Si tratta degli Stati generali organizzati dalla Fondazione guidata da Stefano Epifani
Si è aperta oggi e si concluderà domani la seconda edizione degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, la Community costituita della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, la più importante Fondazione di ricerca riconosciuta in Italia dedicata ad approfondire i temi della sostenibilità digitale, che conta ad oggi oltre 100 top manager – tra CIO e CINO – delle più importanti imprese pubbliche e private del nostro Paese.
Obiettivi della due giorni: la presentazione del DiSI Corporate, l’indice che misura il livello di sostenibilità digitale delle imprese sul quale si basa la prassi UNI/PdR 147:2023, sviluppata con UNI da Fondazione ed i suoi partner. Gli Stati Generali saranno anche il momento in cui si individueranno in maniera condivisa le migliori strategie implementative della prassi, prima in Europa nel suo genere. La creazione di una strategia, di strumenti operativi e di una visione condivisa in vista dell’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), che dall’anno prossimo sarà obbligatoria per tutte le grandi imprese e che dal 2026 lo sarà per le PMI quotate. L’identificazione di progetti cardine rispetto ai quali tutte le imprese rappresentate nel consesso potranno allearsi e, attorno ai quali, potranno lavorare per creare best practice da mettere a disposizione di tutti i membri degli Stati Generali e a cui tutti potranno fare riferimento. Un vero e proprio “toolbox”, una cassetta degli attrezzi di esperienze condivise e sviluppate con l’apporto dei membri della comunità.
“La collaborazione tra i top manager degli Stati Generali- fa sapere Stefano Epifani (in foto), Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale- porta molti vantaggi a chi oggi si occupa di gestire le strategie di innovazione e di trasformazione digitale delle grandi imprese: dall’ottimizzazione dei tempi e dei costi, all’aumento dell’efficacia delle azioni intraprese, alla creazione di processi comuni e standardizzati, al moltiplicarsi delle possibilità di confronto, di aiuto tra pari e, quindi, una maggiore incisività. Il tutto guardando a come trasformazione digitale e sostenibilità debbano diventare veri e propri driver di sviluppo per le aziende italiane, e non essere, semplicemente, degli obblighi ai quali adeguarsi” .
La Fondazione per la Sostenibilità Digitale è la prima Fondazione di Ricerca in Italia che analizza le correlazioni tra trasformazione digitale e sostenibilità con l’obiettivo di supportare istituzioni e imprese nella costruzione di un futuro migliore. La sua mission è quella di studiare le dinamiche indotte dalla trasformazione digitale, con particolare riferimento agli impatti sulla sostenibilità ambientale, culturale, sociale ed economica. In quest’ottica la Fondazione sviluppa attività di ricerca, fornisce letture ed interpretazioni della trasformazione digitale, offre indicazioni operative per gli attori coinvolti, intercetta i trend del cambiamento e ne analizza gli impatti rispetto allo sviluppo sostenibile. La Fondazione agisce attraverso una struttura costituita da esperti indipendenti, istituzioni, imprese e università.
Ai soci e partner della Fondazione www.sostenibilitadigitale.it si affianca la Rete delle Università che costituisce il sistema di competenze al quale fa riferimento la Fondazione per lo sviluppo dei suoi progetti e che rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni ed aziende nello sviluppo di progetti e di attività dedicati alla sostenibilità digitale.
Tra le Università che fanno parte della Rete, l’Università Sapienza di Roma, l’Università di Pavia, l’Università Ca’ Foscari di Venezia, l’Università degli Studi di Cagliari, l’Università degli Studi di Palermo, l’Università degli Studi di Firenze, l’Università degli Studi di Trieste, l’Università di Perugia, L’Università per Stranieri di Perugia, l’Università di Siena, l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, l’Università degli Studi di Torino, l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”, l’Università degli Studi di Sassari.
La Redazione