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Novembre 21, 2024
Focus

Registrare il tempo: per i lavoratori italiani è la norma, ma non convince tutti

Lo rivela un’indagine condotta su oltre 5mila aziende in 18 Paesi


Sei dipendenti italiani su dieci segnano le proprie ore di lavoro in un sistema di time registration: a rivelarlo è un’indagine internazionale su larga scala condotta dal fornitore europeo di soluzioni HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 dipendenti in 18 Paesi europei. sdworx.it/it-it/soluzioni/software-g

L’Italia è in linea con il resto d’Europa: in media, il 58% dei lavoratori europei dichiara di utilizzare strumenti software per tenere traccia di attività che vanno da compiti esecutivi a riunioni interne, consultazioni e sessioni di brainstorming sul posto di lavoro. Il dato è molto più alto in Paesi come Slovenia (83%), Austria (74%) e Spagna (69%).

Tenere il tempo aiuta: migliora  le capacità organizzative e l’equilibrio tra lavoro e vita privata

Sebbene un quinto dei dipendenti italiani percepisca la registrazione obbligatoria della propria giornata lavorativa come una fonte di stress e un terzo di loro la consideri un segno di sfiducia da parte del datore di lavoro, la metà dei lavoratori italiani ne vede i vantaggi. Il 51% è infatti fermamente convinto che si tratti di uno strumento fondamentale per garantire una migliore organizzazione e pianificazione dei compiti, nonché di un mezzo per evitare gli straordinari.

In particolare:

  • il 38% dei lavoratori italiani afferma che gli strumenti di registrazione delle presenze e degli orari aiutano a mantenere un buon equilibrio tra lavoro e vita privata;
  • il 48% ha dichiarato che il time tracking fornisce anche una visione della propria efficienza e produttività sul lavoro, dimostrandosi un fattore di miglioramento della propria routine lavorativa.

Time tracking contro gli straordinari

Dall’indagine risulta anche che quattro dipendenti europei su dieci facciano regolarmente straordinari e gli italiani (37%) non fanno eccezione. Le ragioni più comuni addotte per il lavoro straordinario sono l’elevata pressione lavorativa (35%), la necessità di affrontare problemi imprevisti che richiedono uno sforzo supplementare (24%) o la mancanza di personale o di risorse (26%). Anche la necessità di rispettare scadenze ravvicinate (21%) è annoverata tra le ragioni per cui si fanno ore extra.

Su queste basi, il 32% dei lavoratori italiani ha dichiarato di registrare i propri orari di lavoro sia per evitare di fare straordinari che per portare alla luce l’overworking, fornendo insight su situazioni problematiche e contribuendo a garantire una migliore organizzazione e pianificazione dei carichi di lavoro.

Le sfide per le aziende

Secondo le aziende italiane intervistate, le principali esigenze che guidano l’introduzione della time registration in azienda riguardano principalmente (per il 41%) l’ottimizzazione del tempo e della produttività. Il 32% inoltre cita il miglioramento della fiducia dei dipendenti, l’eliminazione della percezione di controllo e la necessità di rispondere alla cresenti esigenze di lavoro flessibile come altri fattori decisivi.

“I dipendenti – afferma Bert De Vriend (in foto)Country Leader di SD Worx Italyspesso continuano a credere che la registrazione del tempo sia principalmente una questione di controllo, ma in realtà è uno strumento utile ad aumentare la consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo. Aiuta i dipendenti a lavorare in modo efficiente, a sapere cosa è già stato fatto e a stabilire le priorità. Avere la giusta consapevolezza di come si utilizza il proprio tempo può inoltre supportare il raggiungimento di un buon equilibrio tra lavoro e vita privata. L’intero team lavorativo trae vantaggio dalle informazioni della time registration, in quanto i colleghi hanno una visione comune di qualsiasi pressione lavorativa e sono in grado di stabilire le priorità e supportarsi a vicenda, se necessario”,

Informazioni sullo studio 

SD Worx, il principale fornitore europeo di servizi HR, assiste le organizzazioni nella gestione delle risorse umane e delle buste paga. Per sapere cosa conta davvero per i datori di lavoro e i dipendenti, SD Worx conduce regolarmente dei sondaggi. L’analisi dell’ultima indagine, la “Navigator Series”, fornisce alle organizzazioni una bussola per orientarsi nelle sfide delle risorse umane e delle buste paga. L’indagine è stata condotta nel febbraio 2024 in 18 Paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Croazia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Regno Unito e Svezia. In totale sono state intervistate 5.118 aziende e 18.000 dipendenti. I risultati sono ponderati e garantiscono una rappresentazione affidabile del mercato del lavoro in ogni Paese. 

La Redazione

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