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Maggio 9, 2024
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Dal Piemonte a Napoli la storia dei Gay-Odin, maestri di cioccolato

L’azienda è nata alla fine dell’800. La sua lavorazione è ancora artigianale


La fabbrica di cioccolato Gay-Odin preferisce la lavorazione artigianale per produrre un cacao come il Criollo, importato crudo e tostato a legna, considerato tra i migliori al mondo, con il quale si ottiene un cioccolato artigianale d’eccellenza.

Stiamo parlando di un sistema di lavorazionemolto antico, il quale riesce ad evitare alterazioni alle proprietà del cacao, esaltando l’aroma. La produzione viene svolta artigianalmente dai maestri esperti cioccolatieri.

La fabbrica di cioccolato Gay-Odin è un’eccellenza italiana con sede a Napoli https://gay-odin.it/index.php/ La CEO dell’azienda Gay-Odin è Marisa del Vecchio, moglie del compianto Giuseppe Maglietta ed il consiglio di amministrazione è formato dai figli Davide, Dimitri, Sveva e da Massimo Schisa.

Oltre ad essere membro del CDA, Massimo Schisa crea e gestisce la linea fredda della Gay- Odin con la realizzazione di cinque corner di gelato artigianale all’interno dei punti vendita e di una gamma di tartufi gelato, presenti nei negozi ed anche proposti nel menu di tanti ristoranti di qualità.

Oltre a questo è sempre Massimo Schisa il responsabile della comunicazione, della vendita e-commerce e del packaging. A proposito di packaging ,da un anno a questa parte sono stati realizzati un rebranding della Gay-Odin curati in prima persona proprio da Massimo Schisa, aggiornando tutti i touch point aziendali a cominciare dal logo.

Con Massimo Schisa entriamo virtualmente nella fabbrica per conoscere segreti e aneddoti di una realtà imprenditoriale italiana che vuole mantenere artigianali i processi produttivi.

Quando nasce la fabbrica di cioccolato?

«Quella di Gay-Odin è la storia di un amore, di una famiglia e di una grande passione per il cioccolato. Tutto comincia a fine ‘800 quando Isidoro Odin, giovane piemontese di Alba, decide di trasferirsi a Napoli per realizzare un sogno: aprire un’attività tutta sua imparando dallo zio Francesco, che ha una piccola cioccolateria. Il cioccolato lo strega, apre un piccolo laboratorio artigianale e sposa la piemontese Onorina Gay, figlia di un cioccolataio, dalla cui unione, nel 1894, nasce il marchio Gay-Odin. È proprio in questi anni che Odin perfeziona le tecniche di lavorazione del cioccolato tostato lentamente a legna, a basse temperature, per mantenere inalterate le proprietà organolettiche del cacao. La svolta arriva nel 1922 quando in via Vetriera, nell’elegante quartiere Chiaia, Isidoro e Onorina inaugurano la Fabbrica di cioccolato Gay-Odin e il marchio che ancora oggi campeggia sui prodotti: di stile fleury e colore blu di Prussia. Ancora oggi la Gay-Odin è un’azienda a conduzione orgogliosamente  familiare. La Fabbrica, nel palazzo Liberty di via Vetriera, e dal 1993 Monumento nazionale, è in piena attività: il metodo di lavorazione rimane ancorato alla tradizione, le mani prevalgono sulle macchine e i processi produttivi sono ancora artigianali».

Perché produrre il cioccolato?

«Isidoro Odin nasce a Luserna San Giovanni culla della tradizione cioccolatiera italiana e decise di venire a vivere a Napoli giovanissimo ed Onorina il cui cognome, Gay, è storia nel panorama nazionale della lavorazione del cacao».

Quali prodotti caratteristici vengono valorizzati in prevalenza?

Wafer, uno dei prodotti di punta dell’azienda

«Nessuna scorciatoia è concessa in laboratorio, eliminati conservanti e coloranti, gli unici ingredienti impiegati dagli artigiani del cioccolato Gay-Odin sono materie prime italiane ed eccellenze del territorio: dalle mandorle siciliane alle nocciole di Giffoni, dalle noci di Sorrento alle scorzette d’arancia a Km 0 provenienti in parte, dal giardino che circonda la fabbrica, impiegate per realizzare ricette senza tempo che hanno deliziato intere generazioni di golosi. Ma il vero merito della famiglia Maglietta è quello di aver fatto di Gay-Odin un’icona di eccellenza napoletana in tutta Italia, un brand al passo con i tempi, capace di rispondere ad un mercato sempre più dinamico e in continuo cambiamento. Nel 2001 viene inaugurato a Roma, in via Stoppani ai Parioli, il primo store della capitale. Nel 2003 nasce la prima linea fredda. Il gelato Gay-Odin è un’ode al cioccolato e ai gusti di una volta. Coni e coppette si riempiono di creme al gusto Foresta, Cremino e Ghianda oltre ad una varietà di gelati al cioccolato aromatizzati con essenze di cannella, zenzero, peperoncino, caffè e rhum. Nel 2008, lo storico marchio viene lanciato a Milano dove, in via San Giovanni sul Muro nei pressi del centralissimo Corso Magenta, nasce il primo store della città dove gustare le tante varietà di cioccolato della casa. La produzione aziendale si divide in tre linee: il cioccolato ed i cioccolatini nudi. I cioccolatini nudi sono un’eccellenza Gay-Odin, realizzati ancora oggi secondo antiche ricette segrete. Una prelibatezza senza uguali proposta in oltre 60 varianti: Gli Imperiali, i Chocorhum e le Cozze ripiene di maraschino, le Africanelle perline di cacao e panna con nocciole, le Navette, i Chicci di caffè, i Preferiti, i Trifogli e i Cico Cico piccoli tartufi ricoperti di cacao in polvere. Ma l’assortimento comprende anche Tazzine di caffè al cioccolato, Cremini, Cassatine di pasta bianca rifinite con canditi e Scorzette all’arancia ricoperte di cacao. E ancora. Le creme spalmabili disponibili nei gusti Nocciutella, Oro Verde, Ghiandella e Godinella, le intramontabili Tavolette di cioccolato realizzate in 12 varianti: al peperoncino, al latte, al pistacchio, alla cannella, all’uvetta, al caffè, tavolette nocciolate e con fave di cacao. E per finire i confetti artigianali, tenere perline che racchiudono una mandorla sapientemente tostata e rivestita di cioccolato bianco o fondente. Prodotti Iconici. Tanti i prodotti che hanno caratterizzato la storia dell’azienda.

Quali?

Primo fra tutti la Foresta, fiore all’occhiello della produzione, tocchetti di cioccolato realizzati con delicati rami di cacao al latte o fondente; non da meno il Vesuvio, un omaggio alla città di Napoli e una vera e propria opera d’arte gastronomica nata dalla lavorazione di cioccolato e crema gianduia, le Ghiande e le Noci “cioccolatini” con guscio di wafer ripieni di crema gianduia e i Wafer deliziose cialde ripiene di cacao. A completare l’offerta i classici Coni in cialda da passeggio riempiti nei gusti: cioccolato al latte e nocciole, gianduia delle ghiande e il classico “coppetiello” al rhum. I Gelati. Di creazione relativamente recente è la linea fredda, creme fredde da gustare in cono o coppetta che prendono ispirazione dai celebri cioccolatini Gay-Odin: tante le proposte tra cui poter scegliere come il gelato al gusto Ghianda, Foresta, Pistacchio siciliano, pasta di mandorle di Avola, caramello e mandorle a cui vanno ad affiancarsi tutte le declinazioni al cioccolato Gay-Odin impreziosite da spezie come zenzero, peperoncino, caffè, rhum e cannella».

C’è un particolare aneddoto relativo alla fabbrica di cioccolato?

Uovo gigante pasquale dedicato a Massimo Troisi

«Di aneddoti da raccontare ce ne sarebbero veramente tanti. In particolare ricordo con molto piacere la nascita dell’uovo gigante. Ogni Pasqua realizziamo un uovo di cioccolato dalle dimensioni record di due metri e mezzo di altezza per un peso di circa tre quintali. Con questa iniziativa Gay-Odin celebra ogni anno una ricorrenza, un personaggio illustre oppure un evento speciale. Sulla superficie di cioccolato realizziamo un decoro, una sorta di dipinto, in glassa di zucchero, lavorato con sac a poche e pennello. La prima volta successe quando una nota azienda multinazionale contattò mio suocero Giuseppe Maglietta, chiedendo la fornitura di un uovo di tali dimensioni che potesse contenere la bellezza di duecento telefoni cellulari come sorpresa da riservare ai propri dipendenti più virtuosi. La cosa non era mai stata realizzata in precedenza da alcuna cioccolateria. Giuseppe aderì subito all’iniziativa, ma dovette partire da zero: fece realizzare ad hoc una forma, uno stampo per l’uovo fuori misura. Questo stampo ancora in uso è così grande da sembrare una piccola imbarcazione. Poi ci furono problemi con il trasporto e fu ingaggiato un falegname che creò una cassa enorme che potesse contenere la scultura di cioccolato e reggerne il peso. Fu molto coraggioso Giuseppe ad accettare d’impulso questa sfida che vinse con estrema caparbietà e creatività. Da allora la presentazione di quest’uovo gigante si ripete ogni anno con enorme successo, dedicando lo stesso ad un evento o un personaggio importante, significativo che ha caratterizzato l’anno in senso positivo».

Qual è il segreto di Gay Odin e che cosa rappresenta per la fabbrica?

«Ancora oggi la Gay-Odin è un’azienda orgogliosamente a conduzione familiare. La Fabbrica, nel palazzo Liberty di via Vetriera, e dal 1993 Monumento nazionale, è in piena attività: il metodo di lavorazione rimane ancorato alla tradizione, le mani prevalgono sulle macchine e i processi produttivi sono ancora artigianali. Il nome fabbrica ha un’accezione fiabesca, in realtà si tratta di un grande laboratorio con tante postazioni di singoli artigiani che conoscono le tecniche di lavorazione ed hanno la possibilità di poter esprimere la propria passione. Ecco al di là della selezione di ricercate materie prime, della tecnica di tostatura delle fave di cacao, dietro il successo della Gay-Odin ci sono le persone, la famiglia Maglietta e tutti gli artigiani che lavorano in fabbrica».

Quanto esportate all’estero?

«La produzione è strutturata in modo da riuscire a seguire e servire direttamente il proprio canale retail ed on line. Al momento la strada scelta è questa, una crescita gentile non aggressiva che ha come centro del progetto la qualità del proprio prodotto. Si è scelto di non implementare una rete vendita esterna, e di conseguenza il nostro cioccolato arriva all’estero solo tramite passaparola, ovvero turisti che ci assaggiano in Italia o che ricevono in dono una confezione da nostri clienti. L’unico canale strutturato, l’unica finestra verso il resto d’Europa è il nostro sito e-commerce che permette ordini e consegne in tutti i territori dell’Unione Europea».

Francesco Fravolini

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