Nata dalla collaborazione tra Peron Shoes e Ez Lab
Il calzaturificio Peron/ è stato fondato nella Riviera del Brenta a Camponogara nel 1973 dai fratelli Armando e Giuliano Masenadore e dalle loro mogli, Romana Peron e Bruna Pauletto. Oggi è conosciuto perché si è reso protagonista di un esperimento riuscito. https://www.peronshoes.it
Ma torniamo indietro e cerchiamo di capire come una realtà artigianale sia arrivata a centrare il suo obiettivo con l’Intelligenza Artificiale.
I quattro fondatori lavoravano per altri calzaturifici: Armando in modelleria, Giuliano in manovia, Bruna si occupava di finissaggio, Romana era in ufficio.
“Gli inizi – ci racconta Alberto Masenadori, 50 anni, (nella foto in alto), figlio di Romana e Armando, alla guida del calzaturificio – sono stati davvero duri, tanto che per pagare i dipendenti viene venduta la 500 gialla di Romana. Per la prima stagione, mi raccontano i miei, il boom. Il capannone non era stato ancora completato, ma gli ordini erano tantissimi, già con il primo campionario”.
Per i primi tempi i quattro fondatori scelgono di produrre scarpe di lusso da signora. “Pensi – aggiunge Alberto – a quelle utilizzate dalla ex regina Elisabetta II. Si trattava di un segmento di mercato non infastidito dalla concorrenza, di nicchia. Per tanti anni i quattro sono stati leader nel nord Europa, servendo centinaia di negozi con un prodotto italiano di ottima qualità. Verso la fine degli anni ‘90, lo sdoganamento delle sneaker come scarpa comoda di tutti i giorni fa quasi sparire la scarpa comoda, elegante, di fascia alta. A quel punto, considerata la presenza di case di moda in Riviera, il calzaturificio inizia a rivolgersi ad un mercato diverso e a cercare designer, del calibro di: Rick Owen’s, Riccardo Tisci, Martin Margiela, Wivienne Westwood. Oggi i nostri prodotti sono richiesti da grandi case di moda italiane e francesi. Si è abbandonata la parte di design e ci siamo concentrati sui servizi ai clienti”.
L’azienda occupa 65 dipendenti, fattura circa 8 milioni, produce circa 50mila paia di scarpe. Ne esporta il 20% e tra breve diventerà autosufficiente dal punto di vista energetico perché entrerà in funzione un impianto fotovoltaico. Che ridurrà l’impatto ambientale.
“Di recente è stato implementato un sistema Rfid/nfc con l’obiettivo di tracciare e garantire che l’intera filiera sia made in Italy. Tutti i dati vengono notarizzati su blockchain, messi a disposizione dei clienti e si possono conoscere con un cellulare. Nel mercato attuale – afferma Alberto – il consumatore è sempre più consapevole dei propri diritti e i suoi acquisti privilegiano i prodotti per i quali è possibile conoscere l’origine oltre alla qualità e alla sicurezza. Per garantire i clienti su ogni singola vendita, abbiamo deciso di registrare le nostre calzature con la Blockchain, che fornisce informazioni precise sulle scarpe. L’abbiamo fatto grazie alla soluzione sviluppata a Padova da EZ Lab Blockchain Solutions. Con questa soluzione il nostro cliente può verificare le caratteristiche della scarpa semplicemente avvicinando il proprio smartphone al QR Code presente sull’etichetta, che diventa quindi un veicolo di informazioni e trasparenza”.
Un connubio finora inedito quello che ha dato vita a “First handmade shoe designed by AI”, il progetto nato dall’azienda di scarpe e dall’impresa innovativa padovana, specializzata nella tecnologia blockchain che tramite la propria piattaforma Made in Block valorizza e protegge le produzioni Made in Italy.
La scarpa intelligente è stata presentata alcuni giorni fa al World AI Cannes Festival, evento internazionale sui temi dell’intelligenza artificiale nella città della Costa Azzurra. Nello stand della Regione Veneto è stato esposto e presentato un paio di ballerine, prodotte artigianalmente a partire da un disegno realizzato da un’intelligenza artificiale generativa, che è stata interrogata sui trend di mercato e sui modelli più adatti per il mercato del lusso.
“All’interno della suola – fanno sapere da Ez Lab https://www.ezlab.it/ – è presente un tag NFC, una sorta di chip che, a contatto con uno smartphone, permette al consumatore di accedere al Climate Digital Product Passport, il passaporto digitale di prodotto, e, attraverso l’intelligenza artificiale, scoprire tutte le informazioni che desidera in merito a sostenibilità, tracciabilità, origine e storia aziendale”.
«Queste ballerine sono il primo prodotto di una nuova linea di scarpe disegnate dall’intelligenza artificiale per il nostro brand Via della Paglia – spiega Alberto – Le nostre creazioni calcano già i red carpet di tutto il mondo, negli eventi glamour di Milano, Parigi e New York, ai piedi di star internazionali della musica e del cinema, reali e first ladies. Con il supporto di EZ Lab, abbiamo voluto utilizzare l’AI per ottenere informazioni preziose sui clienti e sui loro desideri, per sperimentare nuovi design e ottimizzare i costi e i processi produttivi».
«Il Climate Digital Product Passport è uno strumento nuovo, che verrà reso obbligatorio dall’Unione Europea e che rivoluzionerà la comunicazione e la fiducia tra brand e consumatore – spiega Massimo Morbiato, Ceo e founder di EZ Lab – La nostra mission è supportare le aziende del Made in Italy nel loro percorso di innovazione digitale. Le soluzioni che elaboriamo aiutano le aziende a migliorare la tracciabilità dei prodotti, a contrastare il greenwashing e a promuovere la trasparenza e la sostenibilità della filiera. Il progetto realizzato con Peron Shoes è la prima scarpa artigianale al mondo a unire in modo così stretto due poli apparentemente opposti, mettendo al centro l’alta artigianalità potenziata dalle più innovative tecnologie digitali. La soluzione è resa possibile da un precedente progetto di tokenizzazione della fabbrica di Peron Shoes. Grazie ad alcuni sensori installati nei punti nodali della produzione, ogni passo del processo è registrato su blockchain attraverso la piattaforma Made in Block. Le Informazioni poi sono consultabili tramite il tag NFC contenuto nella suola. Vengono così garantite la tracciabilità e l’autenticità del prodotto, oltre che la sostenibilità delle materie prime utilizzate. Vernice, pelle interna di vitello e suola in cuoio vegetale sono certificate da Leather Working Group (LWG). A sua volta, il tag NFC è collegato a un NFT (Non Fungible Token), una sorta di “gemello digitale” del singolo paio di calzature, a garantirne ulteriormente storia e unicità. Gran parte delle vendite, inoltre, avverrà tramite piattaforme di e-commerce www.ViaDellaPaglia.com e metaverso: l’ultimo anello di una catena inedita che unisce innovazione tecnologica e artigianato di altissima qualità”.
Cinzia Ficco