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Novembre 21, 2024
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IA nelle Risorse Umane: un’azienda europea su tre ha già investito, l’Italia è seconda per impiego nel payroll

Lo rivela un’indagine condotta da HR SD Worx su oltre 5mila aziende,18 mila dipendenti, in 18 Paesi europei


L’applicazione dell’IA nelle mansioni HR non è ancora un’urgenza per le aziende, ma la corsa agli investimenti è già iniziata.

Lo rivela una recente indagine europea su larga scala condotta dal fornitore di servizi HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 dipendenti in 18 Paesi europei.

Secondo la ricerca, a febbraio 2024 un’azienda europea su tre risultava essersi già impegnata per introdurre l’intelligenza artificiale nel proprio spazio lavorativo, sebbene il progetto non rientrasse tra le prime cinque sfide HR dell’anno.

Dallo studio emerge un altro dato: un dipendente su cinque è preoccupato del fatto che l’intelligenza artificiale possa assumere un gran numero di compiti.

IA: bassa esigenza, alto potenziale

L’intelligenza artificiale è ormai presente ovunque, sia nella nostra vita privata che sul luogo di lavoro, ma solo l’8% delle aziende europee ritiene che l’impiego dell’IA nelle operazioni HR rientri tra le 5 maggiori sfide del 2024.

Secondo la maggioranza delle imprese intervistate, il benessere (37%), il reclutamento (34%), la fidelizzazione dei dipendenti (33%), il lavoro flessibile (27%) e l’esperienza dei dipendenti (27%) sono prioritarie, anche se alcuni Paesi come Francia, Germania, Romania e Svezia ritengono invece l’IA degna della massima attenzione.

Inoltre, è venuto fuori che le aziende più grandi (oltre 2.500 impiegati) considerano questa sfida più significativa rispetto a quelle più piccole, forse perché le loro dimensioni le portano a vedere maggiori sfide in termini di digitalizzazione e IA.

Se l’esigenza sembra ancora contenuta, il potenziale è indubbiamente riconosciuto. Interrogati su quali funzioni, capacità e caratteristiche siano essenziali in un software payroll, l’intelligenza artificiale è risultata in fondo alla classifica (grafico 1), ma il 22% delle organizzazioni indica di utilizzare già la tecnologia AI nel proprio processo di payroll.

Nell’ambito del processo retributivo, l’IA viene utilizzata più spesso (grafico 2) per monitorare la legislazione e apportare le modifiche necessarie, ad esempio in caso di emendamenti legislativi (39%), seguita dalla convalida permanente dei dati (34%), dalla classificazione dei dipendenti e di altri dati (34%) e dal rilevamento e dalla correzione delle deviazioni (33%).

Di fatto, un’azienda europea su tre sta investendo per implementare l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro e il 37% si sta impegnando dal punto di vista economico per portare la generative AI nella processazione delle buste paga, oggi o nel futuro prevedibile (grafico 3).

L’Italia crede nell’IA

L’area Italiana sembra una delle più interessate alle potenzialità evidenziate dall’IA in ambito HR.

Circa il 34% delle aziende intervistate si vede d’accordo con l’avvento di un payroll pienamente digitalizzato ed automatizzato. Intanto

  • il 28% (grafico 4) fa già uso di generative AI all’interno del processo, classificando l’Italia al secondo posto per impiego a livello europeo subito dopo la Polonia (33%);
  • il 36% sta investendo per ampliare l’impiego della generative AI nella propria azienda;
  • infine, il 45%, dato più alto in Europa, sta attivamente esplorando il potenziale della generative AI all’interno del posto di lavoro.

Ma come viene o verrà impiegata principalmente l’IA all’interno del payroll e dei processi HR?

Nel caso italiano, classificazione degli impiegati (35%), data analytics, predictions (30%) rilievo e correzione delle anomalie (32%) sono gli utilizzi maggiormente apprezzati. Mentre in Europa il supporto legislativo è l’applicazione ad oggi dominante, è invece pianificato dal 28% delle aziende italiane.

Un dipendente su cinque è preoccupato che l’IA lo sostituisca nelle mansioni

Sebbene la maggior parte delle aziende non consideri l’IA una sfida importante, i dipendenti la pensano diversamente. Un dipendente su cinque tra quelli intervistati teme che l’IA generativa e altri tipi di IA si sostituiscano a un numero significativo di compiti. Non sorprende che questa percentuale sia in aumento, fino al 35% tra i dipendenti che già lavorano con l’IA generativa e altri tipi di IA. Tuttavia, l’indagine mostra anche che attualmente un dipendente su sei utilizza regolarmente l’IA nel proprio lavoro. Tra i responsabili delle risorse umane intervistati, il 29% prevede che l’IA renderà superflue alcune tipologie di lavoro. Inoltre, più di sette dipendenti su dieci (73%) – che utilizzano l’IA- considerano questa tecnologia preziosa per il loro lavoro, affermando che li fa sentire molto più produttivi.

“L’intelligenza artificiale può creare un valore significativo, una maggiore efficienza, un servizio clienti più rapido o insight interessanti che possono essere utilizzati dai responsabili delle risorse umane“, afferma Tom Saeys (in foto), COO di SD WorxTrovare il giusto equilibrio tra una tecnologia come l’IA e supporto umano è essenziale. In SD Worx incoraggiamo e implementiamo le innovazioni a beneficio dei nostri clienti e collaboratori. Siamo certi che questo non andrà a scapito dei posti di lavoro, ma anzi che ne verranno creati di nuovi. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’IA è necessario un approccio diverso, una continua riqualificazione professionale e un processo di apprendimento permanente, sia per le aziende che per i dipendenti”.

“Stiamo entrando nell’era di un HR management algoritmico, dove l’IA consentirà di automatizzare diverse attività HR e migliorare i processi decisionali – dichiara Jan Laurijssen, HR Evangelist di SD Worx – A questo fine, sarà importante adottare un approccio equilibrato nell’utilizzo dell’IA, con un’attenzione adeguata al monitoraggio, alla supervisione e all’apprendimento continuo. I professionisti delle risorse umane dovranno ripensare radicalmente il proprio ruolo, accogliendo l’IA, comprendendone le implicazioni e preparandosi alle sue sfide, in modo da poterla sfruttare appieno per costruire una forza lavoro resiliente e dinamica”.

Informazioni sullo studio

SD Worx, il principale fornitore europeo di servizi HR, assiste le organizzazioni nella gestione delle risorse umane e delle buste paga. Per sapere cosa conta davvero per i datori di lavoro e i dipendenti, SD Worx conduce regolarmente dei sondaggi. L’analisi dell’ultima indagine, la “Navigator Series”, fornisce alle organizzazioni una bussola per orientarsi nelle sfide delle risorse umane e delle buste paga. L’indagine è stata condotta nel febbraio 2024 in 18 Paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Croazia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Regno Unito e Svezia. In totale sono state intervistate 5.118 aziende e 18.000 dipendenti. I risultati sono ponderati e garantiscono una rappresentazione affidabile del mercato del lavoro in ogni Paese.

La Redazione

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