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Novembre 21, 2024
FocusInnovazione

Tech: è Ai learning fever

Parla Luana Lo Piccolo AI Governance and Strategy Expert


Un’azienda su due sfrutta i “superpoteri” dell’Ai per corsi e seminari. world-statistics.org/).

Gli esperti del settore non hanno dubbi: la tecnologia del momento può migliorare l’efficienza delle piattaforme e dei programmi di apprendimento del 50% grazie a innovazioni come “AI tutor” e “Avateacher” di ultima generazione.

“L’esplosione del fenomeno – afferma Luana Lo Piccolo (in foto) AI Governance and Strategy Expert – era solo questione di tempo: per 7 CEO su 10 nel mondo l’artificial intelligence avrà un ruolo determinante per il successo delle loro organizzazioni”.

Sulla stessa linea,  Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT: “Il futuro dell’e-learning sarà sempre più AI centered. Infatti, il mercato globale dell’intelligenza artificiale applicata proprio al settore delle learning platform sfiorerà i 21 miliardi di euro entro i prossimi 3 anni”.

Conferme ulteriori in merito giungono da un recente approfondimento elaborato da HR Executive hrexecutive.it , secondo cui più di un lavoratore su 2 (52%) ha espresso il desiderio di apprendere nuove skill entro l’anno corrente con l’obiettivo di migliorare e, soprattutto, offrire un miglior contributo a supporto dell’azienda d’appartenenza. Inoltre il 73% dei professionisti appartenenti allo stesso campione vorrebbe effettuare il tutto da remoto e durante l’orario lavorativo.

Dagli “AI tutor”, capaci di spiegare alla perfezione ogni tipologia di concetto e tenere corsi di formazione o aggiornamento rispettando tempi e necessità dei partecipanti, fino agli “Avateacher” elaborati con l’obiettivo di prevedere con largo anticipo, e con un’accuratezza del 90%, il livello di preparazione, prima, e crescita, poi, di ogni professionista durante lo svolgimento del seminario scelto.

Ma cerchiamo di capire come le imprese possano usufruire di questi “superpoteri” con Luana Lo Piccolo.

Ai learning fever: solo in Italia?

In Italia, l’utilizzo dell’AI nell’ambito della formazione sta crescendo, specialmente tra le grandi aziende e le corporate academy, dove strumenti di apprendimento potenziati dall’intelligenza artificiale sono sempre più considerati una risorsa per migliorare l’efficacia dei percorsi formativi. Un esempio concreto viene da ENI e Leonardo, che stanno investendo in soluzioni di apprendimento AI-driven per la formazione continua. Secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano del 2023, il 30% delle grandi imprese italiane ha già iniziato a utilizzare l’AI per i corsi di formazione, e il 20% prevede di adottarla nei prossimi due o tre anni. A livello globale, il fenomeno è ancora più marcato. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, l’AI applicata all’apprendimento è già una realtà consolidata. Alcuni dei principali player tecnologici come IBM, Google e Microsoft stanno sviluppando piattaforme AI per la formazione, utilizzate da aziende di tutto il mondo per personalizzare e ottimizzare i percorsi di apprendimento dei dipendenti. Questa espansione dimostra che l’AI learning non è solo una moda passeggera, ma un cambiamento strutturale che sta ridefinendo il modo in cui le aziende e le istituzioni educative affrontano la formazione e lo sviluppo professionale, sia in Italia che a livello internazionale.

Quanto vale questo mercato?

Il mercato globale dell’AI applicata alla formazione è in rapida espansione. Secondo un rapporto di Grand View Research grandviewresearch.com/) nel 2022 il mercato è stato valutato circa 2,75 miliardi di dollari e si prevede che raggiungerà i 32,27 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 36% tra il 2022 e il 2030. Questo incremento è guidato dall’adozione accelerata di tecnologie innovative come l’AI nelle scuole, università e aziende, che stanno sfruttando l’intelligenza artificiale per migliorare le esperienze di insegnamento e apprendimento. In particolare, il segmento delle piattaforme di apprendimento e dei facilitatori virtuali ha rappresentato la maggior parte delle entrate nel 2021, contribuendo a oltre il 45% del mercato. Inoltre, il segmento dei contenuti intelligenti (smart content) si prevede crescerà a un tasso del 37,8%, sostenuto dall’aumento delle soluzioni che automatizzano la creazione di esercizi e materiali didattici. In Europa, Paesi come l’Italia stanno vedendo un aumento dell’adozione di soluzioni basate sull’AI nella formazione, specialmente nel settore delle corporate academy e della formazione continua, contribuendo così alla crescita complessiva del mercato.

Quali sono i vantaggi?  Questo trend segnerà la fine delle attività di coach, tutor e di chi ha fatto formazione fino ad ora?

I principali vantaggi dell’uso dell’AI nella formazione risiedono nella sua capacità di personalizzare i percorsi formativi per ciascun dipendente, aumentando così l’efficacia dell’apprendimento. Questa personalizzazione permette di adattare i contenuti alle esigenze specifiche di ogni lavoratore, migliorando la sua acquisizione di competenze in modo più mirato. Un ulteriore beneficio è la riduzione dei costi operativi associati alla formazione tradizionale, come la logistica, l’organizzazione e il tempo richiesto per coordinare attività formative in presenza. I costi iniziali di implementazione di soluzioni AI possono risultare significativi, soprattutto per le piccole imprese, poiché l’adozione di questi sistemi richiede infrastrutture tecnologiche avanzate e l’adeguamento delle risorse aziendali. Inoltre, un potenziale effetto negativo potrebbe essere una riduzione del ruolo tradizionale di coach e tutor. È essenziale che questi ruoli non vengano eliminati, ma piuttosto evoluti verso funzioni più strategiche, come la supervisione e il mentoring. Questo permetterebbe di preservare e valorizzare competenze trasversali e umane, che l’AI, nonostante i suoi progressi, non può replicare completamente, come l’empatia, il supporto emotivo e la gestione delle relazioni interpersonali.

Gli input per creare gli algoritmi arrivano dalle aziende che li devono utilizzare?

Gli algoritmi utilizzati nelle piattaforme di formazione basate sull’intelligenza artificiale sono sviluppati da team di data scientist, ingegneri e specialisti del settore educativo. Questi team lavorano spesso a stretto contatto con le aziende per personalizzare gli strumenti formativi in base alle esigenze specifiche dei dipendenti. Gli input da parte dei lavoratori e dei manager sono fondamentali per modellare percorsi formativi che rispecchino le sfide reali dell’azienda, garantendo che l’algoritmo sappia fornire contenuti pertinenti e tempestivi. Un aspetto critico da considerare è l’attenzione ai bias algoritmici. Gli algoritmi imparano dai dati forniti, il che significa che se i dati riflettono pregiudizi o distorsioni esistenti, l’algoritmo rischia di replicare o amplificare questi bias. Ad esempio, se i dati raccolti non sono rappresentativi di tutto il personale aziendale (per genere, etnia o ruolo), l’AI potrebbe generare suggerimenti formativi non equi o inaccurati, creando disparità di trattamento. Per evitare questi problemi, è necessario implementare processi di revisione dei dati, monitoraggio continuo e, se necessario, aggiustamenti degli algoritmi per mitigare il rischio di bias. La collaborazione con esperti di etica dell’AI e lo sviluppo di pratiche trasparenti di auditing sono essenziali per garantire che l’uso dell’AI nella formazione sia equo e inclusivo, rispecchiando al meglio i valori e le esigenze dell’azienda.

Fino a qualche anno fa era da febbre da microlearning.

Il microlearning, ossia la suddivisione dei contenuti formativi in piccole unità facilmente digeribili, rimane una componente essenziale nei moderni approcci di apprendimento, anche con l’introduzione dell’AI. Anzi, l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato questo metodo, migliorandone l’efficacia, l’accessibilità e il coinvolgimento. In questo contesto, l’AI permette una personalizzazione profonda dell’esperienza formativa, creando percorsi di apprendimento su misura per ogni lavoratore in base ai suoi progressi e alle sue necessità specifiche. L’AI non solo rende il microlearning più flessibile, ma lo ottimizza con strumenti come l’analisi dei dati, che consente di monitorare l’impegno e il rendimento dei lavoratori, fornendo un feedback immediato. Ad esempio, un dipendente che ha difficoltà con determinati argomenti riceverà moduli di apprendimento aggiuntivi o contenuti mirati a colmare le sue lacune, grazie all’automazione dei processi e all’analisi continua delle sue performance. Questo rafforza la capacità del microlearning di adattarsi ai tempi e alle modalità di apprendimento di ciascun individuo. Tuttavia, l’uso dell’AI nel microlearning introduce anche sfide, come la necessità di prestare attenzione ai bias algoritmici. Se i dati utilizzati per addestrare gli algoritmi non sonorappresentativi o contengono pregiudizi, l’AI rischia di offrire contenuti non equi o non pertinenti per determinati gruppi di dipendenti. Ad esempio, un bias nei dati potrebbe portare a fornire contenuti diversi a dipendenti con ruoli simili, ma di genere o provenienza differente, creando disparità. Per questo motivo, è fondamentale implementare meccanismi di monitoraggio erevisione continui per garantire che il microlearning resti uno strumento inclusivo e privo dipregiudizi .Inoltre, l’AI migliora anche la creazione automatizzata di contenuti formativi. Piattaforme comequelle sviluppate da Harbinger Group permettono di convertire materiali esistenti in brevi modulidi microlearning, risparmiando tempo e risorse. L’intelligenza artificiale può anche analizzare idati dei lavoratori per generare contenuti pertinenti e aggiornati in modo dinamico. In conclusione, grazie all’integrazione dell’AI, il microlearning è diventato più efficace e accessibile, ma richiede una gestione attenta per evitare distorsioni nei contenuti e garantire che tutti i dipendenti ricevano una formazione adeguata e personalizzata.

Come mantenere alto il coinvolgimento dei lavoratori con l’Ai learning?

Per mantenere alto il coinvolgimento dei lavoratori, è fondamentale che i contenuti siano altamente personalizzati e rilevanti. L’AI può supportare questo processo analizzando dati sui progressi dei dipendenti e adattando dinamicamente i percorsi formativi. Inoltre, l’uso di tecniche di gamification e feedback in tempo reale può aumentare ulteriormente il coinvolgimento. Tuttavia, è importante formare i lavoratori affinché comprendano come interagire al meglio con questi nuovi strumenti, fornendo loro una formazione iniziale sugli strumenti stessi e sulle potenzialità dell’AI nel loro apprendimento.

Sono previsti dunque controlli periodici per vedere se il corso di formazione con AI abbia centrato i suoi obiettivi.

Assolutamente sì. Uno dei principali vantaggi dell’AI è proprio la possibilità di monitorare continuamente i progressi e l’efficacia dei corsi formativi. Le piattaforme basate su AI sono in grado di raccogliere dati in tempo reale sulle performance dei lavoratori e di analizzare se gli obiettivi di apprendimento vengono raggiunti. Controlli periodici e valutazioni continue permettono di apportare modifiche ai programmi formativi in modo tempestivo, garantendo che rimangano allineati con le necessità dell’azienda.

In genere come utilizzare al meglio l’AI nell’apprendimento?

L’uso dell’intelligenza artificiale nel settore dell’apprendimento offre molteplici vantaggi e possibilità. Uno degli aspetti fondamentali è la capacità dell’AI di personalizzare l’esperienza formativa, consentendo di creare percorsi di apprendimento su misura per ciascun individuo. Questo approccio è particolarmente utile nei settori in cui l’aggiornamento costante delle competenze è essenziale, come la tecnologia, la finanza e la sanità. Ad esempio, piattaforme come Code of Talent utilizzano l’AI per adattare i contenuti formativi alle specifiche esigenze di ogni utente, migliorando l’efficacia complessiva della formazione e l’acquisizione di nuove competenze. L’AI è anche utilizzata per creare contenuti in modo più rapido e accurato. Secondo un articolo di Yellow Systems, le tecnologie AI aiutano a semplificare la creazione di contenuti formativi, rendendo il processo più efficiente. Ad esempio, gli strumenti di AI possono analizzare materiali didattici esistenti e generarne versioni ottimizzate per il microlearning, riducendo i tempi disviluppo fino al 300%. Questo è particolarmente utile nei contesti aziendali dove la rapidità di adattamento e la qualità dei contenuti sono cruciali. L’AI trova inoltre applicazione nei settori che richiedono alta precisione e aggiornamenti continui, come la medicina e l’ingegneria. Le tecnologie AI possono fornire feedback immediato agli studenti, consentendo loro di correggere gli errori e migliorare la loro comprensione in tempo reale, soprattutto attraverso strumenti come tutor virtuali o simulazioni interattive. Un altro settore dove l’AI sta ottenendo risultati positivi è quello della formazione nelle competenze trasversali e soft skills, come la leadership o la risoluzione dei conflitti. L’integrazione della gamification e di elementi interattivi alimentati dall’AI rende l’apprendimento più coinvolgente e stimolante, aumentando l’impatto e il tasso di successo dei programmi formativi. In conclusione, l’AI offre opportunità straordinarie per migliorare la personalizzazione, l’efficienza e l’accessibilità nel campo dell’istruzione, con applicazioni particolarmente efficaci nei settori dove l’apprendimento continuo e l’adattabilità sono essenziali.

Cinzia Ficco

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