Si tratta del primo report sul settore, presentato a Milano e creato da Max Brigida
L’Italia ha il primo studio sul mondo dei propri software.
Si chiama Italian Tech Landscape ed è stato presentato di recente a Milano.
Il progetto è un’idea di Max Brigida, fondatore dell’ecosistema Software Italiani, imprenditore – che ha avuto il patrocinio di AssoSoftware e il sostegno del Cerpem (il Centro Ricerche per il Mezzogiorno). L’obiettivo dell’iniziativa è raccontare il mercato dei software nati in Italia.
“Lo studio – specifica Brigida – serve ora a fare il punto sul mercato del tech italiano, a mappare e omogeneizzare i dati scientifici e i grafici dell’intero settore. Poi sarà utile ai player del settore, alle aziende che vorranno utilizzare soluzioni made in italy e avere un quadro completo di tutti i software divisi per categorie, ma anche agli investitori, Business Angels, Banche, per capire come è strutturato il mondo tech a livello finanziario, di investimenti, e fatturato. E potranno sfruttarlo le regioni per capire che fatturato genera il tech e fare investimenti mirati”.
Dallo studio, che ha mappato oltre 1.500 software Made in Italy, divisi in 16 macrocategorie, emerge che il fatturato totale delle software house italiane è di 3,48 miliardi di euro, con una media per azienda di 6,78 milioni di euro e un’incidenza totale sul Pil del Paese dello 0,18%.
Le aziende del software danno inoltre lavoro a un totale di 23.109 dipendenti, con una media di 42 persone per singola realtà. Fra le categorie individuate, la più rilevante in termini numerici è quella dei software gestionali, con il 40,2% del totale, seguita a una certa distanza dal comparto dei servizi (15,7%), del Martech (15,2%), delle HR (9,8%) e dai software ERP (6%).
Nonostante le grandi potenzialità, resta per adesso fermo al 3,6% il settore dei software italiani basati sull’Intelligenza Artificiale, come conseguenza della complessa accessibilità di queste soluzioni per le micro, piccole e medie imprese – tanto in termini di investimento iniziale, quanto di competenze richieste.
A livello di distribuzione territoriale, guida la classifica delle regioni la Lombardia, con il 36,6% dei software italiani sviluppati nella Regione.
Seguono Piemonte (11,1%), Emilia-Romagna (9,4%), Veneto (8,3%), Toscana (7,3%) e Lazio (5%). La Lombardia si posiziona sul primo gradino del podio anche per quanto riguarda fatturato complessivo e dipendenti, con 1.451 milioni di euro di fatturato totale delle sue aziende del software (41,7% del totale nazionale) e con 8.091 dipendenti (35%). Medaglia d’argento in entrambi i casi per l’Emilia-Romagna, con 401 milioni di fatturato totale e 2.639 dipendenti. Terzo posto rispettivamente per Umbria (343 mln di euro) e Toscana (2.047 dipendenti). Incoraggianti i numeri anche per quel che riguarda le Start-up italiane del software, che raggiungono un fatturato complessivo di 172 milioni di euro (1,36 mln di euro in media), occupando 1.652 persone (12 dipendenti in media).
“La tecnologia e l’innovazione saranno i motori della crescita del prossimo secolo e trascurarli sarebbe un grave errore – commenta Max Brigida – La crescita del mondo start-up, evidenziata nello studio, ci assicura di un dato: il futuro del Tech italiano è in buone mani. Sebbene le grandi realtà facciano da traino, sono le start-up quelle che aggiungono benzina. Se vogliamo crescere, anche rispetto agli altri Paesi d’Europa e del mondo, dobbiamo creare ecosistemi con iniziative che si auto-alimentino fra loro”.
Per quanto riguarda i software sviluppati in Italia, infine, il dato che emerge dall’Italian Tech Landscape è che si tratta per la maggior parte di soluzioni giovani: il 58% è sul mercato da meno di 5 anni, mentre solo il 16% ha fra i 5 e i 10 anni, il 18% ha fra i 10 e i 25 anni e il 4% raggiunge il record di longevità di più di 25 anni.
“Da qualche anno – continua l’imprenditore – c’è molta più attenzione e quindi preparazione all’uso di Software, Algoritmi e tecnologie che possano aiutare i processi aziendali. Anche l’uso dell’AI è stata sdoganato grazie all’arrivo di ChatGPT che ha aperto le porte dell’AI a tutti. Cosa continua ad essere difficile? Conoscere, imparare ad utilizzare queste tecnologie, e noi con la nostra iniziativa potremmo essere di aiuto alle pmi. All’interno dell’ecosistema Software italiani (www.softwareitaliani.com) abbiamo tantissime attività. Continuiamo con il podcast “La tecnologia Made in Italy” previsto ogni sabato mattina. Stiamo lavorando anche sull’Osservatorio dei Software Italiani per informare i lettori sulle caratteristiche dei software suddivisi per categoria, sui loro prezzi. Lanceremo il 2º Studio Italian Tech Landscape, che sarà presentato a febbraio 2025, e la ISWEEK, che giungerà alla sua 3ª edizione (www.isweek.it). Intanto continuiamo a collaborando attivamente con Assosoftware, patrocinatore del progetto, e da poco anche con il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit)”.
Per informazioni softwareitaliani.com/italian-tech-l
V.F.