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Novembre 21, 2024
Focus

Immobiliare, le realtà che utilizzano l’AI non risentono della flessione

Parla Alessandro Gatti, Presidente di FG Invest e founder della startup Hubique


La startup Hubique in Lombardia, voluta nel 2022 dall’imprenditore milanese Alessandro Gatti e dedicata a rivoluzionare il mondo delle compravendite nel Real Estate, propone nuovi scenari economici mediante l’impiego dell’Intelligenza Artificiale.

Sono diverse le realtà storiche del settore immobiliare che si sono affidate ai sofisticati strumenti digitali, dall’AI alla realtà aumentata e virtuale, proposti dalla startup per elevare sia la qualità del servizio offerto dagli agenti immobiliari, sia l’esperienza d’acquisto del cliente. Basti pensare che soltanto nell’ultimo anno Hubique ha siglato accordi di collaborazione con FRIMM Retail, il Gruppo Gabetti e il portale di annunci economici e raccolta big data Wikicasa.

La tecnologia nel settore immobiliare riscuote successo e facilita la proposta di vendita delle case. Affidarsi all’intelligenza artificiale come all’emozionante realtà aumentata diventa un valore aggiunto per gli agenti immobiliare quando propongono un immobile alla clientela. Questo piccolo stravolgimento costringe a rivedere l’approccio della vendita e l’organizzazione delle imprese dell’asset immobiliare, poiché le slide sul PC e la classica visita con la famosa illustrazione spiegata a voce dell’immobile diminuiscono drasticamente per lasciare il posto alla tecnologia.

Conviene sottolineare che questi piccoli accorgimenti coinvolgono anche i potenziali acquirenti abituati a vedere l’immobile in presenza. Questa piccola rivoluzione del settore immobiliare è dovuta anche all’attuale situazione del settore economico. Scendiamo nel dettaglio con lo studio elaborato da Nomisma.

Il mercato immobiliare

L’asset immobiliare registra segnali di ulteriore indebolimento mentre prosegue la stretta creditizia. «Il calo del 9,7% delle compravendite nel 2023 è da imputare esclusivamente alla componente di domanda assistita da mutuo che ha subito una flessione del -26% mentre la restante quota di mercato è risultata in crescita del +4,8%. Cresce la domanda di affitto: +3 punti percentuali rispetto allo scorso anno». È questa la fotografia emersa dall’analisi contenuta nel 1° Osservatorio Immobiliare 2024 realizzata da Nomisma che analizza la congiuntura del settore con focus su 13 mercati intermedi (Ancona, Bergamo, Brescia, Livorno, Messina, Modena, Novara, Parma, Perugia, Salerno Taranto, Trieste e Verona).

Con Alessandro Gatti, Presidente di FG Invest e founder della startup Hubique, approfondiamo l’argomento dell’intelligenza artificiale nel settore immobiliare per conoscere le nuove frontiere economiche delle imprese.

Qual è il ruolo delle nuove tecnologie?

«Le nuove tecnologie sono fondamentali per la crescita aziendale poiché migliorano l’efficienza operativa, riducono i costi e aumentano la produttività. Consentono l’automazione dei processi, l’analisi dei dati in tempo reale e una comunicazione più efficace. Inoltre, favoriscono l’innovazione dei prodotti e servizi, permettendo all’azienda di rimanere competitiva nel mercato.

L’adozione di tecnologie avanzate facilita anche l’espansione verso nuovi mercati e segmenti di clientela. Giocano un ruolo cruciale, inoltre, nell’attrarre giovani talenti, poiché le generazioni più recenti sono abituate a utilizzare strumenti digitali avanzati. Implementare tecnologie innovative in azienda può migliorare l’efficienza operativa, creare un ambiente di lavoro dinamico, stimolante e facilitare il lavoro da remoto e la flessibilità, elementi molto apprezzati dai giovani».

Come vengono implementate nelle imprese?

«Le nuove tecnologie vengono implementate nelle imprese attraverso una valutazione delle esigenze aziendali, seguite dalla ricerca e selezione delle soluzioni più adatte. Successivamente, viene sviluppato un piano di implementazione con tempistiche e risorse definite e l’azienda investe nella formazione del personale per assicurare una transizione fluida. Infine, la tecnologia viene integrata nei processi esistenti, monitorando e migliorando continuamente per ottimizzare i risultati. Si tratta di un processo non immediato, che richiede svariati passaggi, soprattutto quando si tratta di digitalizzare le realtà della old economy. Credo che in questo contesto le startup, per loro natura aziende neonate e quindi molto più dinamiche e flessibili al cambiamento, possano essere una risorsa preziosa per velocizzare e stimolare la transizione tecnologica delle aziende esistenti».

L’Intelligenza Artificiale in che modo influenza il futuro dell’immobiliare?

«Il settore immobiliare appartiene alla old economy e riveste un ruolo chiave per il PIL del Paese; ha una viscerale necessità di innovare processi obsoleti e macchinosi. In questo contesto l’AI rappresenta un alleato preziosissimo. Per questa ragione nel 2022 ho dato vita alla startup Hubique che si impegna a digitalizzare il settore, velocizzando e rivoluzionando il modo in cui compriamo e vendiamo casa, grazie alla tecnologia. Fornisce servizi dedicati a tutti gli operatori del settore: gli agenti immobiliari hanno a disposizione l’App HUB Agency che, supportata da algoritmi di intelligenza artificiale, permette di profilare al meglio i clienti, di mostrare loro come sarà la casa dei loro sogni, grazie a AR e VR, in tempo reale, durante la visita dell’immobile. Architetti, geometri e interior designer, invece, possono contare su soluzioni digitali in grado abbattere i tempi di produzione della documentazione tecnica per avviare pratiche edilizie e gestire un intervento di ristrutturazione. Gli sviluppatori immobiliari hanno a disposizione la piattaforma integrata di servizi digitali per garantire ai propri clienti la migliore esperienza di acquisto di un immobile sulla carta».

Il valore aggiunto delle startup che operano principalmente con il digitale?

«Le startup digitali offrono un valore aggiunto significativo grazie alla loro capacità di innovare rapidamente e adattarsi ai cambiamenti del mercato. Utilizzando tecnologie avanzate, possono scalare facilmente le loro operazioni a livello globale. Offrono soluzioni personalizzate e spesso più efficienti rispetto ai modelli tradizionali, migliorando l’esperienza del cliente. Inoltre, sfruttano i dati per prendere decisioni informate e ottimizzare i processi aziendali. Infine, attraggono talenti giovani e dinamici, creando un ambiente di lavoro moderno e stimolante».

Quali sono le nuove modalità di vendita dell’immobiliare?

«Il mercato immobiliare è sempre più tecnologico. I tour virtuali e le visite in realtà aumentata permettono agli acquirenti di esplorare gli immobili a distanza. Le transazioni digitali, inclusi contratti elettronici e firme digitali, rendono il processo più rapido e sicuro. Il marketing digitale e i social media consentono di profilare e raggiungere un pubblico più ampio. Inoltre, l’uso di big data e intelligenza artificiale aiuta a prevedere le tendenze di mercato. In un mercato sempre più competitivo, la tipologia dell’annuncio e la qualità delle foto sono cruciali, per questo la nostra App, HUB Agency, aumenta la qualità rappresentativa degli annunci trasformando le foto con i propri algoritmi di intelligenza artificiale e rendendole più accattivanti e in linea con i trend attuali del mercato. Attraverso l’Home Staging in tempo reale è in grado di elaborare proposte alternative di arredo, per far sì che il futuro acquirente possa vivere in anteprima un possibile re- styling della casa. È possibile creare video showreel, utilizzando le immagini presenti all’interno dell’annuncio, e realizzare il miglior testo descrittivo, grazie all’intervento dell’AI».

In Italia esistono 17mila aziende emergenti, tra startup e Pmi innovative, che rappresentano un vero e proprio volano per la crescita del PIL nazionale e dell’occupazione. Le scaleup, ovvero le startup attive da qualche anno che iniziano a crescere e generare profitti, insieme alle startup più giovani, infatti, danno lavoro a 30mila persone. Le prime, solo nel 2022 hanno raccolto 7,3 miliardi di dollari e generato ricavi per circa 4,4 miliardi di dollari, quasi lo 0,2% del PIL italiano. Il più recente rapporto “Tech Scaleup Italy” elaborato da Mind the Bridge conferma inoltre il peso strategico che queste aziende ricoprono per l’economia nazionale, principalmente per 3 ragioni.

In primis, crescono del 50% anno su anno e il loro numero è raddoppiato negli ultimi due anni, con un conseguente incremento del 20% di nuovi dipendenti. Infine, si tratta di realtà che offrono un grande contributo in termini d’innovazione alle stesse aziende storiche del tessuto imprenditoriale italiano. Il nostro paese ospita circa 1 scaleup ogni 100.000 persone, mentre gli investimenti rappresentano lo 0,25% del PIL; dati ancora lontani dalle medie europee, più virtuose, che registrano 3,8 scaleup ogni 100.000 abitanti e investimenti pari all’1,3% del PIL».

Francesco Fravolini

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