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Settembre 7, 2024
EvoluzioneFocus

Intelligenza artificiale: da Siena arriva il Digital Dante

Creato da una tech company toscana, parla come il sommo Poeta


Grazie all’intelligenza artificiale, il Sommo Poeta diventa un avatar di ultima generazione per fare da ponte tra diverse epoche storiche. Dietro al cosiddetto Digital Dante c’è una tech company made in Italy originaria di Siena, ossia QuestIT.

Inserito all’interno di appositi sistemi come siti web o totem interattivi, l’avatar potrà rispondere in modo chiaro e preciso a domande e curiosità relative alla sua esistenza e alla Divina Commedia, ma anche a quesiti di cultura generale, creando così un’esperienza di apprendimento immersiva.

“Per compiere quest’impresa siamo partiti dall’analisi della maschera di morte del sommo poeta, ricreandone fedelmente le sembianze – afferma Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT – Abbiamo poi vestito l’avatar in modo che rispecchiasse esattamente l’iconografia classica associata a Dante”.

La tecnologia è stata strutturata in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche dell’Università di Siena.

Ad oggi il virtual human può essere utilizzato sia per scopi formativi, all’interno di università, scuole o da casa per favorire l’e-learning, oppure in ottica turistica come virtual guide nei musei. E non è tutto, perché lo stesso “artificial poet” è arricchito da un Large Language Model verticale che gli consente di emulare al 100%, con tanto di latinismi ed espressioni popolari dell’epoca, il tone of voice del poeta italiano. In questo modo «Digital Dante» offre un’esperienza coinvolgente senza precedenti nel mondo della cultura e dell’intelligenza artificiale. “L’avatar è in grado di comprendere le domande dei singoli interlocutori e rispondere di conseguenza perché è stato addestrato attraverso la piattaforma conversazionale Algho. Quest’ultima consente al virtual human, in primo luogo, di estrapolare ed elaborare dati e parole da opere quali la Divina Commedia e, in secondo luogo, di parlare e dialogare in maniera precisa ed accurata. La nostra creazione, quindi, è un valido esempio di come i mondi della cultura e della formazione possono avvicinarsi all’IA e sfruttare le sue potenzialità nel migliore dei modi. Ad oggi, secondo l’ultimo report strutturato dal Politecnico di Milano, solo il 3% dei musei e dei teatri italiani utilizza avatar o assistenti virtuali: serve un cambio di marcia e siamo convinti che Digital Dante sarà solo la prima di una lunga serie d’innovazioni capaci di spingere il Bel Paese, insieme alle sue aziende ed istituzioni, verso una nuova era in cui le cosiddette new technology saranno i carburanti che alimenteranno tutti i principali settori operativi, tra cui la cultura”.

La Redazione

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