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Maggio 17, 2024
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“Da duecento anni i nostri farmaci confezionati su misura dei malati”

Le tradizioni e i progetti della Bormioli Pharma. Parla Andrea Sentimenti, Direttore Marketing & Innovazione


Un’azienda centrata sulle persone, un prodotto che si declina sulle esigenze dei pazienti. Duecento anni e il modello di business resta inclusivo.

Parliamo della Bormioli Pharma https://www.bormiolipharma.com/https://www.bormiolipharma.com/, che progetta e produce soluzioni di packaging farmaceutico per garantire la massima stabilità dei farmaci e la sicurezza dei pazienti.

Dal 2018 partner di aziende leader a livello mondiale, fattura 315 milioni l’anno, conta 1000 clienti in tutto il mondo e 1400 dipendenti. Le linee di produzione sono oltre 300.

Con 9 stabilimenti e 5 tra sedi e filiali commerciali Bormioli Pharma è presente in Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e Cina. La rete di vendita raggiunge più di 150 Paesi.

Parma è la sede legale. Nello stabilimento di Castelguelfo si realizzano flaconi e accessori in plastica. A Bergantino (nella foto in basso) le confezioni in vetro.

La storia è iniziata con Bormioli Rocco, produttrice di contenitori in vetro, fondata nel 1825.

Sperimentando tecniche e materiali innovativi, con gli anni l’azienda si specializza nello sviluppo di packaging farmaceutico. Oggi è presente in tutto il mondo, dagli Stati Uniti alla Cina.

Gestisce tutte le fasi della creazione del packaging farmaceutico, dalla progettazione alla produzione e ai servizi post-vendita.

“Le nostre soluzioni – dichiara Andrea Sentimenti, Direttore Marketing & Innovazione – evolvono di continuo per rispondere alle esigenze dei nostri clienti e intercettare i bisogni dell’industria farmaceutica”.

Per comprendere quanto “partecipato” sia il processo di produzione, si deve pensare a Bormioli Pharma Invents, il programma di innovazione aperta e collaborativa, che permette all’azienda di raccogliere le richieste, le idee, le esigenze di clienti, pazienti e professionisti della salute, per immaginare insieme le evoluzioni possibili del packaging farmaceutico.

“Ad oggi – fanno sapere dall’azienda – la maggior parte dei prodotti, packaging incluso, viene creata con un approccio cosiddetto user-centered, ossia con una metodologia di design che tiene conto soprattutto delle esigenze dell’utente finale e punta a rendere l’esperienza di utilizzo sempre più soddisfacente e accessibile a tutti i fruitori”.

Una realtà dunque orientata alle persone, oltreché rispettosa dell’ambiente.

La Bormioli Pharma collabora con istituzioni, università, centri di ricerca, consorzi internazionali, società no profit, piattaforme di open innovation e innovation crowdsourcing.

“Nell’ambito delle nostre partnership – dichiara Andrea Sentimenti – elaboriamo progetti per lo sviluppo di materiali sempre più affidabili e sostenibili per l’ideazione di nuovi trattamenti e processi di produzione, per il design di prototipi e soluzioni di nuova generazione. Allo stesso tempo supportiamo progetti di accessibilità e inclusività sociale, e sosteniamo la ricerca scientifica e la crescita dei talenti”.

Il futuro? L’azienda è sempre più orientata a progettare packaging farmaceutico per i pazienti fragili e soluzioni a ridotto impatto ambientale, come la gamma EcoPositive, la proposta di Bormioli Pharma che raccoglie tutti gli imballaggi sostenibili prodotti dall’azienda, tra cui vetro e plastica riciclati, soluzioni in plastica bio-based, biodegradabili o compostabili e prodotti polimerici di ultima generazione. Si punta a trovare soluzioni affidabili per assicurare la somministrazione di farmaci ad anziani e a tutte quelle categorie di pazienti non autosufficienti o con disabilità momentanee, garantendo quindi la continuità e l’efficacia della terapia.

“Accanto all’inclusività e alla sostenibilità del packaging – conclude Andrea Sentimenti – si sta sviluppando una serie di soluzioni in ambito Internet of Things, che permettono di rendere la somministrazione dei farmaci più semplice, ma anche più controllata e connessa. Il cosiddetto Smart Packaging è una soluzione facilitante per tutti i pazienti, ma acquista un valore aggiunto se parliamo di pazienti fragili, poiché diventa un utile strumento per programmare la terapia, garantire un dosaggio più accurato e in generale garantire maggiore patient adherence. Si pensi a pilloliere e nebulizzatori oftalmici smart che, se collegati a dispositivi digitali come gli smartphone, possono offrire funzioni per la somministrazione, spesso attraverso sistemi di notifiche molto intuitivi che guidano il paziente nell’utilizzo corretto del device. Con soluzioni su misura del paziente in futuro diventerà anche possibile programmare e pre-dosare la terapia, a supporto dei soggetti affetti da patologie come Alzheimer o disturbi cognitivi-comportamentali. Ci saranno QR code e tecnologie RFDI, trascritti direttamente sulle confezioni ed impiegati per permettere ai pazienti di accedere a informazioni aggiuntive, disponibili in più lingue oppure dispensate in modalità adatte per i sordi e gli ipovedenti. Andiamo avanti, come si vede, innovando, ma nel rispetto delle persone, soprattutto di quelle più fragili”.

Cinzia Ficco

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