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11/10/2025
FocusInnovazione

Il settore cleantech è pronto a triplicare il suo valore entro i prossimi 10 anni

Dati del report dell’International Energy Agency (IEA)


Il settore cleantech è pronto a triplicare il suo valore entro i prossimi 10 anni. Secondo il report dell’International Energy Agency (IEA) e sulla base delle politiche attuali adottate nell’ambito della transizione energetica, il mercato globale delle eco-tecnologie è destinato a crescere dai 700 miliardi di dollari registrati nel 2023 a più di 2.000 miliardi di dollari entro il 2035, triplicando il suo valore (+185%). Lo stesso forte aumento riguarda anche il commercio delle tecnologie pulite: nel giro di un decennio, infatti, il suo valore sarà più che triplicato e raggiungerà i 575 miliardi di dollari, oltre il 50% in più dell’attuale commercio globale di gas naturale.

Il motore principale del mercato cleantech è l’urgente necessità di mitigare il cambiamento climatico e ridurre le emissioni di gas serra. I governi e le organizzazioni internazionali stanno fissando obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di anidride carbonica e l’adozione di energie rinnovabili, creando un ambiente normativo favorevole allo sviluppo delle tecnologie green. I progressi tecnologici hanno inoltre reso le tecnologie pulite più efficienti e convenienti, rendendole delle valide alternative ai combustibili fossili. Anche la consapevolezza dei consumatori e la domanda di prodotti sostenibili stanno aumentando, spingendo così le aziende ad adottare e investire in soluzioni cleantech. Gli incentivi finanziari, come i crediti d’imposta e i sussidi, incoraggiano ulteriormente le imprese e i privati a passare a energie più pulite e a tecnologie più efficienti.

La crescita del mercato globale del cleantech è accompagnata da un’ondata record d’investimenti nella produzione di tecnologie green e la maggior parte di questa spesa si concentra nei paesi e nelle regioni che hanno già stabilito una chiara posizione nel settore e che stanno cercando ora di consolidare le loro posizioni di vantaggio competitivo: Cina, Unione Europea, Stati Uniti alle quali si è aggiunta più recentemente anche l’India.

Tuttavia, nonostante il forte impatto dell’Inflation Reduction Act e della Bipartisan Infrastructure Law negli Stati Uniti, del Net-Zero Industry Act dell’UE e del Production Linked Incentive Scheme dell’India, la Cina è destinata a rimanere, nel prossimo futuro, la prima potenza mondiale manifatturiera del settore cleantech. In base alle politiche attuali, le esportazioni cinesi di eco-tecnologie sono destinate a superare, nel 2035, i 340 miliardi di dollari, una cifra che equivale, all’incirca, alle entrate previste nel 2025 per le esportazioni di petrolio di Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti messi assieme. Oggi, i paesi del Sud-Est asiatico, dell’America Latina e dell’Africa rappresentano invece meno del 5% del valore generato dalla produzione di eco-tecnologie.

 “Il percorso di transizione verso l’energia pulita rappresenta una grande opportunità economica, che i paesi stanno giustamente cercando di sfruttare – spiega Raffaella Moro, CEO di REair, company di ricerca, sviluppo e produzione nel campo delle eco-tecnologie per la depurazione dell’aria esterna e interna agli edifici – Tuttavia, igoverni dovrebbero sforzarsi di sviluppare misure che favoriscano anche la concorrenza, l’innovazione e lariduzione dei costi, nonché i progressi verso i loro obiettivi energetici e climatici. Inoltre le autorità dovrebberosensibilizzare e informare i cittadini sulle potenzialità delle nuove tecnologie cleantech in grado di produrre unreale e rapido cambiamento e migliorare la qualità della vita. Lasostenibilità infatti dev’essere anche democratica, altrimenti non può essere sostenibile. Gli investimenti delsettore pubblico e privato continuano a confluire nello sviluppo e nella diffusione di tecnologie innovative, posizionando il mercato delle tecnologie pulite come un attore chiave nella transizione versoun futuro sempre più sostenibile”.

Focalizzando l’attenzione sul mercato italiano, secondo quanto emerge dal rapporto The State of the Energy Union 2024 stilato dalla Commissione Europea, l’Italia riveste un ruolo di primo piano all’interno del mercato europeo del settore cleantech. Un primato reso possibile, in particolare, grazie al numero di impianti solarifotovoltaici ed eolici installati negli edifici europei: il 22% del fotovoltaico integrato negli edifici in Europaproviene dall’Italia, che si colloca quindi tra i primi due maggiori produttori dell’UE di pannelli, lamine e moduli fotovoltaici. Le fonti fossili rappresentano l’80% del mix energetico nazionale, ben al di sopradella media europea del 69%. Solo il restante 20% è coperto da energie pulite. Per di più, quest’ultima quota èin leggero calo dal 2020.

I combustibili fossili rappresentano il 63,3%, rispetto a una media UE del 38,6%. In Italia nel 2022, il consumo finale di energia degli edifici residenziali è diminuito del 5%. Tuttavia, nel 2023, il 4,1% della popolazione ha avuto difficoltà a pagare le bollette e il 9,5% non è riuscita a riscaldare adeguatamente la propria casa nel periodo invernale.

Risulta dunque necessario aumentare il tasso e la qualità della ristrutturazione degli edifici, in particolare di quelli con le peggiori prestazioni energetiche e più vecchi, che sono poco healthy e salubri. In questo senso ci sono molteplici realtà virtuose del Made in Italy come REair, che ha brevettato eCoating, un rivestimento trasparente, nanotecnologico, ecologico, 100% green il quale, attivato dalla combinazione di luce e aria, un processo noto come fotocatalisi, continua nel tempo ad ossidare e decomporre proattivamente inquinanti come composti organici volatili (VOC), ossidi di azoto (NOx), polveri PM organiche e altri agenti patogeni nocivi. La reazione consente di disgregare gli inquinanti presenti nell’aria trasformandoli in sottoprodotti innocui come sali, anidride carbonica e molecole d’acqua. eCoating è l’unico prodotto di questo genere presente sul mercato ed è applicabile su ogni superficie e in qualsiasi ambiente, sia indoor che outdoor.

 “Da solo l’impegno, strategico e finanziario, dell’UE e dei singoli Stati membri a favore di politiche green a medio-lungo termine per riuscire a garantire una corretta transizione ecologica non basta più – precisa Raffaella Moro – Considerati gli elevati livelli di inquinamento che colpiscono il continente europeo diventa prioritario e non più rinviabile affiancare alle azioni intraprese dai governi per la transizione energetica l’utilizzo delle tecnologie innovative e scientificamente validate nell’efficacia che incidano direttamente sulla riduzione degli inquinanti”.

“Grazie all’innovazione sviluppata e al supporto di partner di rilievo nazionale e internazionale nel settore

“Dell’edilizia stiamo rendendo possibile un nuovo approccio alla salubrità dell’aria e al benessere delle persone, sia all’interno sia all’esterno degli edifici – dichiara Gian Luca Guerrini, coordinatore del comitato scientifico di REair – La nostra tecnologia all’avanguardia si basa su una visione delle metropoli come foreste invisibili, un concetto che proietta le città verso un futuro più sostenibile e umano. Inoltre, questa tecnologia propone una visione urbanistica e architettonica innovativa in cui le facciate degli edifici non sono più solo elementi passivi, ma si trasformano in strumenti attivi in grado di generare benessere e buona salute, contribuendo a trasformare le città in veri e propri ecosistemi viventi. Grazie a questa tecnologia ci impegniamo a costruire un futuro urbano in cui le città diventino luoghi più sani e sostenibili, offrendo benefici tangibili a livello ambientale e sociale”.

La Redazione

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