L’immobiliare anche come fonte di prosperità. Nel lungo termine, infatti, l’acquisto di un’abitazione può diventare fonte di profitto e non solo come prima casa.
Non tutti, però, hanno le disponibilità economiche per realizzare un simile affare. Infatti negli ultimi anni il profilo di chi investe in immobili è cambiato notevolmente. E non solo per età. Diversi sono la posizione familiare e il tipo di lavoro.
Tutto questo potrebbe spiegare i dati riferibili alle compravendite, cresciute del 18% circa dal 2018 ad oggi.
Nei primi nove mesi del 2023 l’età media si attesta attorno ai 44 anni. Chi investe, nel 70% dei casi è la famiglia. Solo a Milano la quota maggioritaria va ai single, col 52% delle compravendite contro il 32% della media nazionale.
Cinque anni fa nel 55% dei casi a comprare casa erano persone con un’età compresa tra i 18 e i 44 anni, mentre il 22% degli acquirenti apparteneva alla fascia d’età compresa tra i 45 ed i 55 anni. Chi acquistava nel 73% dei casi era una coppia, mentre la quota di acquirenti single si fermava al 27%.
Sulla tipologia di casa acquistata come forma di investimento immobiliare, il trilocale è preferito da un terzo degli acquirenti, mentre le case indipendenti interessano una fetta minore di acquirenti rispetto al periodo Covid.
La preferenza verso abitazioni di dimensioni più contenute è da attribuirsi agli effetti del Covid. Ma oltre a ciò, la tipologia di casa ricercata è stata influenzata anche dall’aumento dei prezzi delle abitazioni e dalle minori disponibilità economiche delle famiglie a causa dell’incremento dei tassi di interesse. Cresce così la percentuale di chi acquista casa in periferia. Dal 18% del 2019 – prima del Covid – al 24% dell’ultima rilevazione. Cala anche l’interesse per abitazioni con elevate classi energetiche a causa del calo dell’offerta di case nuove, nonostante sia vicina la scadenza della norma Case Green dell’UE.
In Italia la percentuale di acquisti immobiliari destinati ad investimento sale al 20% circa, mentre cala il numero di coloro che acquistano l’immobile ad uso abitazione (dal 75% nel 2019 al 72%). Stabile al 6% la percentuale di chi acquista una casa vacanze.
Le disponibilità economiche per effettuare investimenti immobiliari sono sempre più appannaggio della Generazione X rispetto alle generazioni più giovani. La loro posizione economica è mediamente più comoda: la maggiore disponibilità rispetto ai segmenti giovani e medi è un dato confermato da varie fonti, tra cui Banca d’Italia. Si tratta di una generazione abituata a tenere sotto controllo i propri conti, gestire il denaro con parsimonia, cercare forme vantaggiose di investimento, a informarsi bene prima di fare acquisti importanti.
E’ quella che compra gli immobili più grandi (115 metri quadri) e, conseguentemente, spende di più: il suo budget medio d’acquisto ammonta a 215.000 euro.
Crescono inoltre le soluzioni di rendita come il build-t-rent, un tipo di sviluppo immobiliare in cui un investitore realizza una proprietà residenziale appositamente costruita con lo scopo di affittarla agli inquilini a lungo termine.
L’obiettivo del BtR è creare alloggi in affitto a lungo termine di elevata qualità che esaudiscano le esigenze degli affittuari moderni, sempre più alla ricerca di proprietà in affitto adattabili, convenienti e ben gestite.
Il build to rent in Italia rappresenta una potenziale opzione di sviluppo delle politiche abitative, accanto all’housing sociale, agli studentati, con conseguenze economiche, sociali e ambientali importanti.
Francesco Megna, esperto di Economia e Finanza