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  • The innovation alliance: l’evento dedicato alla meccanica avanzata

    The innovation alliance: l’evento dedicato alla meccanica avanzata

    Si terrà a Milano dal 27 al 30 maggio prossimo


    Un patto di resilienza tra alcuni settori della meccanica strumentale.

    È così che, oggi, si guarda alla prossima edizione di The Innovation Alliance, in programma a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025.

    L’evento metterà in mostra settori della meccanica strumentale che forniscono macchine e soluzioni tecnologiche ai principali settori del manifatturiero. The Innovation Alliance si conferma un appuntamento di riferimento per l’industria europea. Grazie alla contemporaneità di quattro manifestazioni leader del proprio comparto industriale – GreenPlast, Ipack-Ima, Print4All e Intralogistica Italia – permetterà infatti di raccontare proposte che abbracciano una ideale intera filiera: dalle tecnologie più sostenibili per la produzione di gomma e plastica al packaging e processing food e non-food, fino alla personalizzazione attraverso la stampa e alla logistica di magazzino.

    Una proposta di sistema che accenderà i riflettori sulla capacità di innovazione e ricerca e sviluppo di un’eccellenza del Made in Italy, con un valore aggregato di 25,4 miliardi di euro, oltre 90.000 addetti e una forte propensione all’export, con una media del 64% e punte del 78-79% del fatturato, come nel caso delle macchine per la produzione della plastica e per il packaging. Una filiera cruciale per comparti strategici dell’economia italiana ed europea, come l’alimentare e il farmaceutico.

    Grazie a 11 padiglioni con un totale di 1.700 aziende per il 27% estere, l’evento offrirà una vetrina – unica in Europa per la sua completezza – per l’innovazione tecnologica, ma sarà anche un’opportunità per stimolare il dibattito su soluzioni che possano rispondere alla complessità dell’attuale contesto, in grado di tracciare una visione condivisa e proiettare l’industria verso nuovi traguardi.

    FOCUS INNOVAZIONE: LA RISPOSTA DEL MERCATO A CRISI TEDESCA E DAZI USA

    L’export della meccanica strumentale italiana affronta oggi due sfide cruciali: il rallentamento della Germania e la politica protezionistica degli Stati Uniti, due aree geografiche strategiche, verso cui si indirizza, in totale, più del 25% dell’export dei singoli comparti rappresentati da The Innovation Alliance. Mentre sul fronte europeo le imprese chiedono interventi concreti per rilanciare la competitività – meno tasse, incentivi agli investimenti e meno burocrazia – cresce il timore di nuovi dazi USA.

    I mercati italiani stanno comunque dimostrando buona capacità di tenuta: i dati previsionali di AISEM (movimentazione materiali), ACIMGA e ARGI (stampa e converting), AMAPLAST (macchine per la lavorazione di plastica e gomma) e UCIMA (packaging e processing) – le associazioni che monitorano l’andamento dei settori rappresentati dalla kermesse – mostrano infatti una raccolta degli ordini per l’anno attuale tendenzialmente stabile, anche se con sfumature diverse da settore a settore. Anzi, si prevede per il 2025 una moderata crescita dell’export.

    La fiera farà permetterà di conoscere soluzioni ad alta tecnologia per migliorare efficienza e sostenibilità della produzione. Dalla crescente automazione – con robotica integrata nei processi – all’adozione di Intelligenza Artificiale, IoT e Realtà Aumentata, fino alla progettazione e assistenza da remoto, le aziende punteranno su ricerca e sviluppo per mantenere la leadership internazionale. In mostra macchine e soluzioni accomunate dalla ottimizzazione delle risorse, la riduzione dei consumi energetici, ma anche da nuovi modelli di business, come la servitizzazione, che trasformano il rapporto tra costruttore e utilizzatore finale, garantendo assistenza continua e soluzioni su misura.

    Più di una vetrina tecnologica, The Innovation Alliance sarà anche un hub di confronto e strategie.

    La Redazione

  • A Pharmintech le grandi sfide del futuro del settore

    A Pharmintech le grandi sfide del futuro del settore

    Dal 27 al 30 maggio 2025 a Fiera Milano – Rho


    La nuova edizione Pharmintech, in programma dal 27 al 30 maggio 2025 a Fiera Milano – Rho, si avvicina. L’evento, curato e patrocinato da AFI – Associazione Farmaceutici Industria, è l’unico del settore.

    Ricordiamo che Pharmintech ha stretto collaborazioni con le più rappresentative associazioni del comparto, oltre alla già citata AFI, ADF, ASCCA, Aschimfarma, Assobiotec, Egualia, Farmindustria, Ispe, PDA e Ucima, coinvolte nel panel.

    Pharmintech si presenta come una manifestazione che guarda al presente e al futuro delle Life Science, con un focus sui temi del momento:

    1.  Biotech e farmaci innovativi: la nuova frontiera dei medicinali implica sfide produttive a tutti i livelli, dai costi elevati al controllo di qualità, dai regolamenti più stringenti alla biosicurezza, dai continui investimenti in R&D fino alla logistica;
    2. Nuove tecnologie: il ruolo dell’Intelligenza Artificiale e della digitalizzazione per ottimizzare ed efficientare i processi industriali;
    3. Green packaging e sostenibilità: focus su confezionamento secondario, riciclo e analisi del ciclo di vita (LCA) di materiali come carta e plastica.

    Alberto Bartolini, CEO di CIT Pharma e Presidente dello Steering Commitee di Pharmintech 2025 dichiara: “L’integrazione dell’offerta di farmaci biologici con quelli basati su molecole di sintesi, l’applicazione dell’intelligenza artificiale alle nuove terapie che guardano alla medicina di precisione e l’attenzione alla sostenibilità del sistema Pharma anche e soprattutto in logica di Green Deal sono temi con un forte impatto sia sul mercato consumer che su quello delle tecnologie protagoniste della manifestazione. Ecco perché la proposta di eventi e convegni mira a fotografare lo stato dell’arte e a definire le traiettorie del mercato sotto il profilo chimico, industriale e della sostenibilità della filiera del packaging farmaceutico. Pharmintech, d’altronde, è la platea ideale per guardare al futuro del settore”.

    Per Antonio Bruzzone, Ceo di BolognaFiere: “Pharmintech rappresenta un appuntamento imprescindibile per l’industria farmaceutica e delle Life Science, riaffermando il ruolo centrale di BolognaFiere nelle manifestazioni B2B dedicate all’innovazione e allo sviluppo tecnologico. Grazie a un ecosistema espositivo che coinvolge i principali attori del settore e a un programma convegnistico di alto profilo, Pharmintech offre una piattaforma strategica per le aziende che vogliono anticipare le sfide del futuro: dall’evoluzione del biotech alle nuove frontiere della digitalizzazione, fino alla sostenibilità nella filiera produttiva. Con il supporto delle associazioni più rappresentative e una forte spinta verso l’internazionalizzazione, questa edizione si conferma un’occasione unica di networking e confronto per tutti i protagonisti del comparto.”

    “Pharmintech è una manifestazione dai mille volti – afferma il presidente di Ipack Ima Valerio Soli -, dove la qualità è garantita da molteplici fattori: dal livello straordinario delle tecnologie proposte, dall’alta specializzazione del pubblico in visita e da un programma convegnistico che vede intrecciarsi innovazioni industriali e competenze avanzate, guardando al futuro dei settori rappresentati. Dal 27 al 30 maggio a Fiera Milano professionisti, buyer, associazioni e ricercatori accademici provenienti da prestigiose Università troveranno nella nostra offerta espositiva l’ambiente ideale per crescere e interagire con i più grandi esperti del settore”. 

    Internazionalizzazione e key player del settore

    Molte le aziende leader del packaging e processing per il mondo Life Science presenti in fiera, con player quali: Abar, Antares Vision, B&D Italia, Coesia, Comecer, Eurpack, Famar Tec, Farmo Res, G.B. Gnudi Bruno, IMA, IWT, Lugaia, Manes Macchine, Marchesini Group, MG2, M.P.A. Technical Devices, Nima Erre.Ti Packaging, Omag, Romaco, Sea Vision, Soitra, Steriline, Taim, Tema Sinergie, Truking Technology.

    Inoltre, per rafforzare l’azione sull’incoming di buyer altamente specializzati dall’estero sono attive le collaborazioni con ITA – Italian Trade Agency e un network di agenti distribuiti su scala globale per intercettare le aziende leader a livello internazionale. Tra le aree più rappresentate si parte dal mercato europeo, e in particolare da quello dell’Est Europa, per arrivare fino al bacino del Mediterraneo, al Nord Africa e infine anche al Sud Est asiatico e agli Stati Uniti.

    L’appuntamento è quindi a Fiera Milano dal 27 al 30 maggio 2025, in contemporanea con IPACK-IMA 2025, per quattro giornate dedicate all’innovazione nella supply chain farmaceutica, con un’agenda ricca di occasioni per confrontarsi e approfondire dinamiche e temi cruciali per lo sviluppo del proprio business.

    La Redazione

  • Investopia torna a Milano il 16 maggio prossimo

    Investopia torna a Milano il 16 maggio prossimo

    Siglato un accordo tra Ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti e EFG Consulting


    Il Ministero dell’Economia degli Emirati Arabi Uniti (UAE) ed EFG Consulting, società di consulenza di marketing strategico e operativo e strategie di internazionalizzazione, hanno ufficialmente firmato l’accordo che rinnova la collaborazione per l’organizzazione di Investopia Europein programma il prossimo 16 maggio presso Palazzo Mezzanotte a Milano.

    L’accordo, siglato oggi ad Investopia Abu Dhabi, rappresenta un momento significativo nell’ambito dell’espansione del Forum globale per gli investimenti e un’importante conferma per la città di Milano e l’Italia, porta di accesso all’Europa per gli investitori provenienti dal Medio Oriente. Questo passo, inoltre, si colloca perfettamente in linea con la recente visita a Roma del Presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed Al Nahyan e con gli accordi firmati nel corso del Forum imprenditoriale Italia – Emirati Arabi Uniti che testimoniano sia il costante impegno del nostro Governo nel sostenere il Made in Italy sia l’interesse con cui sempre più gli investitori stranieri stanno tornando a guardare al nostro mercato con fiducia.

    L’iniziativa ambisce a creare un virtuoso ecosistema di cooperazione economica tra le imprese, gli investitori e le istituzioni di entrambi i mercati con un particolare focus di investimento nei seguenti settori chiave: cluster tecnologici e innovativi, rigenerazione urbana, infrastrutture, logistica e asset alternativi.

    I ministri emiratini Abdulla bin Touq Al Marri dell’Economia e Alia bint Abdulla Al Mazrui delle PMI e dell’Imprenditoria hanno già confermato la propria presenza all’evento milanese che, nell’edizione 2025, si arricchirà di una novità. Nella sessione pomeridiana, infatti, una serie di incontri B2B connetteranno investitori e imprenditori italiani ed emiratini per muovere i primi passi insieme nella progettazione e promozione di opportunità imprenditoriali e di investimento tra i due Paesi.

    Giovanni BozzettiPresidente di EFG Consulting, tra i principali esperti di strategie di internazionalizzazione verso gli Emirati e autore di “Emirati: nulla è impossibile” (2021), edito da Mondadori, ha sottolineato: “Siamo onorati che questa rinnovata sinergia e solida collaborazione con il Ministero dell’Economia degli EAU diventi sempre più motore di sviluppo e crescita economica dei nostri mercati. Investopia a Milano rappresenta sempre più un irrinunciabile punto di incontro per imprenditori e investitori italiani ed emiratini per perseguire concrete opportunità di business e investimento, valorizzando il ruolo dell’Italia come porta d’ingresso d’Europa per gli investimenti del Medio Oriente.

    La Redazione

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  • Arsenale Bioyards vuole ridurre del 90% i costi del bio-manufacturing

    Arsenale Bioyards vuole ridurre del 90% i costi del bio-manufacturing

    Azienda con sede a Milano, presenze a Pordenone e negli Stati Uniti


    Arsenale Bioyards raccoglie 10 milioni di euro per rivoluzionare il bio-manufacturing. L’azienda, con sede legale a Milano e presenze operative a Pordenone e negli Stati Uniti, si sta posizionando come protagonista nel settore del bio-manufacturing, un mercato che secondo BCG vale circa 200 miliardi di dollari. La missione di Arsenale è quella di tracciare una nuova traiettoria industriale in Italia, introducendo soluzioni innovative nel campo della produzione biologica. L’impatto della soluzione sviluppata da Arsenale è significativo: l’azienda promette di ridurre i costi di produzione fino al 90%, rendendo economicamente sostenibile il passaggio dalla fase di sperimentazione alla produzione industriale. Questo non solo accelera i tempi di commercializzazione di prodotti sostenibili, ma apre anche nuove possibilità per lo sviluppo di alternative biologiche ai prodotti petrolchimici e di derivazione animale. arsenale.bio

    Innovazione

    Il cuore dell’innovazione di Arsenale Bioyards risiede nella sua piattaforma proprietaria end-to-end, che combina hardware avanzato, software di intelligenza artificiale e fermentazione di precisione. Questa tecnologia rivoluzionaria permette di colmare l’attuale divario tra la sperimentazione in laboratorio e la produzione industriale su larga scala, un problema che ha tradizionalmente rallentato l’adozione di alternative sostenibili nei settori alimentare, chimico e dei materiali. «Stiamo costruendo la spina dorsale industriale della bioeconomia – si legge in un comunicato dell’azienda – che si propone di permettere alle imprese di “co-progettare con la natura”, aprendo nuove frontiere nel campo della produzione sostenibile».

    Questo importante round di finanziamento rappresenta un significativo passo avanti per Arsenale Bioyards e per l’intero settore del bio-manufacturing in Italia, confermando il crescente interesse degli investitori internazionali per le soluzioni innovative nel campo della sostenibilità industriale.

    Talento e risorse italiane

    L’impegno di Arsenale non si ferma all’innovazione tecnologica. L’azienda intende promuovere i talenti locali e internazionali, attirando professionisti stranieri dalla Silicon Valley, e non solo.

    Tutto ciò con un solo obiettivo: portare la loro competenza in Italia, offrendo un’opportunità ai talenti che vogliono rientrare nel Paese di nascita. Questa iniziativa sostiene lo sviluppo di competenze di alto livello e posiziona l’Italia come hub per le tecnologie del futuro e l’innovazione industriale, fondandosi su decenni di eccellenza manifatturiera.

    Sostenere l’Italia nella transizione verde dell’UE

    Le attività di Arsenale sono in stretta sintonia con gli obiettivi dell’iniziativa NextGenerationEU dell’Unione europea, che mira a promuovere la sostenibilità, la trasformazione digitale e laresilienza in tutta Europa. L’investimento di CDP Venture Capital è stato effettuato attraverso il Fondo Green Transition, che utilizza le risorse stanziate dall’UE nell’ambito dell’iniziativa NextGeneration EU e riflette l’impegno dell’Italia a guidare il cambiamento verso l’innovazione sostenibile e il rinnovamento industriale.

    Sito pilota a Pordenone

    Arsenale gestisce un sito pilota pienamente funzionante a Pordenone, dotato di bioreattori altamente innovativi, tra cui due unità avanzate da 500 litri e una serie di batterie di reattori di fermentazione di precisione più piccoli. Questa infrastruttura operativa pone le basi per la capacità di Arsenale di scalare da laboratorio a industria e ne evidenzia la preparazione a soddisfare la crescente domanda di soluzioni di biofabbricazione sostenibili.

    I fondatori di Arsenale

    La natura internazionale e interdisciplinare dei fondatori riunisce una profonda competenza in ingegneria, biotecnologia, IA e tecnologie industriali scalabili. Il CEO Massimo Portincaso (in foto), ex Partner e Managing Director di BCG, con base a Berlino, è un opinion leader nel settore che combina una visione audace del futuro del bio-manufacturing con un’esperienza imprenditoriale concreta, dopo aver co-fondato con successo Officinae Bio, azienda acquisita dal gruppo americano Maravai. Gordana Djordjevic, Chief Scientific Officer con base a San Diego, vanta oltre 25 anni di leadership scientifica presso Perfect Day, Zymergen, Synthetic Genomics, BP e BASF, dove ha costruito l’esperienza necessaria per superare le barriere della fermentazione di precisione industriale e portarla oltre i confini del settore farmaceutico. Niels Lynge Agerbæk, con base a San Francisco, ex Vicepresidente di Zymergen, General Manager di Xellia Pharmaceuticals US e General Manager di Novo Nordisk Engineering US, è alla guida dell’implementazione tecnica in qualità di CTO. Il Chief Information Officer Matteo Zanotto, dottore di ricerca in IA e deep learning con base a Verona, guida l’innovazione software e algoritmica di Arsenale, mentre il COO Arnaud Legris, ingegnere ed ex consulente di BCG con base a Parigi, assicura un’esecuzione operativa senza interruzioni.

    Cosa è Arsenale Bioyards

    Arsenale sta trasformando il bio-manufacturing con una piattaforma proprietaria end-to-end che integra hardware avanzato, software di intelligenza artificiale e fermentazione di precisione. Progettata per colmare il divario tra l’innovazione su scala di laboratorio e la produzione su scala industriale, Arsenale permette a industrie come quella alimentare, chimica e dei materiali di sviluppare e scalare in modo continuativo alternative a base biologica ai prodotti petrolchimici e di derivazione animale.

    F. F.

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  • L’intelligenza artificiale rivoluziona il processo produttivo delle imprese

    L’intelligenza artificiale rivoluziona il processo produttivo delle imprese

    Se ne parlerà nell’appuntamento “AI WEEK” dal 12 al 16 maggio prossimi a Milano


    L’intelligenza artificiale diventa una presenza importante nelle imprese rivoluzionando il processo produttivo. La tecnologia cambia il paradigma economico e stravolge l’organizzazione aziendale del XX secolo. Non c’è alcun dubbio sull’importanza dell’intelligenza artificiale: maggiore efficienza e diminuzione del flusso del lavoro. A questo riguardo ci sono studi elaborati da enti di ricerca che provano a comprendere questa trasformazione al fine di conoscere sviluppi e nuove opportunità proprio delle imprese italiane. Un appuntamento da tenere in considerazione è ‘AI WEEK’ che si svolge dal 12 al 16 maggio 2025 con due giornate in presenza, il 13 e il 14, a Rho Fiera Milano.

    Analisi del settore

    Secondo una serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per conto di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice, numerosi professionisti a livello globale utilizzano strumenti e tool d’intelligenza artificiale generativa senza conoscerli nel migliore dei modi e, la maggior parte delle volte, senza rispettare vincoli e normative vigenti.

    A questo proposito c’è l’indagine strutturata da Help Net Security, secondo cui «l’81% degli impiegati statunitensi dichiara di non aver mai ricevuto una formazione adeguata in ottica Generative AI e il 15% di questi ultimi utilizza strumenti non autorizzati».

    Ma in Italia come si sta diffondendo la conoscenza dell’intelligenza artificiale generativa all’interno delle mura aziendali? La situazione generale risulta positiva e, per di più, in costante miglioramento.

    A confermare questo trend è l’Osservatorio Intelligenza Artificiale della School of Management del Politecnico di Milano, in cui emerge che «nell’ultimo anno 2 organizzazioni italiane su 3 hanno già elaborato un piano per applicare l’AI Generativa nei processi operativi e una su 4 ha avviato una sperimentazione».

    Con Giacinto Fiore (in foto con Pasquale Voscanti), co-founder dell’AI WEEK, vogliamo conoscere il ruolo della tecnologia nelle imprese.

    Giacinto, che ruolo assume l’intelligenza artificiale nelle imprese?

    «L’intelligenza artificiale oggi rappresenta uno strumento indispensabile per le imprese che vogliono rimanere competitive in un mercato sempre più veloce e complesso. Il suo ruolo è quello di semplificare processi, aumentare l’efficienza e migliorare la capacità decisionale. Attraverso iniziative come l’AI WEEK, lavoriamo per rendere l’IA accessibile ai manager e agli imprenditori, mostrando loro come integrare queste tecnologie in modo strategico, non solo per innovare, ma per creare reale valore aziendale».

    Quali sono i vantaggi principali nel processo produttivo?

    «I vantaggi principali derivano dalla capacità dell’IA di automatizzare attività ripetitive, riducendo errori e ottimizzando i tempi. Pensiamo alla manutenzione predittiva, dove l’IA può prevenire guasti nei macchinari, o all’ottimizzazione delle risorse produttive grazie ai modelli predittivi. Inoltre, la personalizzazione dei prodotti, guidata dai dati raccolti, è un altro grande plus. Durante gli eventi previsti all’AI WEEK, presentiamo casi concreti di aziende che hanno rivoluzionato i loro processi produttivi grazie a queste tecnologie, come nel settore automotive con partner come Glassdrive».

    L’intelligenza artificiale in che modo trasformerà l’organizzazione del lavoro nelle imprese?

    «L’IA sta già trasformando l’organizzazione del lavoro spostando il focus dalle attività operative e manuali a quelle strategiche e creative. Da un lato, verranno introdotti nuovi ruoli legati alla gestione delle tecnologie, come il prompt engineering o i data scientist; dall’altro, molte competenze tradizionali saranno arricchite dall’interazione con l’IA. Questa trasformazione non deve essere interpretata come una minaccia, ma come un’opportunità per liberare tempo e risorse verso attività a maggior valore aggiunto. Il nostro lavoro di divulgazione con Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice punta proprio a preparare manager e professionisti ad affrontare questo cambiamento con consapevolezza».

    Le imprese sono preparate a lavorare con l’intelligenza artificiale?

    «La verità è che siamo in un momento di transizione: alcune aziende, soprattutto quelle grandi o tecnologicamente avanzate, stanno già sfruttando appieno il potenziale dell’IA. Altre, specialmente le PMI, sono ancora in una fase esplorativa. È qui che noi interveniamo con progetti di formazione e divulgazione, come il nostro podcast e gli eventi annuali firmati AI WEEK, per accompagnare le imprese italiane verso una maggiore maturità digitale. È fondamentale aiutare queste aziende a capire che l’IA non è un lusso, ma un investimento strategico per il futuro».

    Francesco Fravolini

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  • El super Grissin de Milan compie 65 anni

    El super Grissin de Milan compie 65 anni

    Si tratta di Vitavigor, che cresce in termini di fatturato ed export


    “Il futuro è una scommessa decisiva, sia nei mercati internazionali, dove l’obiettivo è consolidare la presenza nei Paesi in cui siamo già attivi, sia in quello italiano, dove miriamo a costruire una posizione di leadership in nuovi canali distributivi”.

    Così Federica Bigiogera, (in foto) Responsabile Marketing di Vitavigor, https://www.vitavigor.com/ azienda milanese, specializzata nella produzione di grissini e prodotti alternativi al pane, che quest’anno compie 65 anni, continuando a crescere. Ha registrato un aumento del fatturato pari al 30 per cento   e uno dell’export pari al 28.

    Il caro delle materie prime si è abbattuta sì sulla filiera del pane e dei suoi sostitutivi, ma questo non ha impedito a El Super Grissin de Milan di arrivare sulle tavole del Giappone, Canada e Australia. E questo perché vince la ricetta ispirata alla tradizione.

    Il marchio è ben riconosciuto in Italia e all’estero E i numeri lo confermano. Il suo fatturato è passato dai 5,2 milioni di euro del 2022 ai 6,5 milioni quest’anno. Quella che si sta per chiudere è stata infatti un’ottima annata per l’azienda, che ha raccolto risultati positivi in molti segmenti: a volumi, il retail ha registrato un boom del +64%, il canale ho.re.ca sta continuando la sua ripresa (+17%), avvicinandosi sempre di più ai consumi pre-Covid, mentre il foodservice conquista un +55%. Il comparto estero, oltretutto, arriva da anni di crescita a doppia cifra e si è sviluppato ulteriormente in particolare verso EuropaCanadaAustralia e Giappone.

    “Grazie a passioneimpegno e continua ricerca – fanno sapere dall’azienda- la filiera dell’impresa è in continua evoluzione, con costanti aggiornamenti dei processi produttivi. Il progressivo miglioramento tecnologico e la ricerca di soluzioni sempre più efficienti hanno infatti portato l’azienda a produrre 1.500 tonnellate di grissini l’anno. Nel 2023 l’estero ha rappresentato il  41% del fatturato totale dell’azienda, la GDO (28%), l’ho.re.ca (15%) e il foodservice (15%). Nonostante il rincaro delle materie prime, nel 2023 ancora si registra in particolare quello dell’olio extravergine d’oliva (+71% rispetto ad agosto 2022), Vitavigor continua a conquistare fette di mercato consistenti sia nel Belpaese sia all’estero. “Il valore della tradizione e la memoria delle origini sono per noi le direttrici su cui orientare la crescita dell’azienda – commenta Federica Bigiogera. Era infatti il 1958 quando Giuseppe Bigiogera, storico fornaio meneghino, decise di perseguire l’ambizioso obiettivo di dare a Milano dei grissini che rispecchiassero l’anima vitale ed energica diuna città nel vivo del suo sviluppo industriale. Dalla sua profonda conoscenza del pane ebbe origine “El super Grissin de Milan”, croccante e innovativo. Nacque così il marchio Vitavigor, dal latino Vita-ae – vigor-is, (vitalità e forza),che già nel nome vuole raccontare una degustazione che trasmette energia, salute e benessere. Da allora, la passione per il buon cibo e la cura nella scelta delle materie prime si è tramandata di generazione in generazione, creando una delle più iconiche aziende di grissini di alta qualità. Oggi si punta a fare in modo che i prodotti Vitavigor possano soddisfare sempre meglio i bisogni mutevoli delle nuove generazioni e le necessità quotidiane dei clienti. La mission consiste dunque nel consolidare il presente, con uno sguardo al passato famigliare, per poter crescere e guardare al futuro con la passione e l’entusiasmo che hanno caratterizzato tutta la storia del marchio e della Famiglia Bigiogera”.

    Come si raggiungerà questo obiettivo? “Per proporci con successo nei mercati e nelle abitudini di tutto il mondo – ancora la responsabile marketing – stiamo terminando il restyling di packaging e di brand image di tutta la nostra gamma, investimento che offrirà ai clienti finali l’immagine di  un’azienda  in costante evoluzione, capace di parlare ai nuovi consumatori con prodotti di qualità attenti al benessere, a un’alimentazione bilanciata e innovativa, e alla sostenibilità”.

    I numeri dell’azienda.

    Venticinque dipendenti, millecinquecento tonnellate di grissini l’anno, due linee produttive, due linee di forni, sette tipologie di confezionamento. Vitavigor si estende su una superficie di diecimiala metri quadrati.

    Come si batte la concorrenza?  “Vitavigor – fanno sapere – è un’azienda familiare: questa è la caratteristica distintiva, rispetto a tante realtà concorrenti che invece ristrutturano le dinamiche interne quando diventano proprietà di fondi. Inoltre Vitavigor mantiene altissimi standard di qualità e propone un prodotto premium con un rapporto qualità/prezzo costante nel tempo. E poi sempre come azienda famigliare risultiamo affidabili”.

    Più del 50% della forza lavoro di Vitavigor è femminile, sia dal punto di vista di mansioni legate alla produzione che impiegatizie.

    Dal 2022 l’azienda porta avanti un progetto: sostituire pack in plastica con pack riciclabili in carta e questa sostituzione ha permesso di ridurre del 53% la plastica adoperata, riducendo anche l’impatto ambientale sui consumatori finali.

    E’ in corso proprio ora il passaggio alla terza generazione. Lo stanno affrontando a piccoli passi, inserendo le persone della famiglia come componente attiva delle mansioni produttive, non come semplici soci. Dunque, dicono, con un approccio pragmatico.

    Alla guida di Vitavigor c’è oggi Mario Bigiogera, Presidente e Amministratore unico. Immediatamente dopo troviamo Federica e Pietro Bigiogera. Che fanno sapere: “Sogno nel cassetto? garantire continuità anche alle future generazioni. Vediamo già una quarta generazione che sta crescendo all’interno dell’azienda e il sogno è tramandare anche a questi ultimi l’eredità aziendale”.

    Cinzia Ficco

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  • L’agricoltura senza l’utilizzo di terreno sbarca nel mondo del franchising

    L’agricoltura senza l’utilizzo di terreno sbarca nel mondo del franchising

    Lo fa con AGRICOOLTUR®, un’azienda italiana fondata da Divià, Boniforte e Ferrero


    I grandi cambiamenti partono sempre dalle radici.

    Ne sono convinti in Agricooltur®, azienda italiana – nata nel 2018 da un’idea di Marco Bartolomeo Divià, Alessandro Boniforte, Stefano Ferrero – che ha progettato e brevettato un sistema di agricoltura aeroponica efficiente ed innovativo che permette alle piante di svilupparsi fuori dal terreno e crescere in ambiente controllato, con un consistente risparmio idrico rispetto alle tecniche tradizionali e senza l’uso di pesticidi.

    Agricooltur® lavora per diffondere l’agricoltura aeroponica e renderla capillare sul territorio. L’obiettivo è quello di creare una rete di piccole produzioni locali così che ogni impianto possa produrre quanto necessario senza sprechi di prodotto e con una notevole diminuzione dell’inquinamento. Non solo. L’azienda si impegna a sensibilizzare i consumatori sui grandi vantaggi dell’agricoltura aeroponica che, oltre ad essere sostenibile, permette di portare nelle case e sulle tavole di tutti prodotti agricoli vivi, non recisi, con le radici intatte e proprietà nutritive eccellenti, sempre pronti per essere raccolti e mangiati!

    Il sistema di agricoltura aeroponica progettato da Agricooltur® si basa su tre brevetti (Aerosmart, Aeromatic e Hortus) che permettono la coltivazione di ortaggi, micrortaggi e erbe aromatiche attraverso un sistema di nebulizzazione delle radici delle piante con risultati straordinari in termini di velocità, quantità e, soprattutto, qualità.

    Le piante, in sospensione fuori dal terreno, ricevono acqua e sostanze nutritive dalle radici in un ambiente completamente controllato che riduce quasi del tutto la diffusione di parassiti e malattie tipiche della coltivazione in terra, senza dover impiegare insetticidi o antiparassitari potenzialmente dannosi per la salute dell’uomo, delle piante e dell’ambiente. www.agricooltur.it

    Nel 2023, a seguito di un round di investimento di 5 milioni di euro, Agricooltur® ha potenziato sia la sua organizzazione sia la capillare presenza sul mercato prevedendo di superare gli 11 milioni di euro di fatturato nel 2024 nel mercato italiano e in quello europeo.

    Forti di questi risultati I tre hanno deciso di sbarcare nel franchising.

    Secondo le recenti stime di Assofranchising il franchising in Italia si dimostra un modello di business vincente ed in crescita, con una previsione di fatturato del + 3% nel 2023 rispetto agli oltre 30 miliardi del 2022. Se i settori più performanti restano la Gdo, la ristorazione ed i servizi, il Salone del Franchising iniziato questa mattina a Milano registra la presenza di un settore emergente: l’Agritech.

    Un nuovo modello di consumo, più attento ai valori della salute e della sostenibilità, spinge gli imprenditori a cercare soluzioni di investimento anche nel settore agricolo dove le nuove tecnologie e il digitale stanno implementando i sistemi di agricoltura tradizionali e aprendo la possibilità di accesso anche a chi non ha competenze agronomiche.

    Ad attirare l’attenzione dei franchisee sul modello di franchising di Agricooltur® sono la sua scalabilità, la capacità di razionalizzare l’uso delle risorse, massimizzare la sostenibilità e portare ai consumatori finali prodotti sempre più controllati e più freschi. 

    Dopo anni di sperimentazioni e successi l’azienda, che è già entrata nel canale GDO con Carrefour, nell’Horeca con ristoratori e chef stellati, nelle mense aziendali (Dussaman per Eni) e nel settore del Real Estate, lancia oggi il suo modello innovativo di franchising che comprende un pacchetto chiavi in mano per la produzione e commercializzazione dei prodotti.

    Si parte dall’impianto produttivo e dal corso di formazione per la gestione dell’impianto. Agricooltur® fornisce assistenza tecnica e agronomica, la materia prima (cialde già seminate), il packaging e i sistemi di conservazione e un kit asset marketing per la commercializzazione.

    Ortaggi, micro-ortaggi ed erbe aromatiche coltivate con il metodo aeroponico di Agricooltur® arrivano a far risparmiare fino al 98% di acqua e utilizzano meno del 10% dei fertilizzanti rispetto all’agricoltura tradizionale, senza immettere sostanze chimiche nella falda e limitando il consumo di suolo. Grazie al fatto che i suoi impianti vengono progettati e posizionati là dove c’è la domanda, Agricooltur® riduce gli sprechi e limita gli spostamenti della merce su gomma riducendo di conseguenza le immissioni di gas serra nell’atmosfera.

    I sistemi di coltivazione Agricooltur® possono essere utilizzati sia indoor, adattandosi alle strutture già esistenti, sia outdoor.

    I due moduli attrezzati per la coltivazione outdoor sono The Plant – una serra più grande – e Hortus – un container a fine vita trasformato dagli ingegneri di Agricooltur® in una serra altamente tecnologica.

    La tecnologia Agricooltur® è alla portata di tutti,

    Le piantine prodotte nelle serre di Agricooltur® una volta “raccolte” e portate in cucina ancora vive possono essere conservate fuori dal frigo, solo con l’aggiunta di poca acqua, sopravvivono molti giorni e possono essere consumate al bisogno. La certezza è quella di usare un prodotto di grande qualità.

    La Redazione

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