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Novembre 21, 2024
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Nautica: Ingemar verso i 50 anni tra innovazione e progetti inclusivi

Si tratta del Gruppo fondato nel 1979 da Lorenzo Isalberti a Casale sul Sile (Treviso)


“Agli inizi i nostri pontili erano guardati un pò con sospetto, perché erano ancora i tempi delle storiche strutture fisse che fino a quel momento non avevano avuto alternative. Ben presto, con l’evolversi dei costumi e la crescita per numero e dimensioni delle imbarcazioni, queste rivelarono tutti i loro limiti e nei decenni successivi vennero progressivamente sostituite o integrate da approdi galleggianti sempre più performanti e sicuri”.

Così Lorenzo Isalberti ricorda le origini di Ingemar, il Gruppo  che realizza pontili e costruzioni sull’acqua e  fonda a Casale sul Sile (Treviso) nel 1979, ancora molto dinamico. ingemar.it/it/home

“Fra le curiosità degli inizi – ci dice l’ingegnere – vale la pena ricordare anche che il logo Ingemar originale nacque dalla matita del leggendario designer e grafico olandese Bob Noorda, che fu tra i principali artefici del rinnovamento della grafica italiana ed europea del XX° secolo e ricordato fra l’altro per le grafiche della prima metropolitana milanese”.

Ingegnere, come si fa a resistere per 45 anni?

Innovazione, diversificazione e personalizzazione sono stati sin dalle origini i fiori all’occhiello della nostra azienda. Dove altri si fermano a prodotti di serie modulari, noi realizziamo ciascun progetto con uno studio accurato degli ecosistemi e le necessarie personalizzazioni che offrono i più alti standard di sicurezza, la massima integrazione con l’ambiente circostante. Oggi siamo fra le poche aziende del settore in Europa a riassumere al nostro interno progettazione, ricerca & sviluppo oltre alla produzione dei manufatti. Le nostre installazioni sono molto diverse fra loro sia per le tipologie strutturali di ciascun intervento che per la varietà dei materiali impiegati e le soluzioni tecniche adottate. Abbiamo sempre privilegiato una scelta progettuale che affianca elementi di serie assemblati con accorgimenti e accessori originali a manufatti appositamente realizzati in base alle richieste dei committenti e alle caratteristiche degli ambienti ospitanti. Nel corso dei decenni, inoltre, abbiamo contribuito al progressivo proliferare dei frangionde galleggianti a protezione di porti turistici e commerciali e le nostre produzioni sono via via cresciute anche in quest’ambito, fino a raggiungere il record della produzione di serie con moduli in cemento armato assemblabili dalle straordinarie dimensioni di 20x10m e un peso di 185 tonnellate.

Parlava della diversificazione dei vostri prodotti.

Sì, ci ha consentito di ammortizzare al meglio anche gli andamenti meno favorevoli di alcuni mercati, con realizzazioni che nel tempo si sono rivolte al diporto nautico, ma anche ai settori dello sport agonistico e associativo e a quelli della cultura, del commercio, dell’industria, dei trasporti e del tempo libero.

La proprietà è cambiata in questi anni? Ora chi guida l’azienda?

La proprietà non è mutata nel corso degli anni, così come non sono cambiati la visione di sviluppo, né lo spirito degli inizi. Nel corso degli anni di attività il contributo professionale e la partecipazione appassionata di molte figure chiave nella crescita dell’azienda hanno contribuito in modo oggettivo alla sua reputazione e al suo grande sviluppo. I 45 anni attività hanno visto un crescendo di progetti e installazioni sempre più complessi, una crescita costante dei risultati e la trasformazione della società in accreditato operatore internazionale, oltre alla definizione di licenze esclusive per la produzione dei manufatti in Paesi extra UE e la collaborazione con enti scientifici e universitari per anticipare e orientare lo sviluppo della portualità turistica del prossimo futuro. Nella struttura societaria attuale, di cui sono presidente, mi affiancano storicamente Sebastiano Pulina, ingegnere, come Amministratore Delegato e un affiatato gruppo di competenti progettisti ai quali è affidato il compito di condurre la nostra azienda verso il traguardo dei 50 anni di attività.

I numeri di Ingemar?

Il fatturato, che rispetto agli anni pre-pandemici ha complessivamente subito una flessione di circa il 15/20%, negli ultimi esercizi si è mediamente attestato a quasi 10milioni di Euro.  L’attuale compagine Ingemar occupa una trentina di professionisti fra uffici e aree di produzione, assemblaggio. La quota di esportazione dei manufatti Ingemar ha registrato negli ultimi anni percentuali diverse, comprese fra l’oltre 60% degli anni pre-pandemici e il 40% della produzione recente. La quasi totalità dei componenti è realizzata negli stabilimenti a Casale sul Sile (TV) e distribuita via terra e via mare. In alcuni casi in cui la distanza e il volume dei materiali comportano costi logistici proibitivi, i manufatti più imponenti vengono prodotti in prossimità dell’area di destinazione per mezzo di originali cantieri mobili o grazie ad esclusive licenze di licensing supervisionate da Ingemar.

Se dico transizione green e digitale cosa mi risponde?

Abbiamo vissuto in pieno la transizione dal mondo analogico a quello digitale, disegnavamo i primi lay- out con inchiostri e tecnigrafo e facevamo calcoli infiniti. Siamo passati all’uso dei computer e poi ai sistemi cad-cam per la progettazione tridimensionale, ai software per le simulazioni digitali di carico e distribuzione dei pesi che via via integreranno sempre più funzioni della nuova Intelligenza Artificiale. Il futuro è già cominciato, nuove opportunità per un concreto e sostenibile sviluppo e la salvaguardia dei nostri ecosistemi sono sempre più praticabili anche nel nostro piccolo. Per i materiali dei nostri prodotti, per esempio, abbiamo privilegiato sin dalle origini l’utilizzo di legnami certificati Fsc (da programmi di riforestazione) e di materiali riciclabili al 100% (legnami pregiati, strutture, accessori e minuterie in acciaio e alluminio, etc.) e per gli enormi elementi galleggianti inaffondabili in calcestruzzo e polimeri espansi abbiamo messo a punto un originale processo di pulizia, sanificazione e rigenerazione, in grado di restituire questi elementi ai mercati con prestazioni inalterate e a condizioni economiche più vantaggiose. Cerchiamo di non trascurare mai alcun aspetto, arrivando a studiare e realizzare snodi e sistemi di ancoraggio con elastomeri speciali e cime in Dynema® a protezione dei fondali e grate per i piani di calpestio che consentono alla luce solare di raggiungere le colonie di Poseidonia sui fondali.

Chi sono i vostri clienti?

I nostri progetti sono commissionati da Enti Pubblici e aziende private, attraverso la partecipazione a gare e bandi pubblici o tramite assegnazioni dirette su offerte richieste da soggetti privati. La reputazione di Ingemar è così cresciuta negli anni che ha superato i confini nazionali, assegnandoci oggi una posizione di leadership fra i principali produttori europei del settore e una presenza crescente nei mercati emergenti medio orientali e indiani. Negli ultimi anni la collaborazione con alcuni licenziatari esclusivi nei Paesi del Golfo (UAE) ci ha consentito di de-localizzare parte delle nostre commesse all’estero in prossimità dei luoghi di destinazione. Oggi buona parte degli insediamenti diportistici della penisola porta la firma di Ingemar e solo per ricordarne alcuni particolarmente rappresentativi della nostra produzione vale la pena citarne qualcuno: l’imponente porto di Loano o gli innumerevoli approdi turistici protetti da giganteschi frangionde nel Golfo di  La Spezia o ancora le enormi strutture ricettive di Castellammare e di Manfredonia. Siamo chiamati ad operare in strutture portuali che vogliano realizzare approdi ex-novo o che desiderino rigenerare o trasformare quelli esistenti. Ma fra i nostri interventi annoveriamo anche: insediamenti commerciali per privati, strutture galleggianti per Associazioni Sportive, approdi speciali per Marine Militari e Guardie Costiere in Italia e all’estero, piattaforme per l’industria e per importanti manifestazioni espositive sull’acqua, dalla nautica alla cultura.

Progetti per il futuro?

Si stanno aprendo nuovi mondi e nuove possibilità offerte dalla digitalizzazione, dalla miniaturizzazione dei componenti elettronici e dall’impiego delle energie alternative che possono trovare applicazione nello sviluppo dei futuri porti turistici. Sono tanti gli elementi presi in considerazione per il miglioramento della portualità turistica moderna, da quelli che contemplano l’integrazione e l’offerta di reti energetiche da fonti rinnovabili per illuminazione e servizi, a quelli che invece si concentrano sul comfort generale delle strutture turistiche, come nel caso del Progetto Marina4all che ha come obiettivi l’inclusione e l’accessibilità per tutti.

Di cosa si tratta?

Il progetto Marina4all, che ha recentemente conseguito il patrocinio di Confindustria Nautica, è una sfida progettuale, produttiva e culturale che condivide le competenze specialistiche di aziende apparentemente lontane per trasferire innovazione e comfort ai porti e ai marina turistici moderni. Marina4all è promosso dalla società di ingegneria marittima Ingemar, che ha realizzato la piattaforma e buona parte delle strutture nautiche del Salone, e da Madeit4a, leader nel settore dell’abbattimento delle barriere alla mobilità in ambito nautico. Il progetto, sviluppato nel corso del 2023 sta definendo i nuovi parametri di comfort e accessibilità dei marina del prossimo futuro. Pensati per facilitare l’accesso e il transito in sicurezza non solo dei portatori di disabilità motorie, ma anche di tutti coloro (persone anziane o con invalidità temporanee, mamme con passeggini, armatori, atleti, artigiani, etc.) che debbano raggiungere le imbarcazioni con carichi pesanti o voluminosi. Oltre a particolari e spesso complessi accorgimenti tecnici quali: le ridotte altezze dall’acqua, i dislivelli minimi fra pontili e passerelle e l’attenzione agli spazi per facilitare le manovre, le nuove strutture sono anche dotate di apposite predisposizioni per i sistemi di protezione e sostegno ausiliari (gruette per il sollevamento di persone e altri presidi) e presto includeranno anche percorsi sperimentali tattili, con cromatismi speciali e segnaletiche in linguaggio Braille, per superare altre barriere d’accesso per i soggetti ipo-vedenti e non vedenti.

Cinzia Ficco

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