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20/10/2025
Management

Le imprese credono nel benessere dei dipendenti

Le imprese credono nel benessere dei dipendenti: questa cultura filosofica è ormai divenuta un’esigenza da perseguire da parte dei manager. È importante monitorare le condizioni di salute del personale in organico per garantire un ambiente di lavoro in armonia. E questa esigenza che proviene dagli stessi dipendenti è contenuta nell’ultimo Rapporto Censis 2025 dal quale emerge che «il 63,2% dei lavoratori dipendenti ha indicato la salute, il 42,4% la tranquillità e il 34,4% l’equilibrio, il 29,9% tempo per prendersi cura di sé e il 26,5% la famiglia. Dopo il fondamentale stare bene seguono due dimensioni psicologiche e mentali quali tranquillità ed equilibrio. Inoltre, l’11,3% ha indicato la consapevolezza di sé, richiamando pratiche come la meditazione e la mindfulness. Ridotti i richiami ai componenti più materiali del benessere, quali ricchezza (8,6%) e agiatezza economica (7,5%). L’83,4% dei dipendenti ritiene una priorità che il suo lavoro contribuisca al proprio benessere olistico, complessivo da quello fisico a quello mentale, psicologico. È una convinzione prevalente, in modo trasversale a chi lavora in azienda, poiché coinvolge il 76,8% dei dirigenti, l’86,1% degli impiegati e il 79,5% degli operai e dei lavoratori con mansioni esecutive. Il 75% dei dipendenti tra i 18 e i 34 anni, l’85,7% dai 35 ai 54 anni, l’88,4% dei dai 55 anni in su. Il 63,5% dei lavoratori dipendenti è convinto che l’azienda in cui lavora potrebbe fare molto per migliorare il suo benessere. Ne sono convinti il 77,2% dei dirigenti, il 62,3% degli impiegati e il 62,3% degli operai. Sebbene il lavoro non sia più epicentro dell’identità individuale, resta un’attività fondamentale anche per il benessere di chi lavora e l’azienda può dare un importante contributo. Per il benessere poi contano anche le scelte individuali, è infatti il 66,7% dei lavoratori dipendenti ad essere convinto che la conquista del benessere dipende anche da quel che sceglie e decide di fare, dalla sua responsabilità individuale. Condivide questa idea il 61,5% dei dirigenti, il 64,6% degli impiegati e il 72,5% degli operai. Ma la responsabilità individuale non significa che i dipendenti siano convinti che possano fare».

Le fatiche del lavoro

«Sono molte le condizioni di malessere sperimentate dai dipendenti – si legge nel Rapporto del Censis – nell’ultimo mese precedente l’intervista poiché il 25% dei lavoratori dipendenti ha vissuto spesso situazioni di stress o ansia legate al lavoro, al 48% è capitato di tanto in tanto; il 24,3% non è riuscito spesso a bilanciare come avrebbe voluto vita lavorativa e vita privata, il 52,5% ogni tanto; il 22,3% dichiara che spesso la propria vita privata ha risentito di problematiche legate al lavoro, il 48% di tanto in tanto; il 24% sente spesso troppa pressione addosso quando lavora e il 49,9% di tanto in tanto. Inoltre, il 31,8% dei lavoratori dipendenti ha dichiarato di aver provato sensazioni di esaurimento, estraneità o comunque sentimenti negativi nei confronti del proprio lavoro, quasi una forma di burnout. Poi, il 21,3% spesso ha provato frustrazione per via del mancato supporto da parte del datore di lavoro, il 46% qualche volta; il 20,5% spesso sente che il proprio ambiente di lavoro non favorisce la coesione sociale tra colleghi, il 48,1% ogni tanto; il 21,5% si sente spesso sopraffatto dalle responsabilità quotidiane in generale, il 54,4% di tanto in tanto; il 17,8% ha spesso difficoltà a concentrarsi sul lavoro a causa dello stress o di preoccupazioni personali, il 47,2% ogni tanto; l’8,4% spesso ha fatto ricorso ai servizi di supporto psicologico e al counseling, il 28,3% qualche volta».

Francesco Fravolini

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