Veronica Comi, Direttore generale della Fondazione per la Ricerca Biomedica, in Lombardia
Lavoro e futuro: secondo alcune studi, uno sarebbe l’asset che darà tante opportunità. Quello sanitario
Lo confermano ricerche effettuate dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, ma anche una recente indagine condotta da Yahoo Finance, secondo cui solo negli USA nel corso del 2023 hanno trovato lavoro oltre 650mila persone nell’ambito healthcare: da medici ad infermieri fino a ricercatori e scienziati.
A gennaio scorso, lo stesso settore ha creato altri 70mila posti di lavoro, pari quasi al 20% dell’incremento dell’intera forza lavoro americana. Nei prossimi anni, stando a quanto indicato da Linkedin, si registrerà una crescita in tutto il mondo. Entro il 2030 verranno create addirittura 40 milioni di opportunità lavorative a livello globale.
In Europa il trend si dimostra di grande impatto, soprattutto nella metà occidentale in cui è presente anche l’Italia: a questo proposito, Mark Wide Research mette in risalto il fatto che, entro i prossimi 2 anni, il mercato del medical recruitment supererà i 5 miliardi di euro di fatturato, registrando una crescita media annuale composta del 7%.
All’interno di questo scenario è coinvolto anche il Bel Paese, in cui, ad oggi, circa 1,5 milioni di persone sono impiegate nella sanità pubblica e privata (Statista).
Ma cerchiamo di saperne di più da Veronica Comi (in foto), da un anno Direttore generale della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica, ex Direttore del Comune di Milano all’Infanzia, con un passato da Direttore Economico Finanziario dell’ATS della Brianza e dirigente in Regione Lombardia alla Direzione Generale Welfare, oltreché da consigliere di amministrazione della Finpiemonte partecipazione.
Intanto, in Italia esistono altre Fondazioni che finanziano la ricerca biomedica?
Con le caratteristiche di FRRB non ce ne sono altre. Esistono le fondazioni bancarie quali Cariplo, che finanziano anche la ricerca, ma la ricerca biomedica non è fra le tematiche prioritarie. Ci sono altre Fondazioni, ma queste finanziano specifiche aree, tematiche della ricerca quali: AIRC, Fondazione Veronesi, Fondazione Telethon e FSHD Italia Onlus. L’elemento distintivo della nostra Fondazione è proprio quella di finanziare differenti aree biomediche.
La Fondazione, nata nel 2011 – si legge nel sito https://www.frrb.it/it/chi-siamo, “supporta la Medicina di Precisione, la Ricerca sulle malattie rare e sul cancro e la lotta alla Resistenza Antibiotica”. Qual è stato fino ad ora l’aiuto concreto della Fondazione nei confronti degli imprenditori del settore salute?
L’aver finanziato progetti di ricerca di base, progetti che sappiamo essere critici per l’alto livello di rischio intrinseco. I ricercatori universitari, dei centri di ricerca o degli IRCCS hanno la possibilità di portare avanti ricerche che altrimenti non potrebbero realizzare, arrivando ad ottenere risultati che presentano un livello di maturità scientifica interessante e di richiamo per le stesse aziende, consentendo la realizzazione di importanti collaborazioni scientifiche.
Quante risorse sono state erogate fino ad ora tra fondi locali e europei?
Oltre 100 milioni dal 2016 ad oggi e ogni anno finanziamo progetti di ricerca biomedica per 25 milioni come fondi regionali e 7 milioni di euro come fondi europei. Destinati a IRCCS pubblici e privati, ASST (Aziende socio sanitarie territoriali), ATS (Agenzie di tutela della salute), Azienda Regionale Emergenza Urgenza (Areu), università e enti di ricerca del territorio lombardo. La partecipazione ai progetti europei consente l’estensione dei benefici oltre i confini regionali. Comunque, i progetti finanziati da FRRB coinvolgono ricercatori che necessariamente hanno stretti contatti con colleghi europei e oltre oceano. Non si può parlare di un singolo progetto. Sicuramente la maggior parte dei progetti finanziati ha consentito di sviluppare altre ricerche oggetto di collaborazioni internazionali.
Chi può partecipare ai vostri bandi?
Enti Lombardi, nello specifico i beneficiari diretti dei nostri finanziamenti sono IRCCS pubblici e privati, Università pubbliche e private, enti di ricerca, ASST. Il prossimo Bando, finanziato da fondi Regionali, sarà pubblicato il prossimo giugno ed è previsto un ammontare complessivo di 24milioni di euro.
Ricerca in Italia nel campo della salute: cosa si dovrebbe fare di più?
Sarebbe fondamentale favorire, supportare ed ampliare le sinergie fra mondo accademico, ospedaliero pubblico e privato, ed industria. Sarebbe importante pensare di creare un sistema circolare virtuoso che possa alla fine consentire alla ricerca di autofinanziarsi.
Rispetto alle previsioni, come gli imprenditori del settore healthcare dovrebbero attrezzarsi per sfruttare il momento- pare- positivo del post covid?
Rafforzare il ruolo dei Grant Office che sappia individuare le migliori opportunità. Ci sono innumerevoli fondi dedicati alla ricerca che non si erano mai avuti in passato, avere idee, ma in particolare saper scrivere progetti. Servirebbe un ottimo progettista. Le risorse economiche oggi ci sono e sono molte soprattutto in Lombardia. Bisogna saperle utilizzare.
Fuga all’estero dei cervelli: il problema è che molti ci restano. Teme questa emigrazione?
Non fuggono i cervelli se il Paese funziona. E funziona se valorizza i giovani e sa garantire un futuro agli imprenditori che devono investire sui giovani. Si deve avere il coraggio di farlo. Sicuramente le retribuzioni e un posto sicuro sono una buona leva per trattenerli. I giovani ricercatori vengono da noi perché sono assunti a tempo indeterminato, ma questo non basta. Devono essere stimolati da un ambiente dinamico, da un’azienda che riesce ad ottenere risultati importanti anche a livello internazionale. Allora sì che i giovani, i cervelli trovano lo stimolo per rimanere a bordo.
Un consiglio ai nostri lettori: il campo su cui si dovrebbe investire, sempre restando nel campo salute?
Il futuro sono l’intelligenza artificiale per lo sviluppo della medicina predittiva e la telemedicina per la presa in carico del paziente cronico.
Cinzia Ficco