intelligenza artificialerigenerativa”.

    Fanno seguito alle parole di Luca Romano, nuovi spunti, più tech addicted, a cura di Linkedin che mette in risalto il ruolo delle innovazioni come l’artificial intelligence. Questa tecnologia del momento risulta la base per l’inserimento di robot avveniristici all’interno delle fabbriche, dei magazzini e degli uffici che vengono utilizzati per svolgere attività o mansioni dispendiose o potenzialmente pericolose per i lavoratori in carne ed ossa, riducendo così eventuali rischi. Poteva forse mancare la realtà virtuale in questo scenario? Assolutamente no, infatti con visori di ultima generazione, è possibile allenare o mettere alla prova i team operativi, generando situazioni in cui sono chiamati a risolvere problematiche o imprevisti last minute. E non è tutto perché, grazie a questa strategia, vengono offerte loro esperienze ricreative e simpatiche oltre che formative. L’evoluzione tecnologica del settore viene confermata anche da un’altra fonte di portata internazionale, ovvero Grand View Research, secondo cui il mercato globale del Workplace Safety ha chiuso il 2024 con entrate superiori ai 18 miliardi di euro e nei prossimi 4 anni si prevede persino una crescita media annuale composta (CAGR) pari al 17%.

  • Libri: le proposte di Aziendatop

    Libri: le proposte di Aziendatop


    Come sviluppare talenti, rafforzare la leadership e promuovere una cultura aziendale innovativa?

    Sono queste le domande al centro di un nuovo libro, Mentoring e coaching per le aziende: il metodo Pack per lo sviluppo delle persone, edito da FrancoAngeli e disponibile dal 28 aprile nelle principali librerie e piattaforme online.

    Scritto dagli imprenditori Forbes Under30 e fondatori della startup HR tech Pack, Pietro Maria Picogna e Giacomo Gentili, il volume nasce per affrontare l’importanza del mentoring aziendale con un approccio scientifico e pratico, pensato per integrare mentoring e coaching nelle strategie d’impresa.

    Attraverso teoria, esercizi e casi studio, il volume offre strumenti concreti per valorizzare il capitale umano e trasformare la formazione in un asset strategico.

    Il metodo Pack, al centro del libro, vuole rappresentare uno spunto di profonda riflessione nella gestione delle risorse umane. Basato sull’analisi dei dati e su un approccio digitale in continua evoluzione, ha come obiettivo favorire la personalizzazione dei percorsi di crescita e di misurare l’impatto del mentoring e del coaching in azienda. Il libro esplora le differenze tra i due strumenti, la loro complementarietà e le best practice per implementarli con successo, fornendo al lettore una guida chiara e applicabile.

    Le testimonianze di esperti come Pino Mercuri, Tania Ferrari, Pamela Petruzzi, Gianluca Piraino e Ilaria Cosentini arricchiscono il racconto con esperienze reali, offrendo spunti pratici per chi opera

    nel mondo delle risorse umane. Il testo si rivolge in particolare a HR Manager e HR Director, professionisti che desiderano integrare mentoring e coaching nelle loro strategie di sviluppo deitalenti, con un metodo scientificamente validato e supportato da strumenti digitali innovativi.

    “La crescita di un’azienda – spiegano gli autori- passa sempre attraverso la crescita delle persone. Con questo libro vogliamo dimostrare che mentoring e coaching, se supportati da metodo e dati, non sono solo strumenti di sviluppo, ma potenti acceleratori di talento e innovazione”.

    Per approfondire i temi del mentoring e del coaching aziendale, il libro sarà presentato in tre eventi dedicati.

    Il 27 maggio alle 18 a Roma, presso Starting Finance, il 28 maggio alle18 a Bologna, nella sede di Confindustria Emilia, e il 29 maggio a Milano, negli spazi di Datapizza.

    Oltre a scoprire il metodo Pack direttamente con gli autori, i partecipanti potranno confrontarsi con esperti del settore e assistere a talk esclusivi organizzati in collaborazione con Starting Finance e Datapizza. Un’occasione utile per chi vuole capire come mentoring e coaching possanotrasformare il futuro delle aziende.

    Gli autori, giovani imprenditori, mettono a disposizione il loro bagaglio di esperienze internazionali e una profonda conoscenza del settore. Pietro Maria Picogna, CEO e Co-Founder di Pack, ha vissuto e lavorato in quattro continenti, maturando competenze nel settore finanziario prima di fondare la piattaforma Pack. Fondatore di GenQ e fondatore di Italian Tech Club, ha tenuto lezioni presso università come ESADE, UNIMI e University of Bologna. Giacomo Gentili, CPO e Co-Founder di Pack, ha un background in International Management e un’esperienza consolidata come Business Developer e Innovation Consultant. Mentor certificato, è stato Guest Lecturer presso Bologna Business School e London Metropolitan University.

    La Redazione

  • ATECO 2025: aggiornato il codice di attività della visura camerale

    ATECO 2025: aggiornato il codice di attività della visura camerale

    ll Registro delle Imprese si allinea agli standard europei e migliora la qualità dei dati economici


    Cambia la mappa delle attività economiche in Italia.

    Con l’entrata in vigore della nuova classificazione ATECO2025, prevista dal Regolamento delegato UE 2023/137, il 1° aprile 2025 è stato avviato il processo di aggiornamento del Registro delle Imprese da parte delle Camere di commercio italiane. Un passaggio cruciale per fotografare in modo più preciso e attuale il sistema produttivo del Paese.

    L’aggiornamento d’ufficio del codice ATECO, che ha interessato oltre 5 milioni di imprese, è oggi concluso. Per consentire un passaggio graduale e trasparente alla nuova classificazione, in una fase transitoria la visura camerale esporrà sia la nuova che la precedente codifica.

    Cosa possono fare ora le imprese?

    Ogni impresa può verificare gratuitamente il nuovo codice assegnato nella visura Registro Imprese tramite l’app impresa italia disponibile sui principali store digitali o su impresa.italia.it .

    In alcuni casi specifici, se il codice riclassificato d’ufficio non rispecchia appieno la realtà dell’attività svolta, dal 15 aprile 2025 l’impresa con domicilio digitale attivo può rettificarlo gratuitamente tramite il servizio rettificaateco.registroimprese.it

    Con l’adozione della nuova codifica ATECO, il Registro delle Imprese si allinea agli standard europei e migliora la qualità dei dati economici, con ricadute positive su analisi statistiche, politiche pubbliche e strumenti di programmazione economica.

  • Packaging: soluzioni più smart premiate a IPACK-IMA

    Packaging: soluzioni più smart premiate a IPACK-IMA

    L’appuntamento è dal 27 al 30 maggio prossimi a Fiera Milano -Rho


    Punto di riferimento per l’industria dell’imballaggio, appuntamento fisso con le migliori soluzioni di packaging, il premio Best Packaging 2025 si svolge a IPACK-IMA, in programma dal 27 al 30 maggio 2025 a Fiera Milano – Rho.

    La storia del packaging si rinnova ogni anno

    Sono oltre 60 anni che il premio promosso dall’Istituto Italiano Imballaggio valorizza le più avanzate proposte di packaging, packaging design, materiali innovativi contribuendo allo sviluppo di quella cultura industriale che è componente determinante del successo del made in Italy di settore nel mondo.

    Il premio 2025 incorona i progetti finalisti su tre filoni principali, sostenibilità, tecnologia, esperienza delineando un ecosistema in trasformazione trasversale a tutti i mercati dal food and beverage alla cosmetica, dal beauty and personal care al chimico e farmaceutico. In questo contesto, i trend emergenti guardano a riduzione del consumo di materiali, funzionalità ed ergonomia del packaging, senza dimenticare scalabilità e adattabilità.

    La parola ai protagonisti

    “IPACK-IMA è un punto di riferimento dell’industria del packaging che guarda trasversalmente a tecnologie e mercati, offendo una panoramica articolata del settore e lo stato dell’arte dell’innovazione che si tratti di soluzioni tecniche, progetti di digitalizzazione, nuovi materiali innovativi e le loro declinazioni in termini di sostenibilità – afferma Francesco Legrenzi, direttore dell’Istituto Italiano Imballaggio La presenza dell’Istituto in fiera assume quindi più significati: mantenere il polso del mercato incontrando i grandi player del packaging e gli end user, rafforzare i rapporti internazionali grazie alla forte presenza di visitatori ed espositori esteri e alle attività sviluppate in collaborazione con WPO. L’apice della presenza in IPACK-IMA, la premiazione del Best Packaging, rappresenta quindi sia un’occasione per riconoscere l’impegno delle imprese che l’opportunità per rafforzare la rete di relazioni che rende l’Istituto Italiano Imballaggio un organismo vivente parte dell’ecosistema industriale e di innovazione del packaging”.

    “La collaborazione tra IPACK-IMA e l’Istituto Italiano Imballaggio rappresenta una scelta strategica per la fiera – afferma Valerio Soli, presidente di Ipack Ima Srlche grazie alla presenza trasversale a tutti i mercati e alla forte spinta all’evoluzione del settore è il palcoscenico ideale per celebrare le più avanzare soluzioni di packaging proposte da quelli che sono a tutti gli effetti leader mondiali del comparto: i produttori italiani. Essere il centro di importanti eventi, punto di riferimento dell’industria come il Best Packaging e il WorldStar Awards, significa diventare uno spazio aperto all’innovazione su scala globale, ampliando l’orizzonte dalla parte tecnologica a quella che guarda a creatività, packaging design, ergonomia: temi con cui il mondo delle macchine per l’imballaggio deve confrontarsi ogni giorno e che rappresenta una leva di sviluppo fondamentale. Appuntamento quindi a IPACK-IMA per scoprire live il futuro del processing & packaging e incontrare i suoi protagonisti”.

    In questo quadro il contest Best Packaging 2025 offre una vera e propria fotografia aggiornata di un mercato in continua trasformazione dove creatività, tecnologia e sostenibilità si incontrano spingendo il made in Italy al successo internazionale.

    IPACK-IMA è la fiera di riferimento internazionale per il settore del processo e confezionamento rivolta al mondo food e non food. La manifestazione è parte di The Innovation Alliance, il format espositivo dedicato alla meccanica strumentale che, a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025, riunirà quattro fiere di riferimento per i propri settori industriali: Greenplast, Ipack-Ima, Print4All e Intralogistica Italia. Visitabile con un unico biglietto, The Innovation Alliance permetterà di esplorare un ecosistema industriale integrato, che racconta una ideale filiera che spazia dalle soluzioni sostenibili per la produzione della plastica al packaging e processing, da stampa e converting fino alla movimentazione delle merci.

    La Redazione