E’ il risultato di una indagine presentata oggi a Palazzo Mezzanotte di Milano
In Italia un’azienda su tre ha sviluppato soluzioni di intelligenza artificiale, anche se tra le implementazioni già adottate la maggior parte si trova ancora in fase prototipale: è questo il dato principale emerso nell’Annual Business Forum di GEA – Consulenti di Direzione dal titolo “Intelligenza artificiale: sfida aziendale o di sistema?”, svoltosi oggi a Palazzo Mezzanotte di Milano (nella foto).
I dati della survey sullo stato dell’arte dell’IA nelle aziende italiane, condotta da GEA Digital business unit di GEA dedicata alla trasformazione digitale – su un campione di 254 imprese italiane di diversi settori e dimensioni, evidenziano una conoscenza ancora poco matura dell’IA: le aziende conoscono i concetti base, ma la loro preparazione si riduce notevolmente sui temi più avanzati.
Non sanno come avvicinarsi alle soluzioni di IA e che tipo di metodologia progettuale vada adottata per rendere efficaci queste soluzioni e non conoscono le fasi di implementazione, gli investimenti necessari, nonché i costi collegati.
Tuttavia, sebbene il 65% delle imprese non abbia ancora adottato l’IA, l’interesse verso le sue potenzialità è molto forte, soprattutto verso progetti di miglioramento dei processi di front e di back office e nei processi di apprendimento e di gestione del patrimonio di conoscenza aziendale.
“È fisiologico – commenta Tito Zavanella, Presidente di GEA-Consulenti di Direzione – che solo poche imprese abbiano già implementato soluzioni di questo tipo, poiché si tratta di una tecnologia relativamente giovane. Tuttavia, considerando la rapidità con la quale procede il suo sviluppo, è importante non trascurarne le possibili ricadute, per non ritrovarsi, a distanza di poco tempo, non allineati con il processo di adozione rispetto ai diretti concorrenti, rischiando così di perdere vantaggio competitivo”.
Tra i benefici percepiti, l’85% delle aziende segnala una miglior efficienza dei processi e della qualità dei prodotti e dei servizi erogati, mentre è meno immediata la correlazione tra l’IA ed il processo di pianificazione strategica, i cui benefici sono indotti dalla capacità di anticipare fenomeni futuri, verificare l’impatto di molteplici scenari evolutivi, individuare nuovi modelli di business.
“Anche sul processo di pianificazione strategica – spiega Stefano Pellandini, CEO di GEA – Consulenti di Direzione, l’IA potrebbe rappresentare un valido supporto, fermo restando il ruolo di judgement e di decisore finale che deve rigorosamente restare nelle mani delle figure apicali della organizzazione”
L’ostacolo percepito come più rilevante – espresso dal 60% dei rispondenti – rispetto all’ottenimento dei benefici associati all’utilizzo della IA è la mancanza di un ruolo interno all’azienda in grado di guidare la transizione. Seguono, con minore rilevanza, la difficoltà nel dare le giuste priorità allediverse iniziative e nel comprenderne il reale ritorno, nonché la resistenza interna al cambiamento.
“Il freno maggiore all’adozione delle soluzioni di IA nelle imprese italiane – conferma Andrea Teja, Head GEA Digital – è la mancanza di una figura di raccordo tra il vertice aziendale – CEO o Imprenditore – e le diverse funzioni aziendali, tra cui anche il responsabile ICT” .
Per trasformare la cultura aziendale diventa dunque fondamentale investire in formazione, ma dalla ricerca di GEA emerge come solo il 35% delle aziende stia investendo in questo tipo di formazione, fattore cruciale per creare un contesto culturale favorevole, superando le resistenze al
cambiamento. Un altro elemento fondamentale che emerge dalla ricerca è la necessità di pensiero critico (90%) – ossia la capacità di sapere mettere in discussione lo status quo – e di visionestrategica (65%), per includere nel piano di sviluppo e di crescita dell’azienda l’elementotrasformativo della IA.
In una prospettiva più ampia, cioè di come l’ecosistema circostante all’impresa debba evolvere per cogliere al meglio questa sfida, emerge il ruolo delle Istituzioni sulle quali – dalle risposte della survey – le aziende ripongono grandi aspettative, in primis di carattere informativo sulle iniziative promosse, ma anche di contributi statali o regionali stanziati a sostegno della IA, di centrale importanza in uno scenario congiunturale di forte scarsità.
Per confrontarsi sulle sfide dell’Intelligenza Artificiale per le imprese italiane, fra trend emergenti, soluzioni tecnologiche e gestione del capitale umano, GEA – Consulenti di Direzione e GEA Digital hanno riunito alcuni autorevoli rappresentati del mondo accademico, della ricerca, dei servizi e delle istituzioni, sia italiani che esteri.
Nelle diverse tavole rotonde della mattinata si sono avvicendati: Ottavio Maria Campigli, Senior Equity Partner &Founder W Executive, Andrea D’Onofrio, Lead for Data, Analytics & AI Microsoft Western Europe, Gioia Ferrario, Global Chief People Officer &Managing Director di JAKALA, Giorgio Girelli, General Manager Aruba Enterprise, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Professor of Strategy SDA Bocconi School of Management, Abran Maldonado, OpenAI Ambassador, Lorenzo Maternini, Membro del CdA di CDP Venture Capital e Membro del Comitato IA Italiano, Federico Menna, CEO EIT Digital, Tomaso Poggio, AI LAB Director MIT Boston USA, Emilio Rossi, Direttore Osservatorio Terziario Manageritalia e Senior Advisor Oxford Economics e Duccio Vitali, CEO Alkemy.
GEA | Consulenti di Direzione
Fondata nel 1965, GEA è una società leader di consulenza strategica con la più lunga tradizione in Italia.
GEA Digital è la business unit di GEA dedicata a supportare le imprese nel delicato processo di trasformazione digitale e innovazione, nel quale sono di centrale importanza una roadmap strategica chiara, l’impegno concreto del Vertice aziendale e, soprattutto, una figura chiave quale è il CDO (Chief Digital Officer). In molti casi, GEA Digital è chiamata ad operare in qualità “CDO as a Service” in supporto al Vertice ed al management aziendale, sollevando l’azienda dalla ricerca e onere di una figura dedicata a tempo pieno.
La Redazione