23/11/2025
Innovazione

Le imprese scelgono la sostenibilità ambientale

Le imprese cambiano le loro politiche economiche a beneficio della sostenibilità ambientale perché è divenuta prioritaria l’esigenza di tutelare l’ambiente. Ed è proprio perseguendo questa transizione che assistiamo a trasformazioni strutturali le quali stravolgono i processi produttivi delle imprese. Conviene ricordare che le PMI adottano una varietà di pratiche di sostenibilità a seconda del settore, delle dimensioni dell’azienda e delle risorse disponibili.  

Analisi del settore

Molte aziende riconoscono l’importanza di integrare pratiche sostenibili per ridurre il proprio impatto ambientale, migliorare la propria immagine, rispondere alle richieste del mercato, accedere a nuove opportunità di finanziamento. Alcune percentuali possono chiarire la situazione secondo un’elaborazione dei dati dell’ISTAT. «Secondo i dati del 2022, circa il 66,5% delle imprese manifatturiere italiane ha intrapreso azioni di sostenibilità. Per le imprese dei servizi di mercato, la percentuale si attesta al 61,3%».

Ricerca AGCOM e Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI

«Nel 2023, nonostante l’incertezza negli scenari economici globali, il 33% delle PMI italiane ha aumentato gli investimenti diretti per la trasformazione digitale – segno di una maggior consapevolezza sulla loro rilevanza – a fronte di un solo 4% che li ha ridotti. Inoltre, oltre tre quarti (76%) delle stesse PMI del nostro Paese indica la transizione green come un obiettivo prioritario per l’azienda, ma solamente una ridotta percentuale del campione ha individuato una figura di coordinamento – interna o esterna – su queste tematiche, evidenziando un forte scollamento tra le dichiarazioni di intenti e l’effettiva attuazione. Le PMI nazionali operano, tuttavia, in uno scenario eterogeneo a livello di connettività, anche nel caso di territori storicamente a vocazione industriale. Il settore manifatturiero, nonostante il suo ruolo trainante, presenta significativi deficit di copertura di rete fissa, mentre il settore finanziario risulta il più avanzato». È quanto emerge dalla ricerca che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) e l’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano stanno conducendo congiuntamente. Questa ricerca, che successivamente produrrà un report, nasce dal riconoscimento della connettività come fattore abilitante della trasformazione digitale e come elemento ancora critico ai fini della competitività del Sistema Paese».

Collaborazione con altre aziende

È utile sottolineare che la collaborazione con altre aziende, la partecipazione a progetti di cluster e l’accesso a consulenza specializzata sono fattori chiave per il successo. E in questa situazione di profonda trasformazione Cristina Mollis conduce con determinazione progetti che valorizzano il benessere del Pianeta.

Chi è Cristina Mollis

sostenibilità

Founder di The Okapi Network Srl Società Benefit, startup greentech italiana nata nel 2019. L’azienda, con base presso Talent Garden e parte della community dei Taggers, si dedica allo sviluppo di idee, servizi e prodotti che affrontano le principali sfide legate alla sostenibilità, combinando tecnologia e attenzione all’ambiente.

Cristina, le imprese italiane in che modo si adeguano a comportamenti sostenibili?

«A volte partono da obiettivi molto misurabili e comunicabili: efficienza energetica e fonti rinnovabili investono in energia verde, impianti fotovoltaici per ridurre consumi e emissioni, comunicazione di comportamenti sostenibili in azienda come l’eliminazione delle bottigliette in plastica, la gestione differenziata dei rifiuti o ancora le sfide per educare le risorse interne a comportamenti disponibili. Penso per esempio a chi adotta soluzioni come Re-learn, di cui noi siamo partner, e promuovono strumenti di engagement per guidare il cambiamento e trasformano la consapevolezza in azione. E questi sono buoni inizi, dimostrano la volontà di un’impresa di voler iniziare a fare la propria parte. Ma sicuramente il salto lo si vede quando le aziende iniziano a progettare in maniera sostenibile e circolare, studiano prodotti “light by design”, puntano su materiali riciclabili/riutilizzabili, disegnando soluzioni smontabili e implementando sistemi di refill e riuso. Questo è un cambio di paradigma assoluto per un’azienda perché prevede un progressivo cambiamento in ogni fase della catena del valore, fino alla fase post consumo, ma che soprattutto coinvolga tutti gli stakeholder. Lavorare seriamente per la sostenibilità diventa virale in qualche modo: per farlo abbiamo bisogno che anche i nostri fornitori e i nostri clienti lo siano e quindi cominciare a praticare la sostenibilità significa davvero dar vita ad una rivoluzione su tutta la supply chain. E in tutto questo un elemento fondamentale è rappresentato dalle tecnologie a supporto (pensiamo all’IOT o alle blockchain) che non solo contribuiscono ad innovare i processi aziendali, ma supportano la raccolta di dati a beneficio di ottimizzazioni che contribuiscono ad un fare sostenibile. Molte aziende poi, essendo anche obbligate a temi di rendicontazione, iniziano così il loro percorso, e colgono che dietro la fatica di questa pratica, si aprono nuovi punti di vista per lo sviluppo futuro. L’importante è partire, ci credo fortemente, perché la sostenibilità è davvero virale e quando si comincia non si vuole più tornare indietro perché si capisce che si sta dando un senso tanto più grande al proprio modo di fare impresa. Si capisce il potere che ognuno di noi ha per cambiare le cose, ed è una sensazione bellissima».

sostenibilità

L’economia circolare come diventa un valore aggiunto per le imprese?

«Essere sostenibili e circolari è una fonte di innovazione incredibile per un’azienda. Prima mi occupavo di innovazione di business tramite la tecnologia, il digitale, che per definizione si porta dietro proprio l’accezione di innovazione. Ma sono sempre più convinta che la sostenibilità è più digitale del digitale stesso, è più innovativa di qualsiasi tecnologia oggi a disposizione, solo che non ci si rende conto subito di questo. Provo a fare un esempio: se definisco gli obiettivi della mia azienda, qualsiasi essa sia, da qui ai prossimi 5 anni dicendo che farò innovazione “digitale”, userò l’AI, la blockchain, l’IOT, migliorerò i prodotti, i processi, alcuni verranno stravolti, specialmente e lo sappiamo dall’AI, ma non avrò ancora radicalmente cambiato il mio modello di business. Se invece fisso un obiettivo diverso, se dico che i miei prodotti al 2030 devono essere completamente sostenibili, cioè costruiti il più possibili con materiali di scarto, smontabili per essere riciclati o per essere “aggiornati”, se penso che la fase di smontaggio e smaltimento diventi una fase interna e non più affidata alla buona volontà del terzo utilizzatore, allora devo reimmaginare tutto. Dovrò disegnare i prodotti in maniera nuova, dovrò essere in grado di conoscere il loro stato di salute durante tutta la loro vita utile, per poter intervenire in fase di riparazione o smontaggio, dovrò riprogettare dall’inizio la catena di approvvigionamento e anche quella di distribuzione… allora sarà necessario ridisegnare l’intera organizzazione, aggiornare le competenze, introdurre figure nuove e iniziare a vendere servizi e non solo prodotti. Bisogna reingegnerizzare il DNA aziendale. Ecco questo è un cambio di paradigma molto forte che si porta dietro tutta l’innovazione possibile e il digitale diventa uno strumento. Allora se un’azienda si fissa un obiettivo ambizioso sulla propria circolarità si starà ponendo l’obiettivo più a valore aggiunto di sempre, perché starà ridisegnando il modello di fare impresa. Molte aziende ancora non se ne sono rese conto, pensano alla sostenibilità come a un costo, e certamente affrontata come un obbligo lo è, e non come all’opportunità di ripartire, di migliorarsi, di cambiare radicalmente. È una delle più meravigliose occasioni che un’azienda oggi può sfruttare. Noi lo viviamo ogni giorno: siamo nati con un obiettivo ambizioso, quello di rivoluzionare un settore maturo, introducendo un nuovo modello di consumo, che a sua volta porta con sé un nuovo modello di produzione e di distribuzione, che parte dalla progettazione del prodotto».

Tecnologia e attenzione all’ambiente come si coniugano nell’economia?  

«Il digitale, la tecnologia senza la sostenibilità sono aridi e la sostenibilità senza la tecnologia non andrà lontano. Il digitale è stato il mio primo amore, la sostenibilità l’amore della vita. E il connubio tra i due la forza vera di cambiare. Oggi un’azienda non può prescindere dall’innovazione tecnologica: anche quando parliamo di prodotti artigianali, la tecnologia ci aiuta, ci permette di efficientare processi, ma anche prodotti. La sostenibilità però guida l’evoluzione, cambia il modello sottostante. C’è un forte impegno nella ricerca e nell’implementazione di tecnologie innovative e pratiche sostenibili per sviluppare prodotti e servizi che siano efficaci, sicuri e rispettosi dell’ambiente. Strumenti digitali (IoT, big data, AI) monitorano e ottimizzano consumi di energia, acqua e materie prime in tempo reale, permettendo alle imprese di tagliare sprechi e costi operativi. Innovazioni nel fotovoltaico, nell’eolico e nello storage (batterie avanzate) rendono competitiva la produzione di energia pulita, favorendo investimenti e creando nuovi posti di lavoro “green”. Tecniche di additive manufacturing e materiali biotecnologici consentono di progettare prodotti modulari e riciclabili (light by design), chiudendo il ciclo del riuso e riducendo i rifiuti. Blockchain e sensori certificano l’intera filiera, garantendo acquisti responsabili e premiando le aziende più virtuose. Piattaforme di sharing economy, servizi di “product-as-a-service” e abbonamento incentivano un utilizzo più responsabile delle risorse, spostando il valore dal possesso all’accesso. In questo modo l’innovazione tecnologica diventa leva di crescita sostenibile: promuove competitività, crea valore economico e protegge il pianeta per le generazioni future. Come dicevo prima sostenibilità e tecnologia non possono che andare insieme. Una è il volano dell’altra e il loro effetto combinato genera innovazione vera con ritorni incredibili sul sistema economico».

Francesco Fravolini

Loading

Leggi anche

Anelli e gioielli: arriva il passaporto digitale per i beni di lusso

Cinzia Ficco

“Controllo e comando? Più feedback individuali per aiutare a esprimere il proprio potenziale“

Cinzia Ficco

“La chiave del successo nel settore it sta nel personalizzare i servizi”

Cinzia Ficco