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Luglio 25, 2024
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“Contro i concorrenti? Abbinare fiuto per il futuro, strategia commerciale e competenze”

Parla Filippo Tanzi, ceo Aicom, società che sta progettando il nuovo palazzo della Regione Toscana


Il settore delle opere pubbliche sta attraversando un momento di rinnovato dinamismo e le realtà imprenditoriali italiane – che operano in questo mercato- sono spesso alle prese con varie iniziative in ambiti doversi: la riqualificazione urbana, le infrastrutture energetiche e per la mobilità, i complessi sanitari, e molto altro ancora. La fase che precede la realizzazione delle opere civili è quella progettuale, ed in Toscana ha sede una società privata che nel corso degli anni si è affermata come uno dei principali players nel settore dei servizi tecnici.

Parliamo di Aicom spa, una società di ingegneria con competenze eterogenee e referenze di alto livello, che negli ultimi tempi ha ottenuto importanti risultati in questo settore. Dal maggiore intervento italiano di riqualificazione urbana finanziato dal PNRR, per la città di Messina, ai sistemi integrati di security per il rigassificatore Golar Tundra a Piombino. Dal progetto per l’ammodernamento dell’Arsenale Militare del porto di La Spezia, alla nuova sede della Regione Toscana a Firenze, la Aicom ha dimostrato di puntare a progetti di qualità caratterizzati da notevole complessità tecnica, spesso strategici per il sistema Paese. https://www.aicom.it/

Abbiamo incontrato l’architetto Filippo Tanzi, nato quarantaquattro anni fa, amministratore delegato della società, che ci ha raccontato qualcosa in più di Aicom e dei progetti per il futuro.           

L’Aicom è una società di ingegneria privata nata nel 1990. Ci racconta come?

È stata fondata da mio padre Mauro, ingegnere, come coronamento di un percorso professionale di anni. Tuttora la mia famiglia detiene la maggioranza societaria e, anche se nel corso del tempo, si sono avvicendati diversi soci, non abbiamo mai rinunciato al controllo dell’azienda.

Progetta in vari settori dal real estate, alla difesa, alla sanità, alla security, alle infrastrutture e ambiente.   

Sì, Aicom si è sempre occupata della progettazione di opere civili, ma in più di 30 anni di storia i settori di mercato che ci hanno visto coinvolti sono cambiati tanto. Alcuni rappresentano ancora oggi una parte significativa del core business aziendale come il real estate, altri sono stati sostituiti con nuovi settori nei quali riteniamo di essere maggiormente competitivi. Come società privata seguiamo attentamente le dinamiche del mercato, ed abbiamo sempre evitato la mono-specializzazione in singole tematiche tecniche: questo approccio ci ha consentito la libertà di selezionare i contesti nei quali operare, senza particolari vincoli dovuti ad una eccessiva settorialità professionale.

Filippo Tanzi, architetto, ceo Aicom, società di progettazione toscana

Il progetto di cui siete particolarmente fieri?

Per fortuna, ce ne sono molti, ma in questo momento penso alla nuova sede della Regione Toscana a Firenze. È un progetto in corso, risultato della recente aggiudicazione di un concorso internazionale, bandito lo scorso anno dalla Regione Toscana. Aicom si è classificata prima, in team con altre società, e sta curando la progettazione impiantistica e la sicurezza (secondo il DLgs 81/08). Vari sono i motivi che ci rendono orgogliosi, in primis la qualità architettonica ed ingegneristica dell’opera, che unisce aspetti strutturali ed energetici innovativi ad un design che caratterizzerà la città di Firenze. Sarà un edificio iconico, che concorrerà – lo speriamo – ad un rilancio urbanistico del quartiere di Novoli, nella parte nord della città, dove si trovano anche il Palazzo di Giustizia e molte Facoltà universitarie. Dopo 33 anni dalla sua fondazione, proprio a Firenze, per Aicom c’è anche un innegabile coinvolgimento emotivo nel firmare questo intervento. 

Lavorate anche con l’estero?

Abbiamo lavorato e stiamo lavorando all’estero, anche se la maggioranza dei nostri progetti è in Italia. All’estero abbiamo di recente progettato stabilimenti industriali, centri commerciali e edifici residenziali e stiamo predisponendo un serio programma di internazionalizzazione. Vogliamo infatti diversificare anche i contesti geografici nei quali operiamo, oltre ai settori di mercato. Negli ultimi anni abbiamo dato priorità all’ampliamento della clientela nazionale, bilanciando committenze pubbliche e private, istituzionali e non, civili e militari. Il rinnovato dinamismo del nostro settore, anche conseguente ai cospicui finanziamenti comunitari post Covid per le opere pubbliche, ci ha offerto la possibilità di consolidarci in modo significativo nel mercato interno grazie all’aggiudicazione di tanti appalti. Da questa solida base italiana ci stiamo candidando per iniziative in Paesi diversi, con l’obiettivo di sviluppare un mercato stabile in alcuni di essi.

I numeri di Aicom?

Siamo una ottantina di persone, suddivise nelle nostre sedi di Valdarno, Roma, Lecce e Milano. A queste si somma un network capillare di fornitori distribuiti in tutto il territorio nazionale, che coinvolgiamo in base alle caratteristiche delle singole commesse e alle esigenze operative aziendali. Ci troviamo in un momento storico favorevole, e dovremo smaltire commesse già contrattualizzate per svariate decine di milioni di euro da qui ai prossimi tre anni, alle quali se ne sommeranno altre perché l’azione commerciale non si ferma. Mi preme sottolineare che Aicom svolge servizi di progettazione, non costruisce e realizza alcunché: il nostro business si riferisce esclusivamente a prestazioni intellettuali.

Chi vorreste come partner?

Siamo interessati a valutare partnership industriali che contribuiscano al nostro percorso di crescita e diversificazione per settori e aree geografiche. Non solo, a nostra volta siamo disponibili ad integrare i nostri servizi e ad approcciare nuove aree di mercato anche mediante linee esterne, tramite operazioni M&A.

Amplierete la gamma dei servizi?

Certo, è un obiettivo prioritario del nostro piano industriale assieme alla internazionalizzazione. Da un lato è l’apparato normativo stesso, sicuramente bulimico in Italia, che sollecita servizi aggiuntivi legati – ad esempio – alla transizione energetica o alla digitalizzazione. Ma è dalla frequentazione del libero mercato che un’azienda privata come Aicom trae spunti, occasioni e nuove idee. Un ulteriore aspetto a cui tengo particolarmente è il rapporto tra Aicom ed il mondo accademico, poiché costituisce un importante stimolo all’innovazione. Accompagniamo spesso laureandi e dottorandi, in sinergia con le facoltà universitarie, verso la stesura di tesi aventi ad oggetto tematiche estremamente innovative, e da questo confronto tra il nostro mondo imprenditoriale e quello della ricerca deriva un arricchimento culturale di cui beneficiamo tutti e che suggerisce nuove opportunità di business.

La concorrenza?

Innanzitutto non la battiamo sempre, la concorrenza. Sarebbe impossibile. Quando però ciò accade, ritengo che dipenda dal mix di competenze tecniche e strategie commerciali. Dobbiamo dividere poi tra settore pubblico e settore privato. Nel pubblico il meccanismo delle gare di appalto ci porta a competere selezionando i partners coi quali definiamo assieme le offerte, e da questo punto di vista abbiamo consolidato rapporti strategici con altre società di progettazione in modo da costituire una buona massa critica in termini di competenze tecniche e referenze progettuali. Nel settore privato, invece, le dinamiche sono leggermente diverse e l’interlocuzione coi committenti punta a valorizzare la multidisciplinarietà di Aicom, che rappresenta un valore aggiunto importante. Chi si rivolge a noi può contare su un player che governa ogni aspetto tecnico, semplificando la vita dei clienti anche dal punto di vista contrattuale. Tutto ciò vale in linea di massima, perché accade anche che nel settore pubblico Aicom competa in solitaria così come in quello privato talvolta faccia parte di team più estesi. Dipende sempre dai casi. L’importante è potersi permettere di scegliere. Ad ogni modo direi che sono la multidisciplinarietà delle competenze tecniche e la elasticità operativa a costituire il valore aggiunto che ci ha permesso di accreditarci con autorevolezza agli occhi di committenti esigenti.

In futuro?

Vogliamo ampliare i settori di mercato nei quali offrire i nostri servizi tecnici, e vogliamo insediarci stabilmente all’estero in Paesi già individuati. Non sono percorsi indipendenti tra loro, semmai li consideriamo il fondamento di un unico macro-obiettivo finalizzato alla crescita ed alla sicurezza aziendale. Crescita significa confermare un trend che caratterizza Aicom ormai da anni, fatto di nuovi clienti, tanti appalti vinti, progetti blasonati. Sicurezza significa crearsi alternative, piani B, C, D… Non dobbiamo dare niente per scontato o sederci sugli allori, la strategia commerciale deve tener conto del periodo storico e guardare con lungimiranza agli anni a venire, poggiando, però, sulle solide fondamenta attuali.

Cinzia Ficco

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