
L’impatto dell’intelligenza artificiale nelle risorse umane è rivoluzionario.
Sono numerose le opportunità che è in grado di offrire. L’AI diventa uno strumento prezioso per migliorare il benessere degli employee, automatizzando compiti ripetitivi e liberando tempo per attività a più alto valore aggiunto, come la creatività e lagestione empatica delle persone.
L’AI può supportare l’HR nel rendere i processi di selezione, formazione e gestione delle risorse più equi, trasparenti ed efficienti, facilitando le decisioni basate su dati concreti e migliorando l’esperienza lavorativa.
Tuttavia, è essenziale bilanciare questa tecnologia con l’elemento umano, per evitare di delegare eccessivamente la delicata funzione HR alle macchine.
Ne parla Rosario Sica nel suo nuovo libro, dal titolo L’employee experience nell’era dell’Ai, pubblicato da Guerini. La sua è una riflessione critica volta a evitare l’abuso di strumenti di AI, che invece possono diventare un potente alleato dei professionisti nel promuovere un ambiente di lavoro più inclusivo e sostenibile, ma solo se vengono utilizzati in modo consapevole e responsabile.
La prefazione è curata da Federico Frattini. Rosario Sica è un fisico cibernetico di formazione, ha collaborato in passato nella cooperazione internazionale e per il MAE ed è stato consulente per società di management consulting. Specializzato nei processi di trasformazione digitale con focus sull’innovazione dello sviluppo organizzativo, è autore di 5 libri e oltre 100 articoli per Harvard Business Review.
Per Guerini ha pubblicato Il valore del Purpose. Trovare il senso in un’organizzazione: un dovere verso le persone e il futuro (2024).
Coinvolto nella ricerca applicata, insegna in diverse Università in Italia e all’estero. Ha vissuto e lavorato in vari Paesi, tra cui Vietnam, Fiji, Australia, Nuova Zelanda, Cile, South Africa. Attualmente ricopre la carica di Global Equity Partner di Gruppo BIP ed è Amministratore Delegato di OpenKnowledge, società del Gruppo BIP.
Altro libro che Aziendatop segnala si intitola L’imprenditore inatteso, Cierre edizioni. L’autore è Mario Magagnino, docente di Comunicazione d’Impresa all’Università di Verona e presidente dell’Osservatorio Monografie Istituzionali d’impresa, unico organismo in Italia che raccoglie e catalologa le autobiografie delle aziende italiane e promuove il Premio Omi.
Il suo lavoro di circa 120 pagine si concentra sui primi vent’anni (1891 -1911) della Marelli azineda elettromeccanica nota in tutto il mondo e del suo fondatore, Ercole, un pioniere del welfare aziendale, che raggiunse i 1500 operai dopo venti anni solo con i suoi sforzi.
Partito da una superficie di 50 metri quadrati, estese la sua azienda su 65 mila metri quadrati e la impose sui mercati esteri.
Il viaggio all’interno della monografia pubblicata dalla Marelli in occasione del ventennale della Fondazione restituisce primati per quanto riguarda il made in Italy (design dei prodotti), i livelli di prodizione raggiunti, l’organizzazione del lavoro, il welfare aziendale, l’organizzazione di eventi.
Marelli dunque “imprenditore inatteso”, illuminato, si dimostra un anticipatore in numerose aree aziendali, compresa la logistica. Il suo impegno per la crescita contro lo strapotere dell’industria tedesca e la corruzione negli appalti della pubblica amministrazione portò il governo dell’epoca a istituire una commissione, prototipo dell’attuale Consip.