Parlano i fratelli Vincenzo e Manuel Aucella, discendenti del fondatore dell’omonima azienda
Aucella: un occhio ai fondali marini, uno al futuro.
L’azienda omonima, specializzata nella lavorazione del corallo, nasce a Torre del Greco alla fine del 1800 con Carmine Aucella. Interrotta per la Prima Guerra Mondiale, l’attività riprende ufficialmente nel 1930 con il commendatore Giovanni Aucella, che stabilisce nel palazzo Aucella tutta la filiera produttiva: dalla lavorazione alla
vendita.
“La passione per il corallo ed il cammeo è nel dna di ogni torrese – spiega Vincenzo Aucella (41 anni), Marketing Communication Manager dell’azienda – A Torre del Greco, in ogni famiglia, c’è qualcuno che lavora il corallo, crea cammeo o qualcuno impiegato in attività marittime o armatoriali. Torre del Greco, c’è da ricordare, per molti anni è stata famosa per la pesca del corallo. Dal nostro porto partivano le coralline, tipiche imbarcazioni per la pesca, alla volta di tutto il mediterraneo. Nel 1805 un marsigliese, Paolo Bartolomeo Martin, scopre la nostra cittadina alle pendici del Vesuvio e le sue potenzialità. Chiede ai Borbone l’autorizzazione ad insediare una fabbrica per la lavorazione. I Borbone gli concedono una privativa, in cambio Martin si impegna a formare nuovi artigiani nella lavorazione del corallo. Terminato il periodo della privativa, nascono le prime botteghe autonome che arrivano ai giorni nostri e che sono già tra la quarta e la quinta generazione. La nostra azienda, come tutte quelle del comparto, subiscono continui mutamenti, dovuti alla moda, alle richieste dei nostri manufatti, al Covid”.
L’azienda Aucella esporta per un valore superiore al 60% del fatturato totale, ha un numero di addetti che oscilla tra i 7 e 10 dipendenti.
“Siamo aziende artigiane – aggiunge Vincenzo – ma abbiamo avuto sempre la propensione a viaggiare, scoprire nuovi mercati e, soprattutto, a trovare nuovi modi di comunicare. Siamo stati innovatori. Il nostro primo sito web, ricorda spesso mio padre Carmine, è stato realizzato nel 1997 e costò 10milioni di lire”.
Il settore è camaleontico, non esiste un mercato di riferimento e registra cambiamenti continui.
“Le fiere – afferma Manuel Aucella (34 anni), fratello di Vincenzo, addetto alla vendita- – sono uno strumento efficace per far conoscere il prodotto, considerando la natura del nostro modello di business. Vendiamo artigianato, pezzi unici, abbiamo avuto esperienze con agenti di commercio, sia in Italia che all’estero, ma proprio per questo non abbiamo spazio per la grande distribuzione. Il nostro non è un prodotto da catalogo, riproducibile in maniera esatta. E questo per noi è un pregio, non un limite. Abbiamo sicuramente un 30% di clienti ormai fedeli che conoscono le nostre produzioni, il nostro servizio e continuano ad acquistare da noi. Vendiamo online, ma come B2B, non B2C. Ogni potenziale cliente per vedere la nostra produzione deve trasmettere i propri dati fiscali, e, dopo un’attenta verifica, ottiene gli accessi al nostro sito web www.aucella.com”
Il segreto per restare sul mercato dalla fine dell’ ‘800?
“Sappiamo cambiare pelle ad ogni cambiamento – risponde Vincenzo – abbiamo la capacità di adattarci e la pandemia è stata la prova. Prima del Covid avevamo come
mercato di riferimento la Cina. Per oltre 15 anni, ogni anno, andavamo quattro volte l’anno ad esporre le nostre creazioni alle fiere di Hong Kong con grandissimi risultati. Già nel 2019 la situazione stava cambiando. Il Covid ha accelerato questo processo. Il mercato post-covid quasi non esiste più ad Hong Kong per una serie di motivi. A quel punto, io e mio fratello Manuel abbiamo cominciato ad analizzare la situazione con sondaggi, domande one-to-one ai nostri clienti cinesi, per capire l’andamento, cosa stesse cambiando. Sommando gli aumenti dei costi fisici – viaggio, soggiorno, spedizione merce, ed altro, abbiamo capito che ormai quel mercato era arrivato per noi al capolinea. E che dovevamo abbandonare ciò che per oltre quindici anni aveva mandato avanti la nostra azienda. C’è voluto coraggio, lo so, oggi parliamo di un fatturato più che dimezzato senza Hong Kong. Per questo ci siamo dovuti rimboccare le maniche e ripartire, concentrandoci su altre produzioni ed altri
mercati. Qualche collega – che nel 2023 ha frequentato le fiere asiatiche- ci ripete che siamo stati lungimiranti. A noi fa piacere da un lato, ma dispiace perché quel mercato ha dato tanto a Torre del Greco. Covid e qualche errore di gestione hanno polverizzato risultati accumulati in tanti anni. Non c’è un segreto per restare in piedi per decenni. Occorre avere l’umiltà ogni giorno di interrogarsi e studiare il mercato, capire ed anticipare i cambiamenti. Soprattutto avere il coraggio di cambiare, che è la cosa più difficile”.
La lavorazione del corallo e del cammeo di Torre del Greco viene svolta nello stesso modo da oltre 200 anni.
“L’elettricità – afferma Manuel – ha solo agevolato alcune lavorazioni, ma ogni fase è realizzata interamente a mano. Abbiamo fatto di tutto per innovarci, senza perdere i canoni della tradizione. Il sito web, come si è detto, è stato per noi un’innovazione, così come i primi computer che ci hanno aiutato tanto a gestire il magazzino e la contabilità. Oggi parliamo di Intelligenza Artificiale. Per mesi abbiamo tenuto d’occhio e studiato l’intelligenza generativa delle immagini, perfezionando alcuni lavori e utilizzando dei framework che ci hanno permesso di dare un servizio in più ai nostri clienti. Parlo dell’ incisione a cammeo su conchiglia, settore su cui negli ultimi anni abbiamo concentrato gran parte dei nostri sforzi. Oggi riusciamo a realizzare cammeo su misura. La fase più complessa sta nella trasmissione della bozza al cliente, che può seguire l’incisione. In questo modo l’intelligenza generativa ci è venuta incontro: una volta dovevamo cercare su google oppure fare schizzi su carta. Oggi grazie a questa tecnologia offriamo ai clienti un’immagine creata ad hoc per le sue esigenze, che mixa elementi differenti. Questa innovazione ci permette di non perdere tempo nella fase progettuale e offrire più opzioni al cliente finale. Il tutto senza stravolgere la tipica incisione a cammeo di Torre del Greco, che resta un processo manuale. Nessun macchinario potrà mai sostituire il lavoro dell’uomo”.
Aucella è un brand, “siamo riconosciuti – ci dicono i due fratelli – come una delle aziende leader nel mondo del corallo e del cammeo di Torre del Greco. dove da oltre 100 anni esiste l’ex istituto d’arte, oggi Istituto Francesco Degni, una scuola di formazione di secondo grado gratuita che aiuta i giovani studenti ad avviarsi in questo bellissimo mondo. Da qualche anno l’Istituto ha un indirizzo che è stato definito raro, proprio perché è l’unico al mondo”.
Dalla scuola, poi, gli studenti hanno l’opportunità di aprire le proprie aziende.
“Noi siamo alla quarta generazione – conclude Vincenzo – abbiamo figli piccoli quindi non sappiamo come sarà il prossimo cambio generazionale, ma sappiamo cosa è avvenuto nel passato. Diciamo che soprattutto con il passaggio dal commendatore Aucella (mio nonno) a mio padre e mio zio c’è stato un primo vero cambiamento, perché l’azienda si è internazionalizzata. Già mio nonno faceva viaggi di mesi per arrivare negli Stati Uniti, vendere i nostri manufatti, oltreché per ritrovare i propri parenti. Ma è con la terza generazione, quella di Carmine e Gianni, che Aucella arriva in tutte le fiere del mondo: New York, Hong Kong, Tokyo, Kobe, Miami, Las Vegas. Con il passaggio alla nostra generazione, la quarta, la nostra, l’azienda invece ha beneficiato di un’innovazione di processo con un lavoro di digitalizzazione del patrimonio aziendale e storico e la creazione del portale www.aucella.com che oggi diventa il cuore del nostro business. Lì troviamo nuovi clienti e ci aggiorniamo. Nessun passaggio generazionale è stato facile, ognuno è stato caratterizzato da una prima fase di studio e comprensione del comparto. Alcuni esperimenti non sono andati tutti a buon fine”.
“Al momento – chiarisce Manuel – non abbiamo concorrenza estera, né sul corallo né sul cammeo. Torre del Greco resta la capitale mondiale della lavorazione del corallo e del cammeo. Molto spesso la concorrenza è locale. Negli anni scorsi abbiamo avuto altri tipi di problemi, legati alla questione sostenibilità. Nel 1977 nasce l’Assocoral, l’unica associazione che racchiude artigiani e commercianti di corallo e cammeo. Nasce proprio con lo scopo di alzare l’asticella, avere una dimensione di insieme e affrontare uniti le problematiche del settore. Tra i sette fondatori, anche mio padre Carmine. Oggi io mi trovo a ricoprire il ruolo di Presidente dell’Assocoral, e temi legati alla sostenibilità li abbiamo affrontati già dagli anni ‘80. Pensate che fino a quel periodo c’erano centinaia di imbarcazioni che pescavano il corallo in maniera meccanica, con reti e uno strumento. Noi già
allora abbiamo aperto un tavolo di confronto che ha portato a modifiche: da pesca del corallo si è passati alla raccolta del corallo, appannaggio di sub professionisti che con un numero limitato di licenze, quantità ben stabilite, raccolgono il corallo in maniera sostenibile. Dunque, anche il mito per cui pescare corallo è vietato è da smontare. Nel mondo esistono 7000 specie di coralli. Nel Mar Mediterraneo, ad esempio, ne viene raccolto solo un tipo. Pertanto ci sono coralli in via di estinzione, coralli danneggiati da inquinamento e surriscaldamento ed esistono forme di protezione. Il corallo prezioso raccolto da noi è un corallo di profondità, non viene strappata da una barriera corallina, ma monitorato ogni anno dalle Università e dai Centri di ricerca di tutti i Paesi del Mar mediterraneo.
Dunque, è sostenibile”.
Come si comunica il vostro prodotto? “La nostra azienda – replica Manuel- da sempre ha speso un budget significativo per la comunicazione. Negli anni ‘90, Carmine Aucella investe nelle schede telefoniche. E così, per tre anni consecutivi, tutti i distributori di schede telefoniche nelle fiere di settore di Vicenza e Milano avevano le schede con la nostra pubblicità. Poi abbiamo avuto l’onore di essere presenti sulle riviste dell’Alitalia. Ancora oggi, i nostri investimenti sono costanti, con una società che segue la nostra comunicazione. Le fiere nel tempo hanno un po’ perso la propria efficacia, soprattutto dopo il Covid. In tanti non hanno più la voglia di viaggiare. Oggi i visitatori delle fiere
restano per poco tempo, con appuntamenti programmati, anche a causa dell’aumento dei costi di viaggio e soggiorno. La fiera resta un punto fermo, ma per incontrare la propria rete vendita, non è più fondamentale. Grazie all’impegno associativo, negli ultimi anni abbiamo lavorato ad un progetto comune: MadeinTorredelGreco. Una blockchain che garantisce al consumatore finale il bene che sta acquistando, raccontandogli la tracciabilità, la tipologia di materia prima, eccetera. L’impegno futuro è andare in distretti commerciali rilevanti, appoggiandoci a gioiellerie di clienti storici, e fare cultura attraverso seminari ed incontri in cui possiamo raccontare la storia e la cultura di Torre del Greco, che rende la nostra città così importante e nota nel mondo. Tra l’altro siamo tra i promotori del Comitato
Unesco per il riconoscimento di questa antica tradizione come patrimonio immateriale Unesco. L’impegno di tutela oggi è forte per la nostra associazione, Ogni azienda come la nostra ha una responsabilità sociale a Torre del Greco, ogni artigiano rappresenta non un operaio, ma un detentore del sapere. Ogni nuovo artigiano significa la possibilità di tramandare la storia alle prossime generazioni. Torre del Greco vive di Corallo e Cammeo, e noi abbiamo il compito e il dovere di proseguire lungo questo solco. Sempre nel rispetto dell’ambiente”
Cinzia Ficco