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Dicembre 3, 2024
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Tony Fadell e la sua guida non ortodossa per avere successo

Un estratto del primo libro dell’inventore dell’iPod, dell’iPhone e Nest, pubblicato da Apogeo

Tradotto in sette lingue, è un best seller internazionale per New York Times, Wall Street Journal e USA Today.

Si tratta del primo libro, brillante, ironico di Tony Fadell (creatore dell’iPod, dell’iPhone e di Nest), intitolato Build – Guida non ortodossa per avere successo e pubblicato di recente da Apogeo.

Tony Fadell è ingegnere e designer, coach e autore. Durante i primi dieci anni della sua carriera ha lavorato per Sony, Motorola e Philips.

Nel 2001 è stato assunto da Apple per creare e gestire il team iPod & Special Projects. Ha trascorso i primi dieci anni della sua carriera nella Silicon Valley collezionando un fallimento dopo l’altro, e i successivi venti progettando alcuni dei dispositivi più rivoluzionari della Storia: iPod e iPhone.

Ha accumulato una tale quantità di storie e lezioni di vita su leadership, design, startup, crescita professionale e processi decisionali da poter scrivere un’enciclopedia. Appunto, Build: un mentore da tenere sul comodino, soprattutto perché Tony è un tipo originale, non segue il mantra della Silicon Valley secondo cui è necessario reinventare tutto, fare una tabula rasa e ripartire da zero. Il suo consiglio non è ortodosso perché si ispira ai principi della “vecchia scuola”. E’ consapevole che i prodotti si sviluppano sempre a partire dagli uomini: l’importante è costruire qualcosa che abbia un valore.

Oggi Fadell dirige Build Collective, società di investimento e consulenza.

Il libro è scritto per chiunque voglia crescere nel mondo del lavoro, perché è ricco di storie, consigli e retroscena su alcuni dei dispositivi tecnologici e degli imprenditori che più hanno influenzato il nostro presente.

Ecco un estratto del libro, concessoci dalla casa editrice Apogeo.  E’ la parte conclusiva e si intitola Oltre voi stessi. https://www.apogeonline.com/libri/build-tony-fadell/

Oltre Voi stessi

Alla fine, le cose che contano sono due: i prodotti e le persone.

Quello che si costruisce e con chi lo si costruisce.

Le cose che fate, le idee che inseguite e quelle che inseguono voi, sono ciò che in ultima istanza definirà la vostra carriera. Le persone con cui le inseguite, poi, possono definire la vostra vita.

Lavorare con un team per creare qualcosa insieme è un’esperienza incredibilmente speciale. Dal nulla, dal caos, da una scintilla nella te- sta di qualcuno fino a un prodotto, un’azienda, una cultura.

Se tutto si allinea, se i tempi sono giusti, se siete incredibilmente fortunati, lotterete per creare un prodotto in cui credete, in cui sarà

incorporato moltissimo di voi e del vostro team, e che si venderà.

Si diffonderà. Non risolverà solo qualche punto dolente per i vostri clienti; darà loro dei superpoteri. Se realizzate qualcosa di veramente innovativo, veramente ricco di conseguenze, prenderà vita propria. Creerà nuove economie, nuovi modi di interagire, nuovi modi di vivere.

Anche se il vostro prodotto non dovesse cambiare tutto il mondo, anche se avesse una portata modesta e un pubblico più limitato, potrà comunque trasformare un settore. Fare qualcosa in modo diverso.

Modificare le aspettative dei clienti. Definire uno standard più alto.

Potrà migliorare un mercato, un intero ecosistema.

È possibile che il vostro prodotto, questa cosa che create insieme con il vostro team, finisca per superare le vostre aspettative più rosee.

O, magari, no.

Magari fallirà.

Magari avrete la vostra General Magic: una vision incredibile, un’idea bellissima, finita nel nulla perché i tempi non erano quelli giusti, la tecnologia era immatura, c’era un fraintendimento fondamentale di quello che era il nostro cliente.

O magari il vostro prodotto fiorirà ma la vostra azienda si disintegrerà. Lavorerete e lavorerete per creare la vostra azienda, riverserete la vostra vita nell’infinito frullatore di problemi delle persone, progettazione dell’organizzazione e riunione dopo riunione dopo riunione.

Poi passerete questo luccicante gioiello a persone che promettono di amarlo, di lucidarlo e di aiutarlo a splendere, ma poi se lo lasceranno sfuggire fra le dita e lo faranno cadere in mezzo al fango.

A volte succede.

Il successo non è una garanzia. Non importa quanto sia grande il vostro team, quanto buone siano le vostre intenzioni, quanto meraviglioso il vostro prodotto. A volte tutto andrà in frantumi.

Anche se il vostro prodotto è morto, o è morta la vostra azienda, quello che avete fatto comunque importa ancora. Conta ancora. Ve ne andrete avendo creato qualcosa di cui siete orgogliosi. Avete provato, avete imparato e siete cresciuti. Portate ancora con voi la vostra idea e il suo potenziale non ancora pienamente realizzato; potete ancora cercare un’opportunità, l’occasione per provarci di nuovo.

Il primo libro di Tony Fadell

E rimarrete legati alle persone.

Oggi lavoro ancora con amici che ho conosciuto in General Magic, in Philips, in Apple, in Nest.

I prodotti sono cambiati, sono cambiate le aziende, ma i rapporti personali no.

E ora la mia vita è tutta fatta di relazioni: ora il mio prodotto sono le persone.

Dopo Nest ho avviato una società di investimenti, Build Collective.

Ci definiamo mentori con i soldi. Investiamo il nostro denaro in aziende che pensiamo possano migliorare drasticamente la società, l’ambiente o la salute umana. E poi diamo loro quello che tutti i venture capital promettono ma raramente danno davvero: attenzione per- sonale. Un aiuto reale quando ne hanno veramente bisogno, a volte prima che capiscano di averne bisogno.

Anche se le persone a cui faccio da mentore mi hanno insegnato molto più di quello che potevo insegnare io a loro. Ho imparato molto su molti settori e attività differenti, agricoltura, acquacoltura e scienza dei materiali, pelli a base di funghi, biciclette e microplastiche.

A ogni team o imprenditore a cui faccio da mentore, mi si apre davanti un altro mondo.

Questo lavoro ha un significato come tutto quello che ho fatto, tutti gli oggetti che ho realizzato. Incontro persone incredibili e le persone incredibili sono il cuore di ogni possibile innovazione: cambieranno il mondo, lo aggiusteranno. Aiutarle, investire in loro, fare loro da mentore: è probabilmente il lavoro più importante che abbia mai fatto.

Guardando indietro, mi rendo conto che è il lavoro più importante che ho sempre fatto.

La parte migliore dell’essere un executive in Apple o il CEO in Nest era la possibilità di aiutare le persone. È stata sempre l’esperienza più gratificante: potevo aiutare i componenti del team a prendersi cura delle loro famiglie. Potevo aiutare qualcuno se si ammalava, o se si ammalavano i suoi figli o i suoi genitori. E abbiamo costruito una comunità, una cultura della qualità, della determinazione e dell’innovazione, in cui tantissime persone hanno potuto svilupparsi e crescere, in cui persone brillanti potevano creare, fallire, imparare e fiorire insieme.

Spesso arrivavano a Nest per fare una cosa e se ne andavano avendo scoperto che potevano farne cento.

Tutto quello che serviva loro era una spinta.

Nella maggior parte dei casi, le persone sono frenate da loro stesse. Pensano di sapere che cosa possono fare e chi dovrebbero essere, e

non esplorano che cosa ci sia oltre quei confini.

O, almeno, non lo fanno finché non arriva qualcuno che li spinge, volenti o nolenti, felici o scontenti, a fare qualcosa di più. A scoprire un pozzo di creatività, di forza di volontà o di brillantezza che non si erano mai rese conto di possedere.

È un po’ come spingersi oltre la prima versione di un prodotto.

Avete dedicato ogni minuto, ogni cellula del vostro cervello a creare V1. Esausti, vi proiettate oltre la linea del traguardo. Anche se ci avete messo tutto quello che avevate per realizzarla, però, V1 non è mai abbastanza buona. Potete vedere il suo enorme potenziale, potete vedere quanto di più potrebbe essere. Perciò non vi fermate sul filo del traguardo, continuate a spingere finché non raggiungete V2, V3, V4, V18. Continuate a scoprire nuovi modi in cui questo prodotto può essere grande.

Lo stesso vale per gli esseri umani. Molti di noi però restano fermi a V1. Se ci sediamo sugli allori, perdiamo di vista quello che potremmo diventare. I nostri prodotti non sono mai completamente finiti, e lo stesso vale per noi esseri umani. Ci trasformiamo continuamente.

Evolviamo costantemente.

E così spingete. Come leader, come CEO, come mentore: spingete anche quando le persone se ne risentono, anche quando temete magari di avere spinto troppo…

Dall’altra parte, però, c’è sempre una ricompensa.

Vale la pena fare bene le cose. Vale la pena cercare di raggiungere l’eccellenza. Vale la pena aiutare il vostro team, aiutare la persona.

Un giorno riceverete un’email da una persona con cui avete lavorato due, tre, magari dieci anni prima. Vi ringrazierà. Vi ringrazierà di averla pungolata. Di averla aiutata a rendersi conto di che cosa fosse capace. Vi dirà che vi ha odiato, che ce l’ha avuta con voi ogni minuto, che non riusciva a credere quanto duramente dovesse lavorare, come l’avete fatta ripartire da zero, come non la mollavate mai.

Alla fine però si è resa conto che quel momento era stato un punto di svolta, un punto di decollo. Ha cambiato la traiettoria di tutta la sua carriera. Le cose che avete costruito insieme hanno cambiato la sua vita.

E così saprete che avete fatto qualcosa di significativo.

Avete fatto qualcosa che valeva la pena fare.

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