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Maggio 9, 2024
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Vini, l’Umbria entra nel mercato dello champagne

La cantina Scacciadiavoli ha di recente acquisito il marchio francese Marie Clugny

Vini: diplomazia, incontri, impegno, un’operazione internazionale e, voilà, l’Umbria si trova nel mercato dello champagne.

La cantina Scacciadiavoli, fondata a Montefalco nel 1884 e da settant’anni in mano alla famiglia Pambuffetti, ha di recente acquisito il marchio Marie Clugny.  https://www.cantinascacciadiavoli.it/

“L’ultima tappa di un percorso – fa sapere Liù Pambuffetti (Foligno, nel Perugino- classe 1983, responsabile produzione e export) – durato oltre un anno. Ci abbiamo messo passione, abbiamo curato per mesi relazioni sinergiche che hanno portato la nostra Scacciadiavoli a Cramant”.

Nel luogo tra i più vocati ed esclusivi della regione dello Champagne, cuore del mitico gesso campaniano e dello Chardonnay più elegante, sono state prodotte le prime quattro referenze: Blanc de Blancs Brut Grand Cru, Blanc de Blancs zéro dosage Grand Cru, Blanc de Noirs Brut Premiere Cru e Tradition Brut.

A guidare questa nuova sfida è lo stesso team enologico di Scacciadiavoli che da oltre vent’anni contribuisce al successo delle bollicine dell’azienda, già pioniera in Italia nella spumantizzazione di un vitigno autoctono a bacca rossa, il Sagrantino.

Un progetto internazionale, avviato dopo l’esplorazione di nuovi segmenti di mercato che accrescerà il know how di questa realtà nel cuore verde d’Italia.

“Quella di Marie Clugny – continua Liù – sarà una produzione numerata e limitata che punta all’eccellenza. Luogo di produzione è il villaggio di Cramant, a 9 chilometri da Epernay, la capitale indiscussa dello Champagne, su terreni calcarei ricchi di gesso che regalano ai vini della regione caratteristiche uniche al mondo. Per noi è un risultato importante a livello internazionale. Una fatica immane ricompensata. Ci speravamo da tempo. Oggi ci stiamo concentrando molto sullo sviluppo del marchio marie clugny e sono sicura che questa avventura ci porterà anche da qualche altra parte o a conoscere qualcun altro che ci darà nuove idee”.

Un po’ di storia della Scacciadiavoli.

L’azienda vitivinicola nel Comune di Montefalco in Umbria viene fondata nel 1884 dal Principe di Piombino, Ugo Boncompagni Ludovisi, e dal 1954 la famiglia Pambuffetti di Foligno ne è proprietaria e la gestisce.  Consulente enologo è Stefano Chioccioli.

L’azienda si estende su una superficie di 130 ettari, di cui 40 destinati a vigneto in aree a denominazione Montefalco (Montefalco DOC, Montefalco Sagrantino DOCG e Spoleto DOC), coltivati soprattutto a Sagrantino, Sangiovese, Grechetto e Trebbiano Spoletino.

Nel 2000 la tenuta è stata interamente ristrutturata conservando gli elementi architettonici originali, profondamente rinnovata dal punto di vista tecnologico e ammodernata nelle attrezzature. Il ricorso alla viticoltura di precisione le consente di applicare una gestione adatta al vigneto. La Scacciadiavoli produce una vasta gamma di vini, ma anche spumanti e una grappa a base di Sagrantino. Tra i rossi ci sono il Montefalco Sagrantino DOCG, il Montefalco Sagrantino Passito DOCG, il Montefalco Rosso DOC e l’Umbria Rosso IGT. Tra i bianchi, il Montefalco Bianco DOC, il Montefalco Grechetto DOC e Spoleto Trebbiano Spoletino DOC a base di 100%Trebbiano Spoletino, dal 2005 anche lo Spumante Brut Metodo Classico Bianco e Rosé da uve Sagrantino, oltre la grappa di Sagrantino.

Ma come si fa a resistere da più di cento anni? “Il fattore più  importante? E’ l’unione in famiglia – fa sapere Liù –  anche forse il più complesso. Purtroppo tante aziende del vino sia in Italia che in Francia hanno dovuto vendere o spezzettare l’azienda a causa di motivi familiari. Noi resistiamo. Altro fattore molto importante è il territorio che, se funziona, traina tutti ed in particolare le aziende capaci di innovarsi. Io, con i miei fratelli e cugini rappresento la quarta generazione. In tutto siamo in cinque, in sette se consideriamo la generazione precedente. Iacopo, mio cugino ed io ci occupiamo di Scacciadiavoli, Amilcare Jr, Fiammetta e Romeo gestiscono Fratelli Pambuffetti. Il patto generazionale è stato affrontato con rispetto da parte di entrambe le generazioni, ma gli scontri non mancano perché a volte abbiamo una visione diversa del futuro”.

Scacciadiavoli ha 40 ettari di vigneto e 70 di seminativi, 20 dipendenti, produce circa 300.000 bottiglie l’anno. Il 35% della produzione va all’estero, il 65 in Umbria e nel resto del Paese.

“Il nostro territorio – continua – è sempre un elemento molto importante. E questo non lo dimentichiamo mai”.

Riconoscimenti? “Abbiamo appena vinto i 3 bicchieri con Sagrantino 2019 – ci fa sapere – e qualche anno fa sempre il nostro sagrantino è rientrato tra i cento vini più importanti del mondo per Wine Spectator. Merito non solo del prodotto, ma anche di innovazione, inclusione e sostenibilità”.

I vecchi parametri ormai non funzionano più neanche per la storica cantina, il cui nome fu ispirato da un esorcista che viveva ai confini della attuale proprietà e che utilizzava il vino del luogo per i suoi rituali.

Cinzia Ficco

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