Zone economiche speciali, istituite dal Governo, facilitano gli investimenti
Le ZES, le Zone Economiche Speciali, disciplinate dal decreto legge 20 giugno 2017 n.91, convertito, con modificazione, dalla legge 3 agosto 2017 numero 123, rappresentano una straordinaria opportunità di sviluppo dei territori delle regioni meno sviluppate e, in particolare, dove siano presenti e operative aree portuali con le caratteristiche stabilite dal regolamento UE numero 1315/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’undici settembre 2013, negli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete trans-europea dei trasporti, la cosiddetta TEN-TI.
Le ZES sono state istituite dal governo su proposta delle Regioni e sentiti i Sindaci dei territori interessati, sulla base di un Piano di Sviluppo Strategico che individui e agevoli la creazione di condizioni favorevoli in termini economici, finanziari ed amministrativi, utili allo sviluppo delle imprese già insediate o che intendano insediarsi in queste zone economiche speciali.
Il ruolo delle Regioni nella individuazione delle misure di semplificazione amministrative e gestionali è stato cruciale e determinante. In questo le Regioni hanno individuato Piani di sviluppo strategico, in cui si è lanciata la proposta della Regione Puglia di individuare due ZES pugliesi immaginando misure di semplificazione amministrativa, che la Regione intende introdurre per rendere particolarmente attrattive le due ZES, sia per gli investitori stranieri, che per quelli nazionali e regionali.
Inoltre in questi piani si inseriscono il ruolo strategico della green economy nel rapporto con il Piano Regionale pugliese della logistica integrata.
Determinante risulta il ruolo dei sindaci dei territori coinvolti, i quali possono essere facilitatori delle misure amministrative intraprese, ma anche promotori di ulteriori agevolazioni in termini fiscali e finanziari per quelle imprese che si insediano in questi determinati territori.
I Sindaci conoscono bene le esigenze dei loro territori, per questo il loro ruolo risulta decisivo per il successo economico e propulsivo delle ZES.
Le ZES stanno rappresentando un’opportunità per la crescita economica e l’occupazionale dei territori di riferimento, soprattutto, delle aree del mezzogiorno d’Italia.
Le Due Zes Pugliesi
In Puglia sono state approvate due Zes, la Zes Adriatica, che parte da Lecce ed arriva fino a Termoli in Molise e la Zes Jonica, che parte da Taranto ed arriva fino a Potenza in Basilicata. L’estensione complessiva delle aree individuate è di oltre 3 milioni di ettari.
La Giunta regionale pugliese ha tenuto conto del Piano strategico della Zes Adriatica interregionale, aggiornando le osservazioni sul Piano strategico della Zes Jonica Interregionale, ricevuta con nota del Ministro per il Sud. Il piano strategico ha approvato come finalità l’inserimento di programmi d’investimento, con progetti di ricerca e sviluppo, progetti industriali per lo sfruttamento di tecnologie e soluzioni innovative.
I destinatari sono imprese di grandi dimensioni, ma anche di piccole e medie, comprese le microimprese. In particolare nel settore del turismo ci sarannobuone opportunità per promuovere interventi di recupero e riutilizzo dellestrutture esistenti, mentre nelle piccole imprese del settore manifatturiero, delcommercio, dell’ITC e dell’artigianato, a disposizione degli operatori conagevolazioni per le start up innovative, aiuti per la tutela dell’ambienteattraverso investimenti per l’efficienza energetica, la produzione di energierinnovabili e per l’estrazione dei talenti, capitolo questo che prevede percorsidi accompagnamento alla creazione d’impresa.
I settori di riferimento saranno l’’automotive, l’agro-alimentare, la farmaceutica, il tessile-abbigliamento, imobili e la meccanica di precisione.
L’estensione complessiva della Zes Adriatica si articola su 5 poli tra cui Foggia con i suoi 6 approdi sul mare. Di particolare rilievo in Capitanata l’Area portuale di Manfredonia, le aree demaniali dell’aeroporto di Foggia, l’Area Asi di Manfredonia-Monte Sant’Angelo, l’Area Pip/Dr6 di Manfredonia, l’Area di Foggia Incoronata, l’Area Industriale di Cerignola, l’Area industriale di Ascoli- Satriano, l’Area industriale di Candela.
Nella Zes Adriatica rientra il Polo di Barletta, compresa l’area portuale di Barletta, l’Area Industriale di Barletta, con Via Trani, il Polo di Bari, nel quale rientrano le aree portuali di Bari, Monopoli e Molfetta, le aree demaniali dell’Aeroporto di Bari, l’Interporto
Regionale della Puglia, l’Area Asi di Bari-Modugno, l’Area retro-portuale di Molfetta, l’Area Maab, l’Area Pip di Bitonto, l’Area industriale di Monopoli, l’Area industriale di Altamura via Gravina, l’Area Pip di Gravina; il Polo di Brindisi, nel quale rientrano l’area portuale di Brindisi, le aree demaniali dell’Aeroporto di Brindisi, l’Area Asi di Brindisi, l’Area Asi di Fasano e quella di Ostuni, il Polo di Lecce, di cui fanno parte l’Area Asi di Lecce-Surbo, l’Area Asi di Galatina-Soleto, quella di Nardò–Galatone, l’Area Industriale di Casarano, l’Area Industriale di Matino e il Centro Intermodale di Melissano.
Le Zes risulteranno uno strumento indispensabile per gli investitori del Nord, ma anche stranieri, attraverso la predisposizione di agevolazioni fiscali e
misure a sostegno finanziario, infrastrutturale e logistico.
A questo si aggiungono le semplificazioni amministrative e doganali che costruiranno il vero volano capace di dare pieno vigore e rilancio all’economia pugliese. La vera sfida sarà quella per i vari operatori economici del territorio di saper cogliere questa grande opportunità, che costituirà una importante spinta di sviluppo e di crescita di tutto il territorio pugliese.
La Zes Adriatica
La Zona Economica Speciale Adriatica è stata definita con delibera di giunta regionale pugliese n.1441 del 2 agosto 2018 e pubblicata l’11 ottobre 2018, in cui sono stati definiti gli ambiti territoriali. Nell’ambito territoriale è stato
compreso anche il Molise, oltre a 20 ettari dell’area industriale e commerciale di Molfetta. In questo caso è diventata la più grande ZES italiana, con grossi problemi di gestione ed amministrazione.
La Puglia aveva diritto a due ZES, che da regionali sono diventate interregionali. La ZES Ionica, con l’area di Taranto, poi allargata al metapontino e prolungata dalla Regione Basilicata, comprende Melfi, fino a Potenza. La seconda appunto, la ZES Adriatica, che parte da Casarano e Lecce, passa da Bari, arriva a Foggia e si prolunga fino al Molise.
Gli obiettivi strategici definiti dalla Regione Puglia per la Zes Adriatica sono quelli di attirare investimenti di grandi gruppi nazionali o multinazionali che consentano di assorbire la mano d’opera in uscita da settori in crisi, oltre a rafforzare settori che dispongono di una forte base produttiva.
Gli strumenti utilizzabili dalla ZES sono gli incentivi fiscali, come il credito d’imposta fino a 100 milioni, che si sommano ai vari, Contratti di Programma, PIA, Tecnonidi, NIDI, Fondo di garanzia per le PMI.
Per quanto riguarda gli incentivi fiscali, nella ZES possono essere l’esenzione dell’IRAP, il rimborso delle start up innovative, l’esonero dell’MU, per la quota di pertinenza comunale e l’esenzione della TARI.
Detrazioni sono previste a seguito dell’introduzione della Tari etica, compresa l’esenzione del pagamento delle spese di istruttoria dovute ai vari Consorzi ASI.
I Vantaggi delle Zes
Il vero valore aggiunto delle ZES è il sistema giuridico amministrativo delle misure di semplificazione riservato alle stesse amministrazioni per agevolare e migliorare le infrastrutture di ogni singola ZES.
Il Ministero dell’Economia ed in particolare l’Agenzia delle Entrate, hanno reso disponibili i modelli da utilizzare per fruire del credito di imposta per gli investimenti nelle zone economiche speciali. La Regione Puglia dal canto suo, d’intesa con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico, ha licenziato il Piano Strategico che orienta tutta l’attività necessaria per il perseguimento e il raggiungimento delle finalità delle ZES.
I Comuni dovrebbero varare dei kit localizzativi per agevolare gli insediamenti delle attività nei vari territori e renderli più vantaggiosi anche dal punto di vista fiscale, come Tari, oneri di urbanizzazione, permessi a costruire. Intanto occorre fare marketing territoriale e soprattutto sistema, anche fra i comuni i cui territori sono interessati dalle ZES per le infrastrutture e per rendere attrattivi gli investimenti.
Per un operatore economico sapere che un determinato territorio sia adeguatamente strutturato, con strade, ferrovie, aree logistiche, con infrastrutture programmati e finanziati diventa decisivo.
E’ stata data discrezionalità al Commissario di ridefinire le zone a vocazione imprenditoriale. Le aree non assegnate ed non inserite nella Zes Adriatica, per esempio, sono oltre 250 ettari in Puglia e 150 ettari in Molise. Per cui dopo il nuovo decreto, approvato in Parlamento a giugno 2022, nell’ambito del PNRR2, è potere del Commissario Zes riperimetrare le varie aree, inserendo quelle già dotate di servizi pronti ed utili alle aziende già presenti nelle zone produttive. Sarà assicurata la possibilità anche a nuove aziende di insediarsi in queste aree produttive, nuova occupazione ed aumentando la produttività economica.
Antonio Stragapede, autore del libro La Resilienza Economica, Sociale ed Ambientale