Si tratta della Labanti e Nanni di Bologna. Parla il Ceo, Fabio Bonacini
Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche chiude il 2022 con ricavi in crescita del 25% e importanti obiettivi di espansione. Prosegue con determinazione il percorso di sviluppo dell’impresa. Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche è situata ad Anzola Emilia nel Bolognese, punto di riferimento nel settore della cartotecnica. L’esercizio fiscale 2022 registra ricavi globali che si attestano sui 23 milioni di euro, con un incremento del 25% rispetto all’anno precedente. Parametri positivi per tutti i principali indicatori finanziari, il margine operativo lordo (Mol) ha raggiunto 2.676.106 euro, che verranno in parte investiti a sostegno del piano strategico aziendale, rivolto a incrementare i livelli di qualità rispettando sostenibilità e responsabilità sociale d’impresa. Tra i driver della crescita gli investimenti in innovazione tecnologica con l’implementazione di macchinari all’avanguardia che hanno permesso di ampliare la gamma di lavorazioni e nobilitazioni, riducendo gli scarti. Le quote di incremento di fatturato più significative sono state generate dal settore alimentare-caffè, cosmesi e parafarmaceutico/sanitario/medicale. Per consolidare il processo di espansione, l’azienda ha approvato un Piano Strategico triennale 2023-2025 che punta a consolidare la presenza nei mercati nazionali coniugando gli obiettivi di sviluppo economico, finanziario con l’attenzione ai valori etici, sociali e ambientali. https://www.labantienanni.it/it/
Con Fabio Bonacini, CEO di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche, conosciamo meglio le scelte e le strategie dell’azienda bolognese che nel 2023 festeggia 70 anni di attività, senza dimenticare le recenti performance di mercato nel mondo del packaging soprattutto nei settori caffè, cioccolato, cosmesi e benessere.
Fabio Bonacini, i dati di crescita dell’impresa sono confortanti. A cosa è dovuta soprattutto l’ottima performance economica?
«Credo che alla base del nostro successo ci sia il corretto equilibrio fra tre fattori che ritengo fondamentali: l’innovazione tecnologica, l’attenzione alle risorse umane e un meticoloso controllo di gestione. Il lavoro che abbiamo fatto in questi anni su questi tre fattori ha determinato investimenti coerenti sugli elementi che stanno alla base del fare impresa, accompagnando la crescita di dimensione e premiandoci sul mercato. Questo equilibrio è stato possibile grazie alle diverse esperienze che abbiamo messo insieme a livello di management. Con mio padre Antonio, il socio Andrea Fanti e un team di manager inseriti in azienda in tutti questi anni siamo riusciti a supportare la costante crescita organizzativa e i cambiamenti che ne sono derivati».
Quanta attenzione è rivolta all’innovazione?
«Direi massima e riguarda senz’altro le scelte tecnologiche e gli investimenti in nuove macchine per rispondere alle sfide del mercato, ma anche l’innovazione metodologica e di mentalità delle persone che lavorano con noi. Infatti, a nuove macchine corrisponde anche un diverso modo di produrre, e sta a noi manager creare le giuste condizioni per far crescere i nostri dipendenti assieme al patrimonio tecnologico. Con una lunga esperienza alle spalle abbiamo anche il dovere di essere propositivi nei confronti dei clienti, ponendoci come partner e non solo come fornitori, in grado di suggerire nuove soluzioni sia per quanto riguarda la funzionalità, ma anche dal punto di vista dell’estetica e della performance dei pack sugli scaffali».
Che sensibilità rivolge l’impresa alla sostenibilità ambientale?
«Abbiamo lavorato molto sulla riduzione degli sprechi, sull’attenzione ai materiali da avviare a riciclo e sul benessere dei nostri lavoratori. Da circa tre anni stiamo mettendo in atto un progetto di welfare aziendale – a cui abbiamo dato il nome di “Benessere Organizzativo”, che punta proprio a consolidare il wellbeing dei nostri dipendenti. Da diversi anni siamo certificati Eco Print utilizzando inchiostri a base vegetale senza componenti chimiche dannose per gli operatori e gli utilizzatori. Grazie a questa attestazione siamo in grado di certificare tutto il processo produttivo secondo i più alti criteri di sostenibilità inerenti al nostro settore, certificazione che segue l’iter di audit annuali da parte di enti preposti riconosciuti a livello internazionale. Alcuni nostri clienti, sensibili ai temi della sostenibilità, già appongono il logo Eco Print sui loro pack grazie alle nostre scelte. Inoltre, il nuovo business plan triennale 2023-2025, presentato a fine giugno, prevede ulteriori attenzioni con l’obiettivo di realizzare il nostro primo Bilancio di Sostenibilità entro il 2024, formalizzando e condividendo con tutti i nostri stakeholder le fondamenta di un futuro sempre più sostenibile».
L’impresa festeggia quest’anno i 70 anni. Qualche ricordo?
«La nostra impresa nasce nel 1953 operando nel settore grafico con una prima sede nel centro di Bologna. Negli anni la crescita è stata accompagnata da spostamenti in immobili sempre più grandi e comodi, per ospitare macchinari sempre più performanti e per facilitare l’accoglienza delle merci dei nostri clienti. Negli anni ’90 i lavoratori erano una dozzina e ancora si stampava su carta, ma a fine degli anni ’90, c’è stato il vero e proprio cambio di passo, orientandoci in modo deciso verso la cartotecnica industriale, selezionando una clientela a target e decuplicando i nostri numeri. Sono abbastanza giovane e non ho aneddoti in grado di raccontare la storia precedente agli anni ‘90, poiché con mio padre Antonio sono entrato nella compagine societaria nel 1997, ma l’attuale assetto, nella sede di Anzola sulla via Emilia, ci sta dando numerose soddisfazioni e lascerà certamente un segno tangibile nella storia di Labanti e Nanni Industrie Grafiche e Cartotecniche. Forse il momento storico più importante è quello che stiamo vivendo adesso».
Come affrontare il mercato estero in un momento storico particolare?
«Ci consideriamo un’azienda di prossimità anche perché dobbiamo fornire i pack ad aziende che poi dovranno inserirci i loro prodotti prima di immetterli sul mercato. Questo prevede che la nostra clientela non sia troppo lontana affinché ci sia inoltre una sostenibilità orientata allalogistica. I progetti sull’estero riguardano soprattutto brand che fanno parte di gruppi multinazionali. Stiamo lavorando con un’azienda globale che ha la sede principale europea in Spagna, ma il nostro principale mercato di riferimento è soprattutto quello nazionale».
In che modo c’è stato un rinnovamento dei processi produttivi?
«Nuove necessità di mercato e rinnovate congiunture economiche hanno caratterizzato l’ultimo decennio stimolandoci a implementare nuove metodologie di produzione e a fare importanti investimenti in innovazione tecnologica. Insieme a un grande marchio mondiale di macchine industriali per la stampa abbiamo customizzato una soluzione che è stata installata nel 2021, unica in tutta Europa. Questo è stato possibile grazie alla nostra lunga esperienza, alla proattività del fornitore e al lavoro fatto insieme per mettere a punto un impianto che ci consente di lavorare a livello industriale per quanto riguarda numeri e velocità, offrendo però prodotti più paragonabili ad accurate creazioni artistiche che ad articoli di serie. Questo ha comportato alcune modifiche profonde a livello di organizzazione del lavoro. Anche in questo risiede parte del nostro successo».
Perché consolidare la responsabilità sociale dell’impresa?
«Si tratta senz’altro di un asset aziendale in grado di caratterizzarci e distinguerci rispetto ad altri player del mercato meno strutturati. C’è indubbiamente un impatto sociale a cui siamo molto sensibili. Oggi abbiamo in organico un centinaio di lavoratori a cui corrispondono altrettante famiglie, per un totale di oltre 400 persone che sanno di poter vivere bene nel territorio grazie anche ai nostri sforzi e alla nostra cura nella gestione d’impresa. È una bella responsabilità, ma anche un forte stimolo a lavorare con impegno, e i risultati per il momento sembrano premiare i nostri sforzi e le nostre attenzioni».
Francesco Fravolini