Dicembre 4, 2024
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“Alle pmi serve aprirsi a nuovi mercati e conoscere forme di finanziamento che non siano bancarie”


Gli imprenditori vivono un momento molto particolare. Le crisi economiche, politiche, sociali sono cicliche ed ognuna lascia un proprio segno.

Troppo spesso le aziende sono costruite sulla sabbia disattendendo le più elementari regole di gestione aziendale, tanto semplici quanto essenziali, per dare vita ad un’azienda forte, capace di affrontare i cambiamenti.

Il punto di partenza è la volontà di cambiamento.

Se mi chiedessero quali sono i segreti per avere un’azienda solida, in grado di affrontare il mercato con sicurezza, direi che non ci sono segreti, ci sono princìpi.

I princìpi sono sempre semplici (a volte eccezionalmente ovvi), ma è sempre estremamente arduo metterli in pratica.

Riducendo la gestione aziendale, anzi la strategia aziendale, alla sua essenza, ho determinato cinque princìpi, cinque fattori, su cui ogni imprenditore dovrebbe fondare una impresa per creare l’ecosistema aziendale di successo.

Questi fattori sono l’essenza di oltre 30 anni di esperienza imprenditoriale, maturata direttamente sul campo come imprenditore prima, come consulente poi, fino a coniare il termine di mentore imprenditoriale.

Quando parlo di ecosistema aziendale quindi di strategie, mi baso su cinque fattori importantissimi che generano continuità, crescita e innovazione.

1° Fattore: Visione

Un obiettivo a lungo termine che deve essere perseguito applicando la mission aziendale. Se manca una visione, si determina una confusione, forse c’è efficienza ma non efficacia. Mi torna in mente una frase che dice non esiste il buon vento per la barca che non ha una rotta.

In ambito strategico è di fondamentale importanza definire la visione e la missione aziendale, sono il primo passo che deve essere condiviso non solo dal management, bensì da tutta l’azienda, la forza della condivisione della mission e della vision crea squadra ed una squadra affiatata, che ha ben chiaro l’obiettivo, insieme agli altri fattori dell’ecosistema, individua e persegue la rotta corretta.

2° Fattore: Competenze

Il secondo fattore sono le competenze, per competenza non intendo la conoscenza, altrimenti detta Hard Skill, cioè tutte le nozioni che si acquisiscono sui banchi di scuola, all’università, questa è strettamente legata alla mansione. Per competenza intendo la competenza di portare a compimento una particolare situazione che esula dalla preparazione specifica scolastica. Ma si tratta di una conseguenza necessaria e diretta. Queste competenze sono le Soft Skills. Se mancano le competenze, si genera ansia nelle persone dell’azienda e quindi difficoltà, per esempio nella delega delle mansioni.

3° Fattore: Incentivi

La compagine aziendale, la squadra – come mi piace chiamarla- necessita della giusta dose di incentivazione e tutela, a tutti i livelli, per perseguire, insieme all’imprenditore, gli obiettivi aziendali della visione comune. Se mancano gli incentivi, si genera resistenza da parte della squadra.

Una strategia di incentivazione deve riguardare ogni livello delle collaborazioni e deve essere la base per la condivisione di un obiettivo aziendale ed un premio per il suo raggiungimento.

Spesso i sistemi di incentivazione sono ritenuti un ulteriore costo aziendale. Incentivare vuol dire stimolare, spingere, incitare verso un obiettivo. L’incentivazione è quindi uno strumento per crescere ulteriormente che deve essere strutturato in maniera adeguata considerando le caratteristiche della squadra.

4° Fattore: Risorse

Sostengo da sempre che le aziende si fanno soprattutto sulla carta, attraverso una serie di strumenti ed analisi quali, ad esempio, la SWOT Analysis, il Business Plan, il modello di business, la definizione dei KPI, ecc.

Queste analisi consentono di individuare le necessarie risorse, umane e finanziarie che sono la linfa vitale dell’impresa. La mancanza di risorse genera frustrazione, insicurezza e atteggiamenti negativi. Credo che la sostenibilità finanziaria sia una delle necessità per portare avanti i progetti anche di ricerca e innovazione, soprattutto finanziaria non bancaria.

A questo proposito è opportuno parlare di quanto sia importante per l’azienda affacciarsi al mercato degli investitori, dove per investitori intendo sia i privati, che altre aziende che fondi di investimento.

Un’azienda che vuole approvvigionarsi di risorse, per portare a termine o iniziare un nuovo progetto, diventa attrattiva se il mercato stesso, non necessariamente quello di riferimento, capisce il valore della propria strategia e gli obiettivi che si vogliono perseguire.

Diventa necessario, o meglio strategico, conoscere le fonti di risorse soprattutto non bancarie che possono essere i semplici crediti di imposta, la finanza agevolata per arrivare a forme più interessanti di fintech quali: l’invoice trading, l’emissione di un minibond o un crowdfunding.

5° Fattore: Piano d’azione

Le azioni da compiere perché l’azienda diventi brand, occorrono i collaboratori, i brand ambassador.

Un’azienda di questo tipo è attrattiva per i clienti ed è quindi più concreta la loro fidelizzazione.

Per un buon piano d’azione saranno necessari un buon piano di marketing, un piano di comunicazione, un piano editoriale e di lead generation che possa essere messo in campo sia off-line che on-line.

Comunicare la propria visione, la propria missione, le competenze dell’azienda e delle persone che la compongono, gli incentivi che accrescono qualità e produttività, le risorse che il mercato stesso mette a disposizione della nostra azienda sono cose che devono far parte del messaggio di comunicazione soprattutto verso l’esterno, verso i mercati di riferimento e non solo.

La mancanza di un piano d’azione genera una falsa partenza che, come in atletica, genera una rincorsa continua in continuo affanno. C’è la necessità di individuare un focus, un vantaggio competitivo, un valore percepito.

Nella strategia aziendale avere un piano d’azione è il fil rouge che lega tutti i fattori fin qui esposti. Visione, competenze, incentivi e risorse sono i satelliti che ruotano intorno ad un piano d’azione che è il focus della strategia.

Il mentoring imprenditoriale è in grado di conoscere in modo analitico il processo aziendale e, insieme all’imprenditore o al management, individuare la migliore strategia.

Per chi voglia approfondire l’Ecosistema Aziendale di Successo è possibile acquistare il mio libro “La guida strategica d’impresa” reperibile su Amazon.

Antonio Finocchi

Consulente aziendale, esperto nella gestione del debito e nel rilancio aziendale.

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