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Luglio 27, 2024
FocusInnovazione

“Digital divide: le aziende non connesse hanno un tasso di mortalità 5 volte superiore rispetto a quelle connesse”

Intervista con Guido Garrone, Ceo di Eolo, prima B Corp del settore delle telecomunicazioni in Italia


La tecnologia prosegue la sua espansione in tutta Italia. A guidare questa performance c’è anche EOLO, società benefit leader nel Paese per la fornitura di connettività tramite tecnologia FWA e prima B Corp del settore delle telecomunicazioni in Italia.

«Abbiamo raggiunto – si legge in un comunicato dell’azienda – il traguardo di 650 mila famiglie, imprese e amministrazioni connesse in tutta Italia, principalmente situate in piccoli comuni. Eolo si è posta l’obiettivo sin dalla sua nascita di portare Internet a Banda Ultra Larga nelle aree più esposte al problema del Digital Divide. Dopo circa 20 anni di investimenti Eolo ha creato la prima infrastruttura Fixed Wireless Access in Italia (fonte: AGCOM) e una delle principali in Europa. Questa tecnologia risulta particolarmente efficace per connettere i comuni del Paese in aree caratterizzate da bassa densità abitativa, come quelle montane, dove il modello Fiber To The Home (FTTH) è di complessa e costosa realizzazione. Queste aree continuano ad essere fondamentali per la demografia del Paese, essendo in grado di ospitare 6 milioni di unità immobiliari, pari al 16% del totale».

Perché B Corp

B Corp indica una certificazione rilasciata dall’organizzazione no profit statunitense che l’ha appunto ‘creata’ e si chiama B Lab. La “B” significa beneficio e certifica le aziende che volontariamente soddisfano i più elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità. Entriamo nello specifico e conosciamo quello che potremmo definire l’obiettivo principale: creare valore per la società, un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Si tratta di una vera e propria certificazione unica nel suo genere: non valuta specifici aspetti di un prodotto o addirittura di un servizio (che è il modo in cui di solito funzionano le certificazioni) ma misura l’intera performance sociale e ambientale di un’azienda: le operazioni e il modello di business, la trasparenza, l’etica, il trattamento dei lavoratori, l’inclusione, la relazione con la comunità, l’impatto sull’ambiente e sui clienti.

Le aree extra urbane

Il beneficio della tecnologia deve arrivare a coprire anche le aree extra urbane poiché la connessione a Internet è un valore aggiunto per cittadini e imprese, specialmente in un momento storico dove la transizione digitale si afferma sempre più. Tutto ciò è evidenziato da una recente ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con EOLO. «Sarà necessario concentrare proprio nelle aree extraurbane – si legge nel Documento – il 90% degli investimenti pubblici e privati per la digitalizzazione del Paese».

Di questo traguardo vogliamo parlarne con Guido Garrone (in foto) Ceo di Eolo, per comprendere lo stato della tecnologia italiana e conoscere le sfide economiche del XXI secolo.

Come la tecnologia favorisce la crescita culturale ed economica di cittadini e imprese?

«L’accesso a Internet è un potente motore di crescita e inclusione, che permette di diminuire le disparità sociali tra i cittadini. Negli ultimi anni si è registrata un’accelerazione importante dei processi di digitalizzazione, un fatto senz’altro positivo che, però, ha aumentato i divari tra chi ha accesso alla Banda Ultra Larga e chi no. Alcuni dati che spiegano bene quanto questo impatti su tutto il sistema Paese emergono dalla ricerca condotta da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Eolo: nelle aree caratterizzate da digital divide, ad esempio, il rischio di disoccupazione per lunghi periodi è del 45%, contro il 6% delle aree connesse».

Qual è il valore aggiunto delle aree extra urbane?

«Le aree extra urbane sono parte costitutiva del ricco patrimonio economico, culturale e storico del nostro Paese. Queste ospitano, in larga misura, le piccole e medie imprese che compongono la struttura economica nazionale. Portare la connettività in questi territori significa sia aiutare aree del Paese che sono fonte di una già vasta ricchezza, sia assicurare benefici che andrebbero all’interna nazione. Citando nuovamente lo studio condotto con The European House – Ambrosetti, se tutte le province italiane raggiungessero un tasso di sottoscrizione alla Banda Ultra Larga pari a quello della provincia di Milano, il PIL crescerebbe del +3.5%, circa 69 miliardi di euro».

A che punto siamo con la costruzione dell’infrastruttura tecnologica?

«Negli ultimi anni, l’Italia ha compiuto passi avanti sul fronte della digitalizzazione, specialmente riguardo alla diffusione della Banda Ultra Larga. Tuttavia, permane un gap tra i grandi centri urbani e le realtà con bassa densità abitativa, aree che ospitano circa 6 milioni di famiglie e molte piccole e medie imprese, fondamentali per il tessuto industriale italiano. È dunque necessaria una strategia pubblica che, tenendo conto delle diversità dei territori, possa portare alla diffusione della Banda Ultra Larga. La tecnologia FWA, per le sue caratteristiche infrastrutturali, rappresenta la soluzione più performante per portare la connettività nei territori periferici».

Che ruolo assume il digitale nelle imprese?

«La trasformazione digitale è una tappa obbligatoria per tutte le imprese che vogliono rimanere competitive nel prossimo futuro. Il Covid-19 ha accelerato l’adozione di tecnologie digitali in tutti i settori, privati e pubblici. Attraverso le nostre analisi, abbiamo potuto osservare che le aziende non connesse hanno un tasso di mortalità 5 volte superiore rispetto a quelle connesse. Del resto, è facile immaginare che un’azienda digitale sia molto più competitiva di un’azienda tradizionale per diversi motivi: innanzitutto perché riesce a sviluppare una maggiore efficienza aziendale, garantire una migliore esperienza ai propri clienti, ma anche perché riesce a risparmiare risorse preziose, oltre ad aumentare i profitti e ad allinearsi alla concorrenza. In generale, un’azienda connessa crea valore per sé stessa, ma anche per tutto il Paese».

Eolo è la prima B Corp nel settore delle telecomunicazioni. Come avete raggiunto questa certificazione?

«Fin dalla nascita, Eolo ha abbracciato l’idea che fare business significhi creare valore per la comunità in cui si opera, per le persone coinvolte, il territorio e le istituzioni con cui collabora. In questo quadro, credo che l’ottenimento di tale certificazione sia stato un passaggio naturale. Per noi la sostenibilità non è una voce di costo, ma una vera e propria leva di business. Questo credo sia uno dei fattori differenzianti per noi sul mercato».

Tecnologia FWA e fibra (FTTH). Quali sono le differenze fondamentali?

«La differenza principale risiede nella modalità di trasmissione del segnale: per semplificare, si può arrivare alle abitazioni con la fibra (FTTH) o con le onde radio (FWA). Al di là degli aspetti tecnici, le due tecnologie si distinguono anche in termini di costi: in particolare, l’FTTH è meno conveniente nelle zone poco densamente abitate. In questi territori l’FWA è una grande opportunità. Soltanto un approccio che integri queste tecnologie complementari, quindi, può far sì che tutti possano usufruire con sempre maggiore semplicità delle opportunità offerte dal digitale».

Francesco Fravolini

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