Il primo evento pubblico, dedicato al futuro delle realtà imprenditoriali della regione, organizzato da FederItaly
Tiziana Pellizon: «Un nuovo tessuto imprenditoriale a partire da un’altra cultura.
Federitaly Veneto federitalyweb.it/ promuove il suo primo evento pubblico dedicato al futuro delle piccole e medie imprese venete. L’obiettivo di questa iniziativa è sollevare un dibattito sulle prossime sfide economiche che riguardano le PMI del territorio. A cominciare dagli argomenti contenuti nel Decreto Made in Italy, dalle opportunità per le PMI venete, dalla certificazione blockchain ‘100% Made in Italy’ e dal progetto ‘Gustus Italiae’. Federitaly Veneto vuole conoscere nuove strade e nuove opportunità per tutelare, rinnovare e far evolvere il valore dell’imprenditorialità veneta, senza dimenticare la tradizione e l’innovazione.
Conviene ricordare che in questo momento storico le imprese italiane stanno vivendo un cambiamento epocale dei processi produttivi e dell’organizzazione del lavoro perché la tecnologia favorisce una nuova concezione del ‘fare impresa’ in Italia.
Con Tiziana Pellizon, Presidente Delegata di Federitaly Veneto, entriamo nell’argomento in maniera più specifica per conoscere il tessuto delle imprese.
Qual è il cambiamento principale che devono affrontare nei prossimi anni le imprese del Veneto?
«Il ripensamento del tessuto imprenditoriale del Veneto deve ripartire da un elemento cardine della cultura imprenditoriale di questa regione ovvero il “coraggio” e lo spirito del “fare impresa”.
Questo non deve mancare mai! La sfida è quella di adattare questo elemento con quanto oggi è richiesto dal mercato alle aziende. Infatti, oggi, oltre al coraggio serve anche avere una visione aperta alla sostenibilità, alla digitalizzazione ed alla responsabilità sociale di impresa. In realtà, verso questo ultimo fattore, le aziende venete hanno da sempre fatto la differenza perché non dimentichiamo che la rete imprenditoriale delle provincie venete è fatta prevalentemente da micro e piccole medie imprese di gestione familiare, che hanno conformato l’assetto sociale del territorio. Quindi l’impresa è territorio ed il territorio è impresa! La rigenerazione andrà guidata sempre più da drivers quali l’innovazione culturale e digitale, l’economia circolare, il sostegno della finanza, le aggregazioni e, soprattutto, coinvolgendo l’intera filiera alle prese con un mutamento dei consumi senza precedenti. Questa, sarà, forse la vera rivoluzione per l’imprinting culturale dell’impresa veneta… Fare squadra! Investire e scegliere la filiera andando oltre ad individualismi che hanno indebolito soprattutto nei momenti di difficoltà la nostra capacità di fare azienda».
Che ruolo svolgono l’innovazione e la sostenibilità?
«Saranno fondamentali ma dovranno essere uno strumento di esaltazione del piglio tipico dell’imprenditore veneto ovvero il “coraggio di fare impresa”. Questo a sottolineare che, davvero, l’aspetto di tenacia, caparbietà, solidità e coraggio che hanno sempre contraddistinto il piccolo imprenditore veneto non potrà mai essere sostituito dal solo aspetto innovativo oppure dal solo valore di sostenibilità: devono essere solo degli strumenti in più per il processo creativo di fare impresa».
Il progetto ‘Gustus Italiae’ come vuole valorizzare l’economia italiana?
«Questo è l’ultimo progetto presentato da Federitaly a compimento di una complessa azione di valorizzazione rivolta alle aziende produttrici del Made in Italy. Infatti Gustus Italiae è rivolto alle imprese di “accoglienza” del Made in Italy ovvero a ristoranti, enoteche, bar, pasticcerie eccetera che vogliono distinguere il loro prodotto e servizio, frutto di un’esperienza e lavorazione di prodotti 100% made in Italy da chi, invece, si fregia solo del nome Made in Italy per poi adattarsi ad una cucina turistica che nulla ha a che fare con quella tipica italiana (pensiamo alle famose pizze con l’Ananas). Quindi nella volontà di mettere queste imprese di ristorazione in Italia ma anche all’estero nella condizione di definirsi davvero made in Italy e ricevere quindi il riconoscimento di 100% eccellenza italiana è necessario che utilizzino prodotti con filiere certificate quali, ad esempio, quelli che godono del certificato in blockchain “100% made in Italy” di Federitaly. Quindi il rilancio economico è proprio questo! Se si ha il coraggio di distinguersi da chi ha un utilizzo del brand Made in Italy solo per fini commerciali senza il rispetto del suo valore e scegliere, quindi, una ristorazione di qualità può partire un processo “virtuoso” anche economico dove il produttore di prodotti agroalimentari può vendere più facilmente solo per il fatto di essere un prodotto di qualità necessario per garantire il riconoscimento di eccellenza del ristoratore».
Quali tecnologie applicare per aumentare l’export?
«Quelle previste nel decreto legge 206 del 27 dicembre 2023 art. 47 ovvero carta d’identità del prodotto italiano in blockchain con QR Code come metodo di trasparenza e di comunicazione con il consumatore finale. Questo oltre a incrementare la potenzialità delle vendite per l’immediatezza del sistema tipico del mondo blockchain può aiutare sul fronte della problematica della contraffazione e del fenomeno dell’italian sounding, contenendo le perdite export che oggi il prodotto italiano subisce proprio a causa di questo fenomeno».
L’Italia come è percepita sui mercati internazionali?
Nel b2c il marchio Made in Italy risulta essere terzo in tutto il mondo come riconoscibilità dopo il brand Coca Cola e Visa. Siamo riconosciuti per il nostro Ben fatto! e quindi per il nostro senso del bello ed amore per il dettaglio. Nel b2b invece siamo molto apprezzati soprattutto per la nostra grande flessibilità e capacità di rendere il prodotto (macchinario industriale ,ad esempio) adeguato ad ogni esigenza in tempi velocissimi e con grande disponibilità di fornitura».
Le imprese come possono beneficiare della finanza agevolata per la digitalizzazione? C’è un pacchetto specifico?
«Proprio grazie al decreto Made in Italy si sono aperte davvero tante possibilità di finanza agevolata per le nostre imprese soprattutto per le micro e medie imprese. Ad esempio, i bandi per la digitalizzazione dove sono inclusi anche investimenti per la blockchain e per l’intelligenza artificiale oppure i bandi export che includono anche gli investimenti per i progetti commerciali (e-commerce) su piattaforme estere per incrementare le vendite online. Cito uno degli ultimi bandi promosso dal MISAF dove viene finanziato tutto l’investimento di promozione della filiera attraverso QR code per le aziende produttrici di vini DOC».
Francesco Fravolini