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Maggio 21, 2024
FinanzaMarketing

Pickabù, il marketplace per supportare le imprese dei giovani

Un aiuto alle “partecipate” dai fondi di venture capital, private equity e real assets del Gruppo Azimut


“Il nome nasce da Peek a boo, il corrispettivo anglosassone della nostra espressione bubù settete,  che si dice ai bambini, coprendosi la faccia con le mani per fare loro una sorpresa e farli sorridere. E’ stato scelto perché l’obiettivo del  nuovo progetto è sorprendere i propri utenti, fare loro scoprire nuove aziende e stupirli con offerte dedicate”. https://www.pickabu.com/public

Così Mauro Massironi (in foto), ad di Italian Excellence, società del gruppo Azimut, a proposito di PickaBù, un marketplace lanciato di recente, che  ha l’obiettivo di supportare le iniziative imprenditoriali dei giovani e premiare le eccellenze.  

L’abbiamo intervistato per conoscere vantaggi e costi dell’iniziativa.

Cosa ha di innovativo questa piattaforma?

PickaBù non è un marketplace tradizionale. Infatti, non è aperto a tutti. Le aziende presenti su PickaBù sono solo aziende partecipate dai fondi di venture capital, private equity e real assets del Gruppo Azimut. Si tratta di aziende che hanno deciso di fare un pezzo di strada insieme al Gruppo Azimut, che le ha finanziate con il capitale paziente dei propri clienti- interessati ad investire in società non quotate del nostro Paese.
Azimut è un gruppo indipendente, una realtà globale attiva nell’asset management, wealth management, investment banking e nel fintech, al servizio di privati e imprese. Da anni il Gruppo investe nell’economia reale. Finora ha supportato in vario modo oltre 1.100 aziende e contribuito a creare oltre 50mila posti di lavoro. Con PickaBù vogliamo provare a fare un passo oltre.

Come?
L’acquisizione di nuova clientela è importante per tutte le aziende, ma è ancora più fondamentale per le start-up e le PMI. Da nostre evidenze interne, tra il 30% ed il 50% dei fondi raccolti dalle società in cui Azimut ha investito, vengono spesi in attività di marketing. E nel mondo digital e dei social regna un’egemonia di grandi player globali che condizionano, nel bene o nel male, la visibilità di tutte le aziende. PickaBù nasce per sfruttare il network di clienti che ciascuna azienda ha.
Un network che parte dagli oltre 220mila clienti del Gruppo Azimut in Italia a cui si aggiungono le centinaia di migliaia di clienti delle varie aziende partecipate. Ad oggi parliamo di un network potenziale di oltre 1 milione di clienti.

L’elemento differenziante?

E’ quello che abbiamo chiamato il “co-marketing collaborativo e distribuito”, in cui ogni azienda che aderisce al network contribuisce alla crescita delle altre società dell’ecosistema, condividendo la propria base clienti ed offrendo i propri prodotti/servizi con qualche tipo di vantaggio per gli utenti di PickaBù. Italian Excellence srl – la società creata da Azimut per la realizzazione di questo progetto – funge da regia a queste attività, indirizzando le offerte in funzione della profilazione degli utenti.  Azimut è una controparte sul mercato molto credibile in questo ruolo, perché ugualmente interessata a far crescere tutte le aziende presenti su PickaBù, in quanto tutte partecipate dai propri fondi.

Quali sono i costi per chi vende su PickaBù?

Le aziende pagano semplicemente una quota annuale di iscrizione alla piattaforma, che è finalizzata a far sì che la stessa si auto-sostenga e possa diventare nel tempo sempre più efficace ed efficiente. Non sono richieste percentuali sulle vendite o differenziazioni specifiche in base a settori o beni venduti. In ottica di cooperazione totale tra le aziende del network, la quota di iscrizione annuale è uguale per tutti e pensata per essere affrontabile anche dalle giovani startup.

Oggi ci sono diciotto aziende. Tutte italiane? Di quali aree geografiche, di quali settori?

Esatto. Oggi la piattaforma ospita diciotto aziende che spaziano, dall’abbigliamento & moda, al benessere & beauty, ai servizi, al food, a esperienze, hobby e tempo libero, ma il numero è ovviamente destinato a crescere. Sono tutte italiane localizzate sul territorio nazionale. In molti casi sono aziende digital, quindi la sede ha una rilevanza relativa in termini di offerta al pubblico.

Invece, per chi acquista, quali sono i benefici?

Tutte le aziende presenti in piattaforma offrono dei vantaggi esclusivi agli utenti PickaBù. Spesso sotto forma di scontistica o offerte dedicate.
I “vantaggi PickaBù” sono sempre attivi in piattaforma, i “vantaggi WOW”, invece, sono vantaggi a tempo, interessanti, ma limitati nel tempo.

Cosa potrebbe diventare PickaBù in futuro?

L’obiettivo è quella di diventare un acceleratore di business per le aziende. Aiutarle, in un ambiente amico e controllato a farsi conoscere, raccontare le proprie storie imprenditoriali, acquisire visibilità e, in fin dei conti, crescere come numero di clienti.

Si può quantificare il valore delle transazioni?

La piattaforma è operativa da poco più di 2 mesi. La metà del tempo è però stata tenuta sotto traccia per effettuare gli opportuni fine-tuning operativi e per questo il lancio ufficiale è avvenuto solo ora. Al momento ci sono 45 offerte presenti.

Come avviene la distribuzione e in quali tempi?

Le transazioni non avvengono su PickaBù, ma direttamente dai siti delle aziende aderenti. PickaBù fa conoscere l’azienda, il suo prodotto e offre il voucher per consentire poi di finalizzare l’acquisto direttamente nel sito o nel negozio dell’azienda partner. Quindi gli acquisti vengono poi finalizzati direttamente dalle aziende che partecipano al progetto. Anche gli aspetti logistici e di spedizione dei prodotti sono gestiti dalle singole aziende.

E’ un’idea originale o in altri Paesi c’è qualcosa di simile?

Al momento non abbiamo evidenza di iniziative simili altrove. Certo, esistono tantissimi marketplace ed esistono tantissime iniziative di co-marketing tra aziende. Noi però promuoviamo questo “co-marketing collaborativo e distribuito” di cui non abbiamo evidenze altrove.

Cinzia Ficco



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