Nasce per essere un punto di riferimento per le aziende e per fornire loro buone pratiche
“Il prossimo 25 settembre saremo esattamente a metà del percorso fissato dall’Agenda 2030. È il momento di un primo bilancio e di chiederci come usare al meglio i prossimi sette anni, quelli che ci separano da una delle scadenze più importanti per il futuro del pianeta”.
Questo il commento di Daniela Bernacchi, Executive Director dell’UN Global Compact Network Italia, rete locale del Global Compact delle Nazioni Unite https://globalcompactnetwork.org/it/ la più grande iniziativa di sostenibilità d’impresa al mondo, alla vigilia dell’anniversario dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
Sottoscritta da 193 Paesi membri delle Nazioni Unite nel 2015, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale da raggiungere entro il 2030.
Oggi, secondo il Dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, solo il 15% dei target è in linea con la tabella di marcia, il 48% dei progressi è debole e insufficiente e il 37% ha subito uno stallo o un’inversione di tendenza.
“Il ruolo del settore privato sarà determinate – ha proseguito Bernacchi- Per questo il Global Compact delle Nazioni Unite ha appena lanciato l’iniziativa Forward Faster, la piattaforma globale che nasce per essere un punto di riferimento per le aziende e per fornire loro buone pratiche ed esempi di azione, risorse e strumenti operativi utili all’attuazione di una strategia di business sostenibile e attenta agli impatti generati sull’ambiente, le persone e la comunità”.
La piattaforma, accessibile a questo sito https://forwardfaster.unglobalcompact.org/ consente alle aziende di individuare indicatori chiave di performance da utilizzare nei processi di reporting e aumentare la trasparenza e la credibilità dell’impresa.
Con questo strumento, l’UN Global Compact offre una prima risposta ai manager aziendali che, nell’ambito della ricerca realizzata con Accenture – per il 44% del campione intervistato – chiedono ai governi di mettere in atto politiche di sostegno per integrare gli SDGs nella strategia e nelle attività aziendali, in modo da garantire condizioni paritetiche per tutte le imprese. Sempre secondo la ricerca, che raccoglie esperienze e percezioni di oltre 2.800 leader di aziende di tutto il mondo che aderiscono al Global Compact ONU, i manager chiedono ai governi indicazioni chiare su quali priorità concentrare i loro sforzi, nonché metodi e criteri di misurazione dell’impatto efficaci e condivisi, in modo da poter riferire adeguatamente i progressi compiuti, ma anche prendere decisioni consapevoli sulla base di questi dati. La richiesta principale è rappresentata da normative coerenti sulla rendicontazione e sulla comunicazione (una priorità per il 76% del campione), per garantire che tutte le imprese siano valutate sulla base dello stesso standard, sia al livello nazionale che globale.
“Mancano solo sette anni per raggiungere gli obiettivi fissati e c’è moltissimo da fare – ha aggiunto Daniela Bernacchi- Le priorità sono sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto il clima, l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali è oggi a rischio. Il divario retributivo di genere è un’emergenza, visto che con questo ritmo servirebbero più di 160 anni per colmarlo. Si stima inoltre che nel mondo un terzo dei lavoratori guadagnino meno di quanto sia necessario per permettersi un tenore di vita dignitoso e più di due miliardi di persone non abbiano ancora accesso a forniture d’acqua potabile. In questo scenario complesso, gli investimenti e l’innovazione che può introdurre il settore privato sono essenziali, ma occorre che i governi svolgano un ruolo propulsivo sempre più forte. La call to action Forward Faster vuole essere un appello per innalzare le ambizioni e i risultati”.
La Redazione