Intervista con Angelo Del Favero, Consigliere Delegato per la Ricerca e Sviluppo di REair
Il benessere diventa un alleato strategico del settore immobiliare, residenziale e commerciale.
Le nuove frontiere economiche ricercano benessere nel design, nei materiali e nelle tecniche di costruzione. A piccoli passi diventa protagonista il wellness real estate, trasformando il mercato globale che, secondo il recente report del Global Wellness Institute raddoppierà il proprio valore entro il 2028 superando i 900 miliardi di dollari. …/global-wellness-2023.kl
Nell’attuale momento storico è importante vivere in un luogo green. Perché? La rivoluzione del paradigma immobiliare delinea le nuove abitazioni e aumenta in maniera considerevole la domanda di immobili, residenziali e commerciali, in grado di garantire il benessere nel design, nelle tecnologie e nei materiali di costruzione.
A sottolineare questa tendenza del mercato è un recente report realizzato da Global Wellness Institute. «Dal 2020, il settore ha mantenuto un robusto tasso di crescita medio annuo del 20,5%, in aumento a 397,7 miliardi di dollari nel 2022. Global Wellness Institute stima che gli immobili destinati al benessere rappresentino ora circa il 3% della produzione edilizia globale annua. Gli Stati Uniti (44% del mercato globale nel 2022) e il Canada, oltre ad alcuni paesi in Asia (Cina, Australia, Giappone) e in Europa (Regno Unito, Francia, Germania) rappresentano l’86% del mercato globale. Nella classifica dei primi 20 Paesi l’Italia è al sedicesimo posto. Il mercato mondiale del cosiddetto wellness real estate supererà entro il 2028 i 900 miliardi di dollari, con un tasso di crescita record del +108% nel periodo compreso tra 2023 e 2028. L’Europa, con un tasso medio annuale di crescita del +20,1%, è seconda solo all’area America Latina e Caraibi (+22%) e l’Italia, con un valore pari a 2,58 miliardi di dollari nel 2023 (il doppio rispetto al 2019), inserita nella top 15 dei paesi leader del mercato del wellness real estate con un tasso di crescita annuale medio (+19%) superiore a quello globale (+18,1%)».
Edilizia sostenibile
È senza dubbio il futuro dell’immobiliare poiché ingegneri e architetti progettano e costruiscono strutture più ecologiche per soddisfare la domanda di un pubblico sempre più attento all’ambiente. Usare protocolli come LEED-GBC permette di ridurre l’impatto ambientale negativo del settore delle costruzioni, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici. «Secondo il Green Building Council Italia, il mercato dell’edilizia sostenibile dovrebbe crescere con un tasso di crescita annuo composto (CAGR) del 10,6% dal 2020 al 2026. Nel 2021, il mercato globale dell’edilizia sostenibile ha raggiunto un valore di oltre 300 miliardi di dollari. Secondo uno studio del 2022, il 70% dei consumatori è disposto a pagare di più per un alloggio sostenibile. Si stima che l’edilizia sostenibile potrebbe creare oltre 6,5 milioni di posti di lavoro entro il 2030.
Gli edifici sostenibili certificati in Italia hanno già permesso di risparmiare 170.000tonnellate di CO2, 1,3 miliardi di litri d’acqua e 324.000 tonnellate di rifiuti. L’edilizia sostenibile certificata in Italia potrebbe generare un risparmio annuo di 189 milioni di euro per l’intera economia nazionale entro il 2030».
A cominciare dalla fotocatalisi alla sensoristica ambientale gli esperti di REair sono specializzati nella sostenibilità ambientale dell’immobiliare e, in maniera specifica, nell’applicazione di tecnologie innovative nell’ambito della costruzione degli healthy buildings.
Con Angelo Del Favero (in foto), Consigliere Delegato per la Ricerca e Sviluppo di REair, scendiamo nel dettaglio per capire in che modo cambierà il settore immobiliare e quali sono le previsioni per il futuro dell’economia.
Come cambia il settore immobiliare?
«La bioedilizia è una nicchia ben consolidata e in rapida crescita all’interno del mercato globale delle costruzioni, con una domanda guidata dalle politiche governative volte a rispettare gli impegni assunti con gli accordi globali sul clima e gli obiettivi sulla riduzione delle emissioni. Le politiche che incoraggiano l’edilizia verde e sostenibile includono standard di efficienza energetica, codici e standard di bioedilizia, standard minimi di risparmio energetico per apparecchi come gli elettrodomestici, riduzione dei gas serra, strumenti di finanziamento verdi, e altro. Al di fuori delle iniziative politiche pubbliche, la domanda di edifici verdi da parte delle imprese e dei consumatori è stata determinata da una combinazione di fattori, tra cui il risparmio economico e il desiderio di avere ambienti più sani per gli occupanti. È sempre più dimostrato che la salute umana e quella ambientale sono intrinsecamente legate. Nel 2020, il World Green Building Council ha lanciato un Health and Wellbeing Framework per estendere il concetto di sostenibilità oltre le emissioni anche alla salute umana, all’equità e alla resilienza. Riconoscendo questa convergenza e la sovrapposizione tra green buildings e healthy buildings, l’International WELL Building Institute (IWBI) e l’U.S. Green Building Council (USGBC) hanno recentemente creato un processo di certificazione semplificato per i progetti che perseguono entrambe le certificazioni WELL e LEED. Anche in Europa gli edifici hanno dunque un’enorme influenza sulla nostra salute e sul nostro benessere, che a sua volta si traduce in un significativo impatto finanziario. Per fare un solo esempio, ambienti di lavoro più sani portano a prestazioni migliori e ogni miglioramento dell’1% delle prestazioni dei dipendenti potrebbe portare a un valore aggiunto lordo di 40 miliardi di euro all’anno in più per l’economia europea. Ecco perché occorre adottare un approccio sistemico per integrare la salute degli inquilini nella politica edilizia e delle costruzioni. In questo modo, possiamo massimizzare i benefici del nostro patrimonio edilizio per il clima, per l’economia in termini di finanze pubbliche, posti di lavoro e crescita e anche, cosa fondamentale, per riuscire a garantire una qualità di vita migliore a tutti i cittadini europei».
Con che ruolo e in che modo incide la tecnologia?
«L’edilizia sostenibile è ormai un’esigenza imprescindibile per gli equilibri ambientali delle nostre città e la salute di coloro che le abitano. Certamente l’impegno, strategico e finanziario, dell’UE e dei singoli Stati membri a favore di politiche green a medio lungo termine per una corretta transizione ecologica anche all’interno del settore delle costruzioni è la strada giusta da percorrere. Ma da solo questo semplice impegno non basta più. Considerando, infatti, gli elevati livelli di inquinamento che colpiscono attualmente il continente europeo, diventa prioritario e non più rinviabile investire nell’utilizzo di quelle tecnologie innovative e scientificamente validate nell’efficacia che possano incidere rapidamente e direttamente sulla riduzione degli inquinanti presenti nell’aria e sulle superfici degli edifici in cui viviamo. In questo senso, la facilità applicativa, la prolungata efficacia e il basso consumo energetico garantito dall’impiego della tecnologia fotocatalitica eCoating sviluppata da REair, l’innovativa startup del settore cleantech fondata a Milano nel settembre 2019, consentono di agire immediatamente e su larga scala nella riduzione dell’inquinamento esistente, sia outdoor sia indoor. Si tratta, infatti, di una gamma di rivestimenti trasparenti, nanotecnologici, ecologici, 100% green, applicabili in qualsiasi ambiente e su qualunque superficie, sia indoor sia outdoor che si attivano mediante la fotocatalisi. Proprio grazie a questo potente processo di ossidazione, che agisce su base fisica e non chimica, è possibile decomporre proattivamente batteri, virus, muffe, funghi, Composti Organici Volatili (VOC), ossidi di azoto (NOx), polveri PM organiche e altri agenti patogeni nocivi. La reazione consente, quindi, di disgregare i principali inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sottoprodotti innocui come sali, anidride carbonica ed acqua, riducendo così del 50% i costi di pulizia e manutenzione delle facciate degli edifici, rendendole autopulenti e in grado di conservarsi esteticamente nel tempo. In questo modo, sia le facciate opache o vetrose dei palazzi presenti negli ambienti urbani sia le pareti verticali all’interno degli edifici, trattate con la tecnologia eCoating di REair, abbandonano la loro staticità per diventare preziosi alleati nella diffusione della salubrità e del benessere delle persone».
Come saranno progettate le nuove abitazioni?
«Ingegneri e architetti progettano e costruiscono in tutto il mondo strutture più ecologiche per poter soddisfare la domanda di un pubblico globale sempre più attento alla salute e all’ambiente. Il tutto dando vita ai cosiddetti healthy buildings ovvero edifici che presentano cinque caratteristiche chiave: sono progettati per soddisfare le esigenze umane, sono costruiti e gestiti in modo sostenibile, sono elastici e flessibili, danno potere e mettono al centro i bisogni delle persone che li abitano e/o li vivono e, cosa più importante, migliorano la salute mentale e fisica degli inquilini. Per questo motivo, insieme al nostro team di ricercatori scientifici, abbiamo analizzato quelli che, secondo noi, sono i 10 prodotti e tecnologie sostenibili più promettenti nel settore della costruzione di queste strutture. Dalla fotocatalisi con i coating fotocatalitici e i purificatori d’aria intelligenti fino alle tecnologie per l’isolamento acustico ed il controllo intelligente del rumore, passando per i cools materials da sfruttare su superfici fredde e riflettenti luce e calore. E ancora i sistemi di illuminazione circadiana che grazie ai LED imitano il ciclo naturale della luce solare fino ai sensori ambientali e sistemi IoT per monitorare la qualità dell’aria, le condizioni ambientali e per garantire la gestione automatizzata degli edifici (BMS). Il nostro decalogo prosegue poi con il design biofilico mediante l’incorporazione di elementi naturali, come pareti, tetti verdi e spazi aperti, senza dimenticare l’importanza di avere manufatti prefabbricati modulari e sostituibili, delle digital technologies e della modellazione BIM (Building Information Modeling) e l’impiego di materiali da costruzione sostenibili e non tossici, contenenti materiali riciclati quali vetro, legno e plastica. Infine non possiamo dimenticare l’installazione di pannelli solari e delle tecnologie per l’efficienza energetica, con l’utilizzo di energie rinnovabili e dei sistemi di accumulo energetico. Come possiamo vedere tra le applicazioni più promettenti per la costruzione degli edifici molte sono smart e vanno a reagire con i cambiamenti dell’ambiente circostante, modificando una o più delle loro proprietà. In altre parole si tratta di materiali con proprietà funzionali aggiuntive che sono ottenuti principalmente attraverso la progettazione della composizione, la lavorazione speciale, l’introduzione di altri componenti funzionali o la modifica della microstruttura, ottenendo così delle caratteristiche bioniche».
Quali sono le previsioni future del settore immobiliare?
«Negli ultimi due anni, a livello globale, la crescita del settore dell’edilizia e delle costruzioni ha subito un notevole rallentamento, passando da un +16,7% nel 2020-2021 a un misero +1,9% nel 2022-2023. Questa contrazione è stata determinata da un rallentamento generale della crescita economica, dalla grave crisi immobiliare che ha colpito la Cina, che è il più grande mercato edilizio del mondo e da un tasso di crescita del mercato dell’edilizia e delle costruzioni negativo fatto registrare in diverse regioni nel 2022-2023, tra cui l’Asia-Pacifico (-1,3%), il Medio Oriente-Nord Africa (-2,2%) e l’Africa sub-sahariana (-7,6%). Oggi sta crescendo rapidamente, a livello globale, la domanda di immobili, residenziali e commerciali, che incorporino il fattore benessere nel design, nelle tecnologie e nei materiali di costruzione. Secondo un recente report stilato dal Global Wellness Institute, il mercato mondiale del cosiddetto wellness real estate supererà entro il 2028 i 900 miliardi di dollari, con un tasso di crescita record del +108% nel periodo compreso tra il 2023 e il 2028. L’Europa, con un tasso medio annuale di crescita del +20,1%, è seconda solo all’area dell’America Latina e dei Caraibi (+22%) e l’Italia, con un valore di mercato pari a 2,58 miliardi di dollari nel 2023 (il doppio rispetto al 2019), figura nella top 15 dei paesi leader del settore del wellness real estate con un tasso di crescita annuale medio (+19%) superiore a quello globale (+18,1%). I sistemi di valore e i driver di sviluppo del settore del wellness real estate sono molteplici e in continua evoluzione. La rapida crescita delle esigenze e degli interessi dei consumatori, insieme all’emergente conoscenza e comprensione dell’ambiente costruito, guideranno, nei prossimi anni, la continua espansione del mercato del wellness real estate per le proprietà residenziali, commerciali, ricettive, istituzionali e di altro tipo».
Il wellness real estate in che modo cambia il modo di vivere una casa?
«La pandemia di Covid-19 ci ha costretti a fare i conti con il modo in cui la nostra salute è plasmata dall’ambiente in cui viviamo e il settore del wellness real estate continuerà a essere vincente in questo processo di cambiamento. Pensiamo ad esempio all’importanza della salubrità dell’aria interna di un edificio che sta rapidamente diventando un elemento essenziale e caratteristico nella costruzione degli healthy buildings. Un numero crescente di ricerche sta aumentando le nostre conoscenze su come la qualità dell’aria possa influenzare la nostra cognizione, l’umore e la produttività. Un’aria sana e sicura non è solo importante per le nostre case, ma lo è anche per i gestori e gli occupanti di edifici non residenziali, tra cui luoghi di lavoro, scuole, ospedali, negozi, industrie e altri edifici pubblici. Un’altra chiave portata avanti dal trend del wellness real estate per migliorare il benessere mentale e sociale all’interno degli edifici è rappresentata dal design ambientale. È ormai certificato che gli spazi verdi e gli elementi biofilici contribuiscono ad alleviare lo stress, a suscitare emozioni positive, migliorando le funzionalità cognitive e accelerando il processo di guarigione delle persone. Le ultime ricerche sulla neuroestetica hanno dimostrato che il cervello, l’umore e le nostre emozioni rispondono alla bellezza e al nostro ambiente. I sensi in gioco sono molteplici (vista, udito, olfatto e tatto) e gli urbanisti, i progettisti, i costruttori e i responsabili politici di tutto il mondo possono sfruttare questa scienza emergente per ottimizzare al meglio il benessere mentale dei residenti e dei cittadini che abitano le loro comunità. Molte caratteristiche di benessere che sono state sperimentate per la prima volta nel settore del wellness real estate diventeranno sempre più parte integrante dell’architettura, del design e della pianificazione urbana, e saranno incorporate nelle strategie di sviluppo del territorio e nelle strategie di miglioramento della qualità della vita e della qualità e salubrità degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo».
Quali sono i vantaggi per il settore immobiliare e per il suo indotto?
«C’è una domanda crescente in tutti i gruppi demografici per incorporare più benessere in tutti i tipi di ambienti di vita: grattacieli urbani, case suburbane per famiglie, appartamenti in affitto, alloggi universitari/collegiali, abitazioni indipendenti per anziani, abitazioni assistite, co-living e cohousing per tutte le fasce d’età, nomadi digitali che cercano co-working e soluzioni abitative a breve termine, e così via. Le opportunità di creare modelli immobiliari di benessere sempre più diversificati per soddisfare le diverse esigenze di questi segmenti di popolazione sono in rapida accelerazione. Nelle metropoli globali, i consumatori possono essere più preoccupati per la qualità dell’aria e dell’acqua, l’inquinamento acustico, il benessere mentale e l’accesso agli spazi verdi, al fitness e ad altre strutture per il benessere. Nei paesi con grandi insediamenti suburbani, invece, i residenti potrebbero essere alla ricerca di una migliore accessibilità a piedi e di opzioni di trasporto pubblico, di piste ciclabili, di attività ricreative all’aperto e di una maggiore interazione sociale e connessione con i propri vicini. Gli sviluppatori e i progettisti hanno dunque anche l’opportunità di creare concetti unici di stili di vita all’insegna del benessere, sfruttando le peculiarità locali e specifiche del sito, come le caratteristiche uniche della città, gli spazi verdi urbani, le riserve naturali, le montagne e gli specchi d’acqua, gli impianti sportivi all’aperto, le sorgenti termali/minerali, i siti del patrimonio locale, storico e culturale e persino la vicinanza a strutture sanitarie di livello mondiale».
Francesco Fravolini