27/11/2025
FocusManagement

“Il manager della complessità? Chi sa reinventarsi e cogliere opportunità inesplorate”


Il panorama imprenditoriale in Italia è in continua evoluzione. Con oltre 5,9 milioni di imprenditori attivi, il tessuto economico del Paese sta cambiando, ma non senza ostacoli.

Ogni anno nascono nuove imprese, ma molte non riescono a sopravvivere: quasi il 30% chiude entro i primi tre anni e oltre il 50% non supera i cinque anni di attività. Se si parla di startup, invece, ben il 90% fallisce entro i primi 5 anni.

Anche secondo Eurostat, nel secondo trimestre del 2024 le dichiarazioni di fallimento nell’Unione Europea sono aumentate del 3,1% rispetto al trimestre precedente, mentre le nuove registrazioni aziendali sono calate del 2,1%.

E l’Italia non è un caso isolato, ma si colloca nella media europea, con un aumento del 5,2% dei fallimenti. Questi dati delineano un panorama competitivo sempre più complesso, in cui la capacità di adattarsi ai cambiamenti e di gestire l’incertezza diventa essenziale per la sopravvivenza e la crescita delle imprese.

Questo trend ha un impatto sempre più importante anche sugli imprenditori.

In un contesto economico così mutevole, le imprese italiane e le startup affrontano sfide senza precedenti. L’innovazione tecnologica, la globalizzazione e l’incertezza dei mercati impongono agli imprenditori un nuovo approccio gestionale: quello del manager della complessità.

Non è più sufficiente avere un’idea brillante o un buon prodotto. Ciò che realmente determina il successo di un’azienda è la capacità “quasi maniacale” di navigare l’incertezza, anticipare i cambiamenti e adattarsi rapidamente alle nuove condizioni.

Ma come si diventa manager della complessità? Innanzitutto, è fondamentale sviluppare una visione strategica a lungo termine, che non si limiti a reagire agli eventi, ma che sia proattiva nell’individuare opportunità e minacce.

Questo significa investire nella formazione continua, acquisendo competenze trasversali e orizzontali che spaziano dal marketing alla finanza, dall’innovazione tecnologica alla gestione delle risorse umane, dalla comunicazione al netwotking. Essere in grado di interpretare scenari futuri, quindi, e di conseguenza saper prendere decisioni in condizioni di incertezza.

Il manager della complessità deve affinare la capacità di problem solving, trasformando ogni ostacolo in un’opportunità di crescita.

Tuttavia, per riuscire a farlo è necessario conoscere nel profondo ciascun aspetto della propria attività: solo chi padroneggia realmente le proprie competenze può poi delegarle efficacemente agli altri. Questo concetto è particolarmente evidente nel marketing, dove spesso molti imprenditori delegano interi processi o attività semplicemente perché non hanno tempo o voglia di aggiornarsi continuamente. Il risultato? Si finisce per perdere il controllo strategico, affidandosi a professionisti esterni che, per , non potranno mai sostituirsi completamente alla visione d’insieme dell’imprenditore. Questo vale ancor di più per le startup, che non possono permettersi nemmeno un euro da sprecare in scelte superficiali o deleghe poco consapevoli.

Le aziende che prosperano nel panorama attuale sono, infatti, quelle che riescono a sperimentare, adattarsi rapidamente e imparare dagli errori. La resilienza e la flessibilità sono qualità indispensabili per affrontare mercati in continua evoluzione.

E tra gli aspetti chiave c’è anche la gestione del capitale umano. La leadership tradizionale lascia spazio a un modello più collaborativo, in cui il coinvolgimento e la valorizzazione dei talenti interni diventano centrali.

Costruire un team eterogeneo, con competenze trasversali e complementari, permette di affrontare le sfide da prospettive diverse e di trovare soluzioni innovative.

La capacità di delegare, ascoltare e motivare è altrettanto importante quanto quella di prendere decisioni strategiche. Un esempio emblematico di questa attitudine è Elon Musk.

Con Tesla, SpaceX e Neuralink, ha dimostrato di saper gestire sfide enormi, intrecciando ingegneria, tecnologia e strategia aziendale. La sua capacità di visione gli ha permesso di creare aziende capaci di trasformare interi settori industriali. Musk ha affrontato ostacoli normativi, ha saputo adattare il suo modello di business alle innovazioni tecnologiche e ha mantenuto supply chain estremamente complesse in contesti mutevoli. Ma la sua forza non sta solo nella sua visione, bensì nella capacità di adattarsi rapidamente e di gestire in modo dinamico la complessità. Un esempio emblematico è PayPal, che ha trasformato il modo in cui effettuiamo pagamenti digitali, un cambiamento che, a oltre vent’anni dalla sua nascita, continua a influenzare il nostro quotidiano.

E non è l’unico esempio. Sara Blakely, fondatrice di Spanx, ha rivoluzionato il settore dell’abbigliamento intimo femminile, introducendo un prodotto innovativo in un mercato già saturo. La sua capacità di ascoltare il mercato, di adattarsi ai feedback e di cogliere opportunità inesplorate le ha permesso di trasformare un’idea in un impero globale.

Questo dimostra come la gestione della complessità non sia un’esclusiva del settore tecnologico, ma riguardi ogni ambito imprenditoriale.

Per affrontare la complessità, è essenziale costruire e mantenere anche una rete di contatti strategica. Le connessioni professionali possono offrire informazioni preziose, aprire nuove opportunità di business e fornire supporto nelle fasi più critiche.

Gestire la complessità non è un talento innato, ma un’abilità che si può affinare con il tempo e l’esperienza. Il segreto sta nella formazione continua e nella capacità di adattarsi con flessibilità ai mutamenti del mercato.

Chi impara a leggere le dinamiche del cambiamento e a trarne vantaggio sarà sempre un passo avanti. Ed è alla luce di queste sfide che è chiaro quanto il futuro delle imprese italiane dipenda dalla loro capacità di formare leader capaci di affrontare l’incertezza con determinazione e lungimiranza. Il mercato globale premia chi sa reinventarsi e gestire il caos con intelligenza strategica. Per chi sarà in grado di farlo, il futuro del mondo imprenditoriale non sarà un ostacolo, ma una straordinaria opportunità di crescita.

Nicola Zanetti, fondatore di B PlanNow ed esperto internazionale di accelerazione aziendale, attivo nel venture capital in Italia (Italian Tech Alliance, Innovup) e Bulgaria (BVCA, Besco)

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