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Maggio 17, 2024
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“I nostri cicli produttivi seguono il sole. In futuro? Puntiamo al riciclo chimico”

Giuseppe Di Martino, 45 anni, ingegnere, fondatore della Resco Group, basata sull’ economia circolare


Resco Group è un’azienda che appartiene a quella che potremmo definire economia circolare, caratterizzando a piccoli passi il nuovo modello economico del XXI secolo. Stiamo parlando di un’azienda che rinnova il vecchio sistema economico lineare, generando reddito dalla trasformazione del rifiuto in una nuova risorsa. È proprio questa la cultura filosofica dell’economia circolare: permettere una ‘seconda vita’ agli oggetti senza gettarli, provocando inquinamento e conseguenti costi per lo smaltimento. Gli anni del consumismo (’80 e ’90) hanno stravolto il mercato: le imprese producevano senza sosta creando ricchezza, ma accumulando beni che lentamente hanno causato un aumento dell’inquinamento.

Resco Group è un’azienda innovativa perché vuole introdurre nuovi processi di recupero in un territorio vergine come quello siciliano, senza tralasciare la capacità di dialogo con le imprese locali del territorio, compresi gli istituti di ricerca per la creazione di un’importante filiera del recupero che inizia dallo scarto e produce ‘nuovi oggetti’.

Facciamo un esempio per entrare nel dettaglio. Con specifici procedimenti industriali di taglio e granulazione degli pneumatici è possibile separarne le diverse componenti (gomma, acciaio e fibra), ottenendo materie prime seconde (MPS) utilizzabile in molteplici maniere: mattonelle, pannelli fonoassorbenti, superfici sportive, suole per calzature, ruote per carrelli, pavimentazioni stradali, componenti per automobili, e numerosi altri.

Con Giuseppe Di Martino (in foto), 45 anni, ingegnere palermitano che, insieme ad altri tre soci, contribuisce nel 2018 alla nascita della Resco Group, azienda che assicura lavoro a una trentina di persone tra operai specializzati, amministrativi e indotto, cerchiamo di conoscere le potenzialità del rifiuto a beneficio di un’economia circolare che sarà protagonista nei prossimi anni.

Come cambia la cultura dell’impresa nel XXI secolo?

«L’impresa è lo specchio della società. E oggi, per dirla con Bauman, viviamo in una società liquida dove tutti i punti di riferimento che davano solidità al mondo e favorivano la logica nella selezione delle strategie di vita sembrano in piena trasformazione. Lo stesso vale per le imprese, perché non esiste più un’azienda che nasce e muore con la stessa configurazione. È necessario rincorrere continuamente i nuovi modelli di mercato, adattarsi ai continui mutamenti dei consumatori e agli input che giungono dalle nuove sensibilità. L’impresa deve sapere dialogare con il territorio in cui si trova e, al tempo stesso, con il resto del mondo. In questo scenario, specialmente per le imprese produttive come la mia, maturano nuove esigenze organizzative e, di conseguenza, l’impresa rigida chiusa in se stessa del secolo scorso, oggi deve necessariamente trasformarsi, diventare snella e flessibile. Cosa che, secondo la mia visione, si traduce in impresa-rete, aperta all’ambiente nel quale opera. Pertanto tornando alla domanda, quando parliamo di cultura di impresa oggi non ci riferiamo più al racconto storico dell’azienda, ma piuttosto all’unione di svariate individualità, culture diverse che si uniscono per dare vita a un progetto condiviso, a un comune spirito d’impresa».

Sostenibilità e innovazione in che modo trasformano i processi produttivi?

All’interno della Resco Group di Palermo

«Sostenibilità e innovazione sono i binari su cui una impresa deve muoversi. È sempre più marcata, infatti, l’attenzione all’innovazione, alla sostenibilità, alla responsabilità sociale, al benessere dei dipendenti, alla diversità, all’inclusione e le aziende che abbracciano questi valori sono quelle che si distinguono e prosperano in un mondo sempre più complesso e competitivo. Noi come azienda tutto questo lo abbiamo assolutamente chiaro. Le faccio solo un esempio per rendere evidente il nostro rapporto con la sostenibilità: i nostri processi produttivi seguono i cicli solari. Abbiamo infatti adattato i turni di lavoro in modo da riuscire a sfruttare appieno l’energia che autoproduciamo grazie a un impianto fotovoltaico e siamo passati da due turni di lavoro su 5 giorni a settimana a un turno unico nella fascia centrale su 7 giorni per non perdere neanche un raggio di sole».

Che ruolo svolge l’economia circolare nel nuovo modello di impresa?

«L’economia circolare è l’essenza della Resco Group che nasce appena sei anni fa proprio da una idea green: dare una seconda vita agli pneumatici usati, trasformandoli in granuli di gomma e polverino. Grazie a procedimenti industriali di taglio e granulazione, quindi, separiamo le diverse componenti (gomma, acciaio e fibra), ottenendo materie prime seconde utilizzabili in molteplici maniere: mattonelle, pannelli fonoassorbenti, superfici sportive, suole per calzature, ruote per carrelli, pavimentazioni stradali, componenti per automobili e numerosi altri. È l’opportunità di trasformare un rifiuto in risorsa e quindi andare a generare nuovi modelli di business che si basano sul recupero di quello che era prima uno scarto, qualcosa di cui doversi addirittura disfare».

Sfide e opportunità economiche dei prossimi anni?

«Certamente la più grande sfida per una impresa è quella di riuscire sempre a innovare perché questo è l’unico modo per crescere e restare competitiva. Nel nostro caso, il processo innovativo riguarda la possibilità di dare alla materia prima seconda (MPS) una applicazione a più alto contenuto tecnologico. Mi spiego meglio. Oggi il granulo che produciamo viene utilizzato perlopiù per realizzare dei semilavorati per l’edilizia, ma la nuova sfida che vogliamo intraprendere è quella del riciclo chimico, ossia trasformare la plastica e la gomma in combustibili alternativi. Le imprese lavorano senza sosta per continuare a crescere, ma spesso questi processi innovativi vengono ostacolati non tanto dalla mancanza di risorse economiche, ma da una pubblica amministrazione obsoleta incapace di stare al passo con le esigenze di chi produce e comprendere le logiche e i tempi dei processi innovativi».

Quali tecnologie preferisce Resco Group?

«Oggi sicuramente triturazione e macinazione, ma come le dicevo, il mio sogno è quello di diventare una industria di trattamento chimico. Se oggi vedo i miei operai con le tute da lavoro, domani vorrei essere circondato da chimici in camice bianco».

Ricerca e formazione come valorizzano l’impresa?

«La ricerca è fondamentale perché è da questa che si arriva all’innovazione. Noi siamo impegnati con stakeholder locali su progetti di ricerca per dare una nuova vita alle materie prime seconde che produciamo. Oggi collaboriamo con l’Università degli studi di Palermo per la produzione di asfalti modificati e stiamo intraprendendo anche un’attività di ricerca con le acciaierie in Sicilia per utilizzare il nostro granulo come agente schiumogeno nei processi produttivi».

Francesco Fravolini

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