Settembre 19, 2024
Focus

I pacchetti retributivi italiani sono tra i più bassi d’Europa

Lo rivela un’indagine condotta da SD Worx su oltre 5mila aziende e 18 mila dipendenti in 18 Paesi europei


Per oltre sei dipendenti italiani su dieci lo stipendio è il fattore più importante nella scelta e nella permanenza lavorativa in un’organizzazione, risultando anche il motivo principale per lasciare un’azienda. Attualmente, tuttavia, meno di tre dipendenti su dieci (27,8%) sono soddisfatti del loro pacchetto retributivo nel suo complesso, mentre la maggioranza si rivela insoddisfatta (31,9%) o neutrale (33,9%). 

Questi e altri dati sono i risultati di un’indagine internazionale condotta dal fornitore europeo di soluzioni HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 dipendenti in 18 Paesi europei.

Lo stipendio non è più l’unico fattore attrattivo di un impiego

Per gli italiani non c’è dubbio: agli occhi della maggioranza (64,1%) lo stipendio rimane il fattore attrattivo più importante di un posto di lavoro, ma il salario non è tutto.

Nella classifica degli intervistati, la sicurezza e la stabilità finanziaria del lavoro occupano il secondo posto degli elementi di attrattività, mentre una buona atmosfera lavorativa e buoni colleghi occupano l’ultimo gradino del podio delle caratteristiche ricercate all’interno del proprio contesto di lavoro.

Inoltre, solo per il 26,5% degli italiani uno stipendio fisso risulta l’elemento maggiormente apprezzabile del proprio pacchetto retributivo. Il 41,8% ha indicato i buoni pasto come una delle forme di compensazione preferenziali, seguiti da orari di lavoro flessibili (36,1%) e dalla copertura delle spese per il carburante (31,2%).

Ad oggi, i dipendenti europei ricevono in media sette diversi tipi di ricompensa.

Belgio, Slovenia e Polonia sono in testa con nove tipi di retribuzione, mentre il numero più basso si registra in Italia (5), Spagna (6) e Danimarca (6). I tipi di retribuzione più comuni che i dipendenti europei ricevono sono uno stipendio fisso (indicato dall’ 80,6%), orari di lavoro flessibili (50,3%) e giornate di studio o formazione (39,4%). Un quarto (24,5%) riceve un salario variabile.

Grafico 1: dati italiani.

Solo il 30% dei dipendenti è soddisfatto della trasparenza della propria politica di remunerazione

Più di un dipendente italiano su tre (36,7%) ritiene che il proprio pacchetto retributivo sia adeguato rispetto agli altri stipendi del mercato, mentre il 29,3% è neutrale su questo punto. Le cifre sono molto simili all’interno della stessa azienda: il 38,1% ritiene che il proprio stipendio sia equo rispetto a quello dei colleghi, mentre il 29,1% è neutrale. 

Ma qual è il giudizio dei lavoratori italiani sulle policy retributive delle proprie aziende?

Tre dipendenti su dieci (30,3%) ritengono che la loro organizzazione fornisca una comunicazione sufficiente sulla politica retributiva e su eventuali modifiche, e lo stesso numero è soddisfatto della trasparenza della politica retributiva, con dati inferiori alla media europea del 37%.  

È essenziale che le aziende riflettano attentamente sulla propria politica retributiva. Tuttavia, solo la metà delle organizzazioni europee intervistate dispone di un piano retributivo strategico – afferma Bert De Vriendt (in foto), Country Leader di SD Worx Italia. “La retribuzione rimane un fattore importante nella scelta del datore di lavoro e gioca un ruolo significativo nella motivazione e nella soddisfazione. Assistiamo a un crescente grado di personalizzazione del rapporto datore di lavoro/dipendente. Per questo motivo è importante adattare la propria politica retributiva in modo da soddisfare il più possibile le esigenze specifiche di ciascun dipendente. Attualmente, solo il 17% dei dipendenti italiani può definire la composizione del proprio pacchetto retributivo, mentre il 50% vorrebbe avere un piano maggiormente flessibile”.

Secondo SD Worx, comunicare chiaramente l’intero pacchetto retributivo è fondamentale, perché  se i dipendenti non sono sicuri di cosa comporti il loro pacchetto retributivo, non possono valutarlo correttamente. I risultati della ricerca di SD Worx evidenziano che solo un quarto delle organizzazioni europee offre una dichiarazione completa della propria compensazione, il che significa che quattro dipendenti su dieci non ricevono una buona panoramica del loro pacchetto retributivo complessivo.

La retribuzione non è solo denaro o beni materiali – continua De VriendtAgli occhi dei dipendenti contano anche elementi come la flessibilità dell’orario di lavoro e un’atmosfera di lavoro piacevole. Mi piace chiamarlo l’ABC di una politica retributiva: Atmosfera, Benefici e Compenso. Il denaro o i benefici aggiunti non sono le uniche ragioni per cui le persone scelgono o rimangono in un’organizzazione”.

Infine, la ricerca evidenzia che anche i desideri di compensazione dei dipendenti non vanno dati per scontati, tanto che le preferenze dei lavoratori per il pacchetto retributivo non sempre corrispondono a ciò che ricevono.

Ad esempio, sebbene le giornate di studio e formazione siano spesso offerte, risultano al tredicesimo posto nella lista dei desideri dei dipendenti italiani, citata dal solo 12,7%. Al contrario, i contributi per le spese di carburante e mobilità, quotati dal 31,2% dei lavoratori come forma di retribuzione altamente desiderata, vengono forniti solo al 18% degli stessi.

Tuttavia, le ricerche dimostrano che le opportunità di sviluppo possono essere un importante incentivo per i dipendenti – afferma De VriendtPertanto, è particolarmente importante che le aziende offrano la formazione nel modo giusto. Anche in questo caso, è bene personalizzare la formazione in base alle esigenze specifiche dei dipendenti”.

Grafico 2: dati italiani.

Informazioni sullo studio 

SD Worx, il principale fornitore europeo di servizi HR, assiste le organizzazioni nella gestione delle risorse umane e delle buste paga. Per sapere cosa conta davvero per i datori di lavoro e i dipendenti, SD Worx conduce regolarmente dei sondaggi. L’analisi dell’ultima indagine, la “Navigator Series”, fornisce alle organizzazioni una bussola per orientarsi nelle sfide delle risorse umane e delle buste paga. L’indagine è stata condotta nel febbraio 2024 in 18 Paesi europei: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Croazia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia, Spagna, Regno Unito e Svezia. In totale sono state intervistate 5.118 aziende e 18.000 dipendenti. I risultati sono ponderati e garantiscono una rappresentazione affidabile del mercato del lavoro in ogni Paese. 

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