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Luglio 25, 2024
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Luigi Consiglio: vi presento i Campioni d’Italia

Ideatore del Premio Eccellenze d’impresa


Un occhio al domani, l’altro ai talenti made in Italy. Tanto che qualche anno fa si è inventato il Festival del Futuro   https://festivaldelfuturo.eu/ e il Premio dedicato a Eccellenze d’Impresa, https://eccellenzedimpresa.it/, un laboratorio di studi e analisi manageriali dedicato alle aziende italiane, nato nel 2014 per iniziativa di Gea- Consulenti di Direzione e di Harvard Business Review Italia con due obiettivi: valorizzare il patrimonio industriale italiano attraverso lo studio delle sue tante dimensioni e specificità e trasmettere cultura manageriale.

Assieme agli amici Ugo Loser ed Enrico Sassoon ha scritto un libro (Mind editore), dal titolo: Campioni d’Italia – come le migliori imprese emergono e vincono sui mercati mondiali, con i commenti di Giovanni Della Posta, Federico Ghizzoni, Andrea Guerra, Anna Maria Tarantola, Emma Marcegaglia, Luisa Todini., Corrado Passera.

Parliamo di Luigi Consiglio, napoletano, che, quando parla di eccellenza italiana dice: “E’ una impresa che cerca il proprio vantaggio competitivo e lo rinforza con l’obbiettivo di incrementare il valore dell’equity nel lungo termine. Si tratta di qualcosa in più rispetto ad una azienda che cresce e guadagna. Per raggiungere l’eccellenza, l’impresa deve avere una leadership illuminata e lungimirante, una cultura inclusiva, una strategia di lungo termine, un focus sulla eccellenza di prodotto e processo e una visione globale delle proprie opportunità. I campioni nazionali che compongono non solo la struttura più solida dell’economia nazionale, ma hanno anche la capacità di proiettarsi sui mercati esteri con risultati formidabili, diventando leader mondiali”.

Le imprese top sono anche quelle che riescono a rafforzare l’ossatura patrimoniale. Di qui l’importanza di trovare “strumenti che permettano al risparmio e ai fondi istituzionali di entrare nel capatale delle aziende senza limitarne il potenziale competitivo e la specificità della guida imprenditoriale che ne ha determinato il successo”.

I parametri, a detta di Consiglio, per definire un’impresa eccellente, “in realtà sono sempre gli stessi da oltre 2000 anni. Leadership industriale e commerciale: ne parlavano i fenici e poi i romani che erano strateghi raffinati con visione globale ed integrata da regole sociali, tese alla supremazia economica. Ma anche nel medioevo era così. Pensi ai banchieri toscani, agli artigiani cremonesi che dominavano la produzione di strumenti musicali nel mondo, cantine nello champagne, produzione di spade, merletti o scarpe”.

L’Italia, Paese di un numero maggiore di eccellenze? “L’Italia –  replica – un Paese di cultura artigiana. Questo alimenta una produzione continua di imprenditori che conoscono alla perfezione i propri prodotti e li sanno sviluppare. Il modello imprenditoriale esiste anche in Germania, ma non in Francia, né in Inghilterra. L’impresa Italiana cresce moltissimo e guadagna. Non è vero che le aziende sono ferme. Le difficoltà rafforzano una classe di imprenditori che non si perdono d’animo e che, quando si trovano in un ambiente relativamente leggero e facile come Stati Uniti o altri Paesi occidentali, hanno tassi di crescita e successi molto superiori a quelli dei propri concorrenti. Ripeto, le aziende italiane godono di ottima salute e l’Italia è piena di manager formidabili. Non hanno bisogno di dritte, né di sostegni, né dal Governo, né da Confindustria. Istituzioni, associazioni di categoria, meno se ne occupano, meglio è. Nella mia esperienza le aziende aiutate sono sempre finite male. Si perde la capacità competitiva, che è tutto. Le aziende devono superare le difficoltà da sole. Certo, finanziare gli istituti tecnici di buon livello, avere un sistema universitario competitivo, poter contare su servizi efficienti come quelli presenti in altri Paesi, o su una giustizia certa, sono fattori che aiuterebbero le imprese. Ma sono discorsi che non so se e quando diventeranno realtà”

FV.

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