Lanciato il Premio Gino Scotuzzi – Tradizione e Innovazione per studenti del dipartimento Moda dell’ITS Academy Machina Lonati di Brescia
L’azienda Pango compie 50 anni dalla sua nascita. Stiamo parlando di un’azienda che produce abbigliamento femminile con brand di proprietà e conto terzi, nata nel 1974 da un’idea di Gino Scotuzzi e Pietro Marzotto.
Entriamo nell’azienda per conoscerla meglio. La produzione di capi di abbigliamento è garantita da una squadra di 40 dipendenti a cui si aggiunge una ottantina di collaboratori indiretti che lavorano in laboratori nel raggio di una trentina di chilometri dalla sede. Il fatturato? «L’azienda registra risultati positivi – come si legge in una nota dell’azienda – totalizzando un fatturato nel 2023 di 11,7 milioni, che vede un +23% sul 2022». E ancora.
Proprio in occasione del traguardo raggiunto dei 50 anni dalla nascita Pango sceglie di scommettere sui giovani talenti del futuro della moda lanciando il “Premio Gino Scotuzzi – Tradizione e Innovazione”: un concorso dedicato agli studenti del dipartimento Moda dell’ITS Academy Machina Lonati di Brescia che con entusiasmo accolgono l’iniziativa coinvolgendo i propri studenti. L’azienda è alla terza generazione con il figlio di Gianfranco, Nicola Scotuzzi, che è responsabile del private label, della linea Ten Ways To Be e dell’attività con QVC Italia e con Paolo Manenti che guida la linea Gaia Life, mentre Claudio Manenti è il responsabile finanziario.
Con Gianfranco Scotuzzi (nella foto in alto), amministratore unico di Pango Spa, vogliamo conoscere l’azienda senza dimenticare i diversi passaggi generazionali avvenuti negli anni.
Come è nata l’azienda e quali sono stati i cambiamenti più significativi durante questi anni?
«Pango è nata nel 1974 da un’idea di mio padre Gino Scotuzzi e Pietro Marzotto, soci paritari. Inizialmente l’azienda produceva solo pantaloni e gonne, da questo il nome PANGO, e per anni la maggioranza della produzione è stata venduta a grossisti e insegne della moderna distribuzione organizzata. Nel 1997, anticipando di oltre un decennio la moda curvy, la svolta è stata la decisione di puntare sulle taglie forti con la collezione curvy Gaia Life che oggi vale circa il 50% del fatturato. Nel corso degli anni l’offerta è cresciuta con le collezioni total look Ten Ways to Be, in progressiva e veloce espansione sia in Italia sia all’estero e di altri due brand grazie ai quali l’azienda è tra i più importanti fornitori del canale televisivo di tv shopping Qvc nella sua versione italiana: Extesa e W.I.T.A. una linea eco-friendly ed inclusiva che ha ottenuto recentemente un importante riconoscimento venendo selezionata dal canale televisivo tra i migliori brand emergenti. Oggi sono 350mila i capi realizzati e distribuiti attraverso il canale wholesale che si sviluppa con una rete di agenti in Italia ed Europa. Questo network conta 400clienti fidelizzati e quattro monomarca (a Trieste, Vittorio Veneto, Lamezia Terme e ViboValentia), oltre che di un outlet presso la sede di Bassano Bresciano (Bs). Pango si avvale diagenzie di rappresentanza e distributori che operano attivamente nelle relazioni commercialicon i principali player del mercato: non solo quindi i negozi monomarca in franchising, ma anchecorner presso retailer multibrand e shop in shop situati all’interno di department stores italiani edinternazionali, tra cui Rinascente (Monza, Catania e Cagliari) e Sorelle Ramonda Group».
In che modo avete vissuto e vivete ora il passaggio generazionale?
«A parole noi settantenni ci dichiariamo sempre d’accordo sul ricambio generazionale, anzi, ci lamentiamo per la lentezza con la quale avviene. In realtà un po’ lo temiamo perché non accettiamo facilmente che si possa fare a meno di noi. Ma oggi in Pango è già in atto. Nicola Scotuzzi, terza generazione è responsabile dei principali brand clienti, direttore commerciale della linea Ten Ways To Be e dell’attività con il canale tv Qvc, Paolo Manenti è brand manager di Gaia Life e Claudio Manenti, responsabile finanziario, completano il team dirigenziale di Pango».
Pango vuole scommettere sui giovani. È un modo per rilanciare il made in Italy con proposte innovative?
«In occasione del traguardo raggiunto dei 50 anni, Pango ha scelto di puntare sui giovani talenti del futuro della moda lanciando il “Premio Gino Scotuzzi – Tradizione e Innovazione”: un concorso dedicato agli studenti del dipartimento Moda dell’ITS Academy Machina Lonati di Brescia che con entusiasmo ha accolto l’iniziativa coinvolgendo i propri studenti. Stilisti tecnologici, modellisti e 3D Fashion Designer stanno lavorando per realizzare nuove idee di outfit e accessori da proporre tra i quali sceglieremo alcuni vincitori che saranno premiati con un riconoscimento economico e uno stage formativo all’interno di Pango. Entro fine anno si svolgerà la premiazione con una presentazione in 3d dell’outfit scelto e la consegna di un premio in denaro che abbiamo stanziato. Con questa iniziativa diamo spazio alla loro creatività e alle proposte innovative e fuori dagli schemi che certamente presenteranno, vedremo se poi saranno realizzabili e inseribile sul mercato».
Quale eredità storica deve rispettare e valorizzare nel futuro un’azienda come Pango che conserva 50 anni di produzione?
«L’azienda conta oggi 39 dipendenti a cui si aggiunge una ottantina di collaboratori indiretti che lavorano in laboratori nel raggio di una trentina di chilometri dalla sede. Un modello di produzione a filiera corta in linea con le richieste di sostenibilità dei committenti unitamente alla creatività italiana. Questo è certamente uno degli aspetti che rappresentano un’eredità importante per noi e un aspetto da mantenere e valorizzare nel futuro. Un’organizzazione capillare delle strutture necessarie alla lavorazione di ogni modello è infatti il segreto della qualità ottenuta. L’attenzione ai dettagli e ai tessuti scelti rappresenta un altro aspetto da sempre radicato in azienda e che non potrà mai venir meno».
Quanto ha influito la pandemia del Covid-19 nel processo produttivo?
«La pandemia ha cambiato i nostri progetti di crescita e di sviluppo sul mercato estero. Tuttavia, anche grazie al nostro know-how produttivo, oltre alle linee d’abbigliamento di proprietà, abbiamo iniziato a lavorare sempre di più come fornitori di numerosi brand noti della moda, tra i quali uno internazionale dei jeans. Questo ci ha permesso di affrontare e superare la pandemia nonostante l’iniziale calo del fatturato».
Come immagina il futuro del suo settore della moda?
«Dopo il Covid, fattori geopolitici difficili stanno caratterizzando questi ultimi due anni: l’Ucraina e la Palestina, la crisi della Germania, l’automotive in grave difficoltà, l’inflazione, le elezioni americane non aiutano le persone a vivere con leggerezza e serenità. Inoltre, il settore dell’abbigliamento non sta attraversando la stagione migliore. Detto questo, nei 50 anni di vita, Pango ha affrontato anche momenti difficili e ne è sempre uscita, spesso anche più forte. Mi auguro, anzi credo, che sarà così anche nel futuro».
Francesco Fravolini