La classifica di World Economic Forum e il caso Kone
“La nazione che distrugge il proprio suolo distrugge se stessa”: con queste parole Franklin Delano Roosevelt esprimeva un concetto mai così attuale.
Si tratta del benessere ambientale, sempre più messo a rischio dall’inquinamento, dal riscaldamento climatico e, nello specifico, dalle emissioni di carbonio.
A questo proposito, The Guardian lancia un vero e proprio “carbon emissions alert”, secondo il quale, in occasione dell’anno corrente, il più caldo mai registrato, le stesse emissioni hanno giocato un ruolo estremamente importante. Infatti, per evitare scenari ancora più preoccupanti, risulterebbe fondamentale azzerare le “carbon emission”entro il 2034.
Vista la situazione, le principali potenze globali tentano di correre ai ripari con misure all’avanguardia e investimenti mirati. Le prime conferme in merito giungono da GlobeNewswire, secondo cui il mercato globale della carbon neutrality, alimentato dagli investimenti e dai progetti sostenibili delle imprese, ha raggiunto quota 10 miliardi di ricavi nel 2022 e raddoppierà il proprio fatturato, arrivando a 20 miliardi entro il 2031 con una crescita media annuale composta pari all’8%.
Al termine di questa prima analisi di scenario una domanda sorge spontanea: qual è il Paese più attento alla tematica?
Una vera e propria top 10 è stata realizzata dal World Economic Forum che ha messo al primo posto la Svezia (1°), seguita dalla Norvegia (2°) e dalla Danimarca (3°). All’interno della graduatoria in 6° posizione troviamo un altro paese nord europeo, ovvero la Finlandia, spinta anche dalle iniziative di aziende virtuose come KONE – multinazionale leader nel settore di ascensori e scale mobili – che ha raggiunto l’obiettivo zero emissioni delle proprie unità operative a livello globale.
“La sostenibilità e l’occhio di riguardo verso il Pianeta sono sempre stati valori di grande importanza all’interno della nostra realtà – afferma Giovanni Lorin (in foto), AD di KONE Italy & Iberica – A testimonianza di quanto appena affermato, in 8 fabbriche su 10 abbiamo sostituito i carrelli elevatori con impianti elettrici. E non è tutto perché sono stati installati dei pannelli solari in 9 unità produttive e tutte acquistano elettricità rinnovabile al 100% dall’inizio del 2023. Entro il 2030 prevediamo anche ulteriori significativi tagli delle emissioni di gas serra, contribuendo alla limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C”.
La Redazione